Al Museo Casa di Goethe “Max Liebermann. Un impressionista a Berlino” (Roma, fino al 9 Febbraio).

di Marco FIORAMANTI

MAX LIEBERMANN a Roma, al Museo Casa di Goethe 

Dal 20 settembre 2024 al 9 febbraio 2025 viene presentata presso il Museo casa di Goethe la mostra “MAX LIEBERMANN. UN IMPRESSIONISTA A BERLINO”, a cura di Alice Cazzola. Realizzata in cooperazione con la Liebermann-Villa am Wannsee e con il sostegno del Museo Nazionale Romano si avvale del patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia e dell’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Federale di Germania.

Max Liebermann, Autoritratto, 1913

Con l’occasione dei 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo viene offerta al pubblico romano la prima retrospettiva in Italia del pittore ebreo tedesco Max Liebermann (Berlino 1847- 1935), considerato uno dei massimi innovatori della pittura tedesca di fine Ottocento.

Nato da una famiglia ebrea di ricchi industriali in un ambiente profondamente borghese, destinato a una carriera scientifica, lottò molto per dedicarsi allo studio della pittura.

La sua arte e le sue attività politico-artistiche, tra cui quella di presidente della Secessione di Berlino e dell’Accademia Prussiana delle Arti hanno dato un notevole impulso alla modernizzazione della scena artistica berlinese.

Max e Martha Liebermann nel loro palazzo al n.7 di Pariser Platz

La mostra, elegantemente presentata alla stampa direttamente dal direttore del Museo, Gregor H. Lersch e dalla curatrice Alice Cazzola, presenta trentadue opere tra dipinti, disegni, pastelli e acquerelli e si sviluppa attraverso un percorso cronologico. Si parte dagli autoritratti giovanili e dai ritratti agli stretti familiari per passare ai viaggi di studio in Olanda dove l’artista, sensibile al messaggio sociale, in particolare quello del pittore realista Jean-François Millet, si appassiona ai soggetti offerti dalla natura e al duro lavoro della vita di campagna. Mostra contadini, proletari, ospedali, ospizi, orfanatrofi, al punto di essere etichettato come il “pittore dei poveri”.

La terza sala offre degli splendidi ritratti di figure d’eccellenza nel campo dell’arte, (Theodor Fontane, Richard Strauss, Hans Grisenbach, Else Leder, Wilhelm Bode), della scienza, (Ferdinand Sauerbruch), della politica (Paul von Hindenburg), dell’industria (Emil Rathenau) e molti altri. In pratica l’élite intellettuale e artistica tedesca dell’epoca.

Fotografia aerea con vista sulla facciata ovest del Palazzo di Max Liebermann a sinistra della Porta di Brandeburgo (ca 1920-1939).

Grande fu l’ammirazione di Liebermann per Goethe: spesso citava scritti del poeta e aveva studiato a fondo le descrizioni presenti nel suo Italienische Reise. Sei furono i viaggi che Lieberman fece in Italia, sue opere si trovano nelle collezioni dei musei di Venezia, Firenze, Milano, Roma e Trieste. La sala 4 ha come soggetto la residenza estiva dell’artista in riva al Wannsee, “fonte di ispirazione per l’opera tarda”.

Max Liebermann, Ragazzi al bagno, 1899, olio su tavola (Galleria d’Arte Moderna, Milano)

Il Reformgarten, il giardino in riva al lago diventa il soggetto di centinaia di dipinti e lavori su carta (terrazza floreale, panchina sotto il castagno, cespugli attorno alla casa del giardiniere, il sentiero di betulle).

Affresco originale della Villa di Livia a Prima Porta (Roma)
Il Direttore del Museo casa di Goethe, dott. Gregor H. Lersch, durante la presentazione alla conferenza stampa

Ma è l’ultima opera in mostra che ci emoziona più delle altre, perchè ci racconta l’operazione più suggestiva dell’artista berlinese in questa villa sul Wannsee. Si tratta della pittura parietale nella loggia, dove Liebermann ripropone una libera interpretazione degli affreschi ammirati nel suo soggiorno romano del 1911 a Prima Porta, nella Villa di Livia, moglie dell’imperatore Augusto, scoperti nel 1863, oggi esposti nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo.

Marco FIORAMANTI  Roma 22 Settembre 2024