Nelle librerie “Ritorno a Sukut”, secondo romanzo di Sergio Martini.

di Silvana LAZZARINO

Grande attesa per il secondo romanzo di Sergio Martini: “Ritorno a Sukut” (Felici Editore) nelle librerie dal prossimo 11 ottobre 2024

Considerato già una promessa letteraria pur non essendo la scrittura il suo lavoro principale, Sergio Martini, classe 1985 nativo di Carrara, laureato in Giurisprudenza e responsabile degli affari generali in una società di La Spezia, è al suo secondo romanzo “Ritorno a Sukut”  (Felici Editore) nella collana AcquaRagia diretta da Antonio Celano, che già si preannuncia un successo. A rendere il suo romanzo interessante, è quell’atmosfera onirica e surreale, ma anche visionaria con cui nella vicenda sono affrontate questioni legate all’esistenza con particolare attenzione al comportamento e alla natura dell’uomo affascinante e inquietante ad un tempo, sempre più imprigionato da interrogativi legati al suo essere e preso da mille contraddizioni alla ricerca di se stesso tra il sentirsi viaggiatore errante aperto alle novità pieno di sogni e persona miserabile e fallita oramai disillusa, come anche dominatore e vittima.

Sergio Martini

Dopo gli ottimi riscontri del suo primo romanzo “Vascelli di carta”,  classificatosi in testa, ben prima della sua  pubblicazione, al premio “Gli Inediti 2019» di Sarzana e, sempre nello stesso anno, al premio letterario internazionale «Città di Pontremoli – Sezione narrativa inedita”, non mancheranno riconoscimenti e apprezzamenti con questa seconda opera che arriva nelle librerie dal prossimo 11 ottobre 2024.

Fin da dalle prime righe la trama si preannuncia avvincente. E’ la storia di un uomo, prigioniero di un’esistenza ormai piatta e noiosa, che per caso ritrova l’agenda su cui aveva appuntati i suoi sogni di adolescente, quando aveva progettato un lungo viaggio in treno per Sukut, una città di un Oriente estremo e misterioso, allora occupata da un regime militare. Alla stazione, come colto da un raptus, abbandona tutto e sale su un treno per realizzare il suo antico progetto di gloria. Dopo aver conosciuto singolari anime e attraversato deserti, steppe e città, allegorie di antichi sogni di gloria che il tempo ha logorato e vinto, all’arrivo, scopre che Sukut è stata liberata grazie a un uomo mascherato chiamato il Kesa. Ma che la libertà non è diventata Libertà. A partire da qui le tracce dei due si confondono come in un tragico gioco di specchi tra aneliti all’indipendenza e ritorni all’oppressione. E, dunque, chi è il Kesa? Un liberatore, un dittatore o solo una maschera? E chi è il suo antagonista? Un eroe, un uomo confuso dai riflessi del suo io, o solo un altro inganno della Storia? Fuggito da sé stesso l’uomo arriverà alle definitive risposte in una New York malinconica e ingorgata di rimpianti, dove il delirio di gloria e fuga, come nella leggenda di Eleazar a Masada, avviene in una prigione da cui non si è mai veramente fuggiti.

“Ritorno a Sukut” è un romanzo potente e visionario, un’allegoria psicologica e delirante dov’è tutto il nostro Novecento con le sue inquietanti ombre storiche, psicologiche, generazionali e individuali. Dalla soluzione obbligata. Un romanzo che ci pone – come scriveva Friedrich Nietzsche – di fronte a quell’abisso che, quando guardato, inesorabilmente ci guarda. Illusione e disillusione, la natura della libertà, il peso del passato, l’ambizione ed i suoi limiti: il lettore si troverà a fare riflessioni personali sulla propria vita, riga dopo riga, e a introiettare alcune citazioni chiave presenti nel libro.

Guardatevi indietro: vi sentite nomade o relitto?” – Questa domanda, posta al protagonista durante il viaggio in treno, riassume il tema centrale dell’illusione e della disillusione; “La consapevolezza è il diserbante di ogni intento.” – Kesa, con questa frase, sottolinea il potere distruttivo della verità e della consapevolezza; “Non è facile neppure essere normali!” – l’affermazione mette in discussione la presunta semplicità della vita ordinaria; “Questo è il tuo Finale, quello che avevi programmato vent’anni fa. Io mi fermo qua e tu farai come ti ho detto...” – Kesa offre al protagonista la possibilità di realizzare il suo piano, ma a quale costo?

​Attraverso la storia del protagonista, Sergio Martini esplora temi universali come la ricerca della libertà, il peso del passato e la lotta per l’affermazione personale. La scrittura evocativa e ricca di dettagli crea un’atmosfera surreale e onirica, lasciando al lettore la libertà di interpretare i molteplici livelli di significato del testo. “Ritorno a Sukut” regala una storia dove si parla di contraddizioni proprie della natura umana, una storia che non deluderà e di cui sentiremo parlare a lungo.

Per maggiori informazioni è possibile visitare sia il sito della Casa Editrice, sia il sito dell’Autore:

www.felicieditore.com

www.sergiomartini.net

Silvana LAZZARINO Roma 6 Ottobre 2024