“Pathos und pastos”. I dipinti di Christopher Lehmpfuhl in mostra all’Art Forum Würth a Capena

di Nica FIORI

Per molto tempo ho dipinto sia con la mano che con il pennello, finché non mi sono reso conto che non avevo più bisogno del pennello. La mano è molto più diretta, sono più in sintonia con il colore”.

Già a partire da queste parole del pittore Christopher Lehmpfuhl (Berlino 1972), ci rendiamo conto che i suoi dipinti intendono trasmettere un intenso e dinamico dialogo con il mondo attraverso le impressioni depositate sulla tela grazie ai colori e soprattutto alle mani.

Seguendo la tradizione impressionista, Lehmpfuhl riesce a catturare la bellezza e l’essenza dei paesaggi attraverso una personale pittura en plein air. Oltre a Berlino, che è sempre stata per lui fonte d’ispirazione, egli ha raffigurato ciò che ha visto nei suoi numerosi viaggi (dal Giappone all’Egitto, dall’Islanda alla California, dalla Provenza all’India), dipingendo all’aperto in qualunque condizione atmosferica (da 20 gradi sotto lo 0 a 40 gradi sopra e perfino con un vento di 120 km all’ora, come accaduto nel 2014 nell’isola di Helgoland realizzando il dipinto Burrasca ad Helgoland), trasformando così la sua pratica artistica in un’esperienza sensoriale completa. I suoi dipinti sono per lui “la testimonianza di una natura vissuta”; del resto gli stessi colori cambiano di consistenza a seconda della temperatura esterna (fluidi con il caldo e duri con il freddo) e quindi incidono sul risultato finale.

1 L’artista Lehmpfuhl a Helgoland © Foto Florian Selig

La mostra “Pathos und Pastos. Christopher Lehmpfuhl nella Collezione Würth”, ospitata dal 16 settembre 2024 al 4 ottobre 2025 presso l’Art Forum Würth Capena, è la prima mostra personale in Italia di questo artista, già affermato a livello internazionale, che coniuga l’emozione (pathos) con l’impasto cromatico (pastos), creando grandi quadri che ci impressionano per l’eccesso di materia pittorica che li rendono particolarmente scultorei, come si nota dall’osservazione ravvicinata.

2 Locandina

Se con il suo approccio immersivo ai paesaggi Lehmpfuhl sembra rifarsi all’Impressionismo, l’interiorità e gli stati d’animo che permeano le sue opere rimandano all’Espressionismo, che inizialmente nacque proprio in Germania come reazione al naturalismo.

3 Mostra Pathos und pastos

L’esposizione riunisce oltre 40 opere, per lo più appartenenti alla Collezione Würth, e alcuni dipinti di proprietà dello stesso artista, permettendo di esplorare alcune delle serie più significative del suo lavoro, come le rappresentazioni urbane e i dipinti di viaggio caratterizzati da luminosi paesaggi naturali. La grande capacità di Lehmpfuhl di comunicare allo spettatore le sue emozioni ha affascinato il Prof. Dr. h. C. mult. Reinhold Würth che, da anni, è uno dei principali collezionisti dell’opera dell’artista.

Alfred Hrdlicka, Busto- ritratto di Reinhold Würth

Ricordiamo che il Prof. Würth, un vero mecenate che dirige una multinazionale tedesca di livello mondiale nel campo della commercializzazione di prodotti per il montaggio ed il fissaggio, ha aperto presso alcuni stabilimenti del Gruppo Würth sparsi nel mondo degli Art Forum, dove vengono periodicamente esposte opere della sua collezione d’arte, comprendente oltre 20.000 pezzi tra dipinti, capolavori di grafica, sculture, dal Romanticismo all’arte contemporanea.

Anche a Capena (sulla via Tiberina alle porte di Roma Nord), dove ha sede una filiale italiana del Gruppo Würth, dal 2006 è stato aperto uno spazio espositivo che ha il duplice scopo di suscitare un godimento per l’arte da parte dei collaboratori e di offrire anche al pubblico esterno la possibilità di fruire gratuitamente delle mostre, perché, secondo il pensiero di Reinhold Würth:

Le belle cose, come l’arte, arricchiscono la nostra vita, aprono la mente, promuovono la creatività”.

Nella selezione delle opere esposte in Pathos und pastos ci accolgono al pianterreno alcuni dipinti  a olio su tela di paesaggi naturali, tra cui l’idillico Fiori di colza con quercia riflessa (2017, cm 180 x 240), Watzmann (2008, cm 180 x 240), raffigurante una montagna tedesca di oltre 2700 m e il gigantesco Duetto della Marmolada (2015 cm 180 x 480), tutte opere di grandi dimensioni che si contrappongono ad altre piccoline, ma sempre caratterizzate dalla stesura manuale di abbondantissimo colore. I colori a olio, anche se acquistati a bidoni, sono molto costosi e, pertanto, un’opera di grande formato costa almeno 2000 euro di solo materiale e può arrivare a pesare più di 50 chili.

5 Fiori di colza con quercia riflessa
6 Watzmann, 2008

Con l’aumento della sua possibilità di trasporto, dall’iniziale bicicletta all’automobile, sono aumentati i formati dei suoi dipinti (che possono anche raddoppiarsi o triplicarsi unendo più tele). Oggi Lehmpfuhl guida un furgone, che egli chiama il suo atelier mobile, adatto al trasporto dei secchi di colore e di tutto ciò di cui ha bisogno, tra cui impermeabili e guanti di lattice. L’artista, al termine di una giornata di lavoro, è letteralmente avvolto dal colore e lo stesso furgone nel tempo si è ricoperto di impasto cromatico, tanto da sembrare quasi un oggetto scultoreo. In mancanza del furgone, in mostra troviamo una sedia imbrattata e barattoli di vernice di proprietà dell’artista.

Dopo questo primo approccio, la mostra si sviluppa nel piano sottostante, a partire da un’ampia parte dedicata ai paesaggi urbani di Berlino. Lo skyline della metropoli si sviluppa su un dipinto a olio dal taglio orizzontale lunghissimo (Panorama di Berlino, 2013, cm 50 x 800) per farci ammirare quello strano paesaggio con le guglie o le cupole di alcune chiese in netta minoranza rispetto alle gru e agli alti palazzoni berlinesi. Un’altra opera di formato strano è la colonna che presenta nella parte superiore una visione circolare di Potsdamerplatz. Il Trittico di Berlino (2007, cm 200 x 255) è una delle opere più spettacolari tra quelle esposte, realizzata in tre giorni (uno per ogni tela che compone il trittico) lavorando sulla cupola del Duomo.

7 Panorama di Berlino, 2013, particolare
8 Trittico di Berlino, 2007
La mia visione di Berlino è cambiata nel corso degli anni – afferma il pittore- Mentre ai tempi in cui studiavo cercavo di immortalare in miniature ispirate agli impressionisti tedeschi scene più romantiche della vecchia Berlino, i soggetti degli ultimi anni hanno addirittura espresso un indirizzo politico, come testimonia il mio ciclo Die neue Mitte (ovvero il nuovo centro, NdR). Sono cresciuto in questa città, trovando una forma artistica per ciò che associo ad essa”.

Ben lontano dalle visioni da cartolina, Lehmpfuhl registra i cambiamenti negli spazi pubblici durante le frenetiche attività costruttive. Negli ultimi decenni, ha raffigurato sulla tela luoghi emblematici come per esempio il Memoriale dell’Olocausto e il nuovo Castello di Berlino (Berliner Schloss), creando opere che mostrano una continua sensazione di cambiamento.

9 Memoriale dell’Olocausto, 2004, olio su tela cm 60 x 120

La grande sfida è stata proprio quella di cogliere la repentina evoluzione degli scenari urbani, traducendo in pittura la distruzione urbana e il dinamismo di una città che sembra rinata dalle sue ceneri, declinando al tempo stesso le condizioni estive e invernali, nonché le mutevoli condizioni di luce. Il ciclo Die Neue Mitte comprende numerossime opere, alcune delle quali sono presenti in mostra, tra cui La Schlossplatz tra distruzione e rinascita (2011, cm 150 x 170), Schlossplatz (2014 cm 180 x 480 dittico), La nuova cupola (2020, cm 240 x 180), relativo all’ultima novità architettonica di Berlino, ovvero il nuovo Castello.

10 Schlossplatz, 2014 dittico
11 La nuova cupola, 2020

Ricordiamo che l’antico Castello di Berlino, danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale in maniera non irreparabile, venne abbattuto nel 1950 per ordine del governo della DDR (Repubblica Democratica Tedesca), che voleva così distruggere quello che era stato il simbolo di Berlino e del militarismo prussiano. Sul suo sito venne eretto nel 1976 il Palazzo della Repubblica, sede della Camera del Popolo della DDR. Dopo la caduta del Muro di Berlino (1989), questo palazzo venne a sua volta demolito nel 2003 perché non incontrava il gusto di parte della popolazione berlinese e anche per motivi di sicurezza legati alla presenza di amianto nelle strutture. Il nuovo Castello di Berlino, comprendente il Foro dell’Università Humboldt con numerosi musei e istituzioni pubbliche al suo interno, è stato realizzato, non senza polemiche, nella stessa posizione di quello antico, di fronte al Duomo di Berlino, nell’intento di ricreare il paesaggio culturale dell’Isola dei Musei. Nel novembre 2008 è stato scelto il progetto dell’architetto vicentino Franco Stella, che ha proposto una ricostruzione che coniuga l’antico con il nuovo, in una sorta di “città in forma di palazzo”, pensata per la vita quotidiana di migliaia di berlinesi.

Lehmpfuhl vede nella Schlossplatz berlinese uno dei luoghi più emozionanti del paesaggio urbano e nel ciclo di dipinti Die neue Mitte un modo per rapportarsi alla storia della città, perché esso

rappresenta la perfetta espressione dello spirito del tempo, del conflitto interiore e della paura dell’abbandono”.

Tutti i dipinti finora citati appartengono alla Collezione Würth, ma in mostra è presente anche una selezione di opere del ciclo Neue Heimat, di proprietà dell’artista. Queste opere, cariche di memoria e significati personali, rappresentano il processo di elaborazione del lutto per la morte dei genitori. Si distinguono notevolmente dagli altri lavori in quanto il ciclo, basato su fotografie del padre, è stato realizzato in bianco e nero e dipinto in atelier con il pennello.

12 Serie Neue Heimat

Un’altra piccola sezione, sempre della Collezione Würth, è dedicata ad alcuni acquerelli relativi al viaggio di Lehmpfuhl in India. In questo caso le dimensioni sono piccole e si ha l’impressione che si tratti di una sorta di diario sentimentale-artistico, come solevano fare i viaggiatori del Grand Tour.

Nica FIORI  Roma 15 Settembre 2024

“Pathos und Pastos. Christopher Lehmpfuhl nella Collezione Würth”

Art Forum Würth Capena. Viale della Buona Fortuna, 2 00060 Capena (Roma)

Ingresso gratuito

Orario di apertura al pubblico: lunedì – venerdì: 10.00 – 17.00

Informazioni

Tel. 06/90103800 | cell: 3317541611 | mail: art.forum@wuerth.it |www.artforumwuerth.it