di Lorenza MOCHI ONORI
Pubblichiamo con vera soddisfazione e massima gratitudine la documentazione del tutto inedita che la Prof.ssa Lorenza Mochi Onori ha raccolto circa la collezione Barberini di opere d’arte, conservata nel palazzo Barberini alle Quattro Fontane che, rispetto a quella già pubblicata con enorme successo sulla nostra rivista (Cfr L’archivio segreto dei barberini documenti e studi inediti di lorenza mochi onori prefazione ntroduzione e inventario) conobbe una successiva divisione, stavolta con i Corsini di Firenze, a seguito del matrimonio dei rispettivi rampolli (vedi l’Introduzione della studiosa). La valutazione di tutto quanto attinente all’arte fosse presente nel Palazzo venne affidata nel 1932 ad Ettore Sestieri, uno dei personaggi – insieme con i fratelli- in quel torno di anni tra i più noti e attivi nel campo del mercato dell’arte a Roma, tanto che non a caso in precedenza era stato nominato curatore anche della dispersione della collezione del principe Rospigliosi. Egli tuttavia dovette superare non poche difficoltà nel fornire valutazioni confacenti, dato che, come scrive lui stesso, si era
“in un periodo nel quale l’arresto di qualsiasi attività nel mercato artistico è venuto ad eliminare ogni immediato elemento di controllo“.
I documenti che la Prof.ssa Mochi Onori pubblica oggi rivestono un’importanza davvero eccezionale, tanto dal punto di vista filologico che da quello più marcatamente artistico aprendo per la prima volta non solo agli studiosi ed agli addetti ai lavori ma anche a quanti, amanti delle belle arti, si appassionano nella ricerca e nello studio, la possibilità di conoscere su cosa fondasse in buona misura il punto di forza di una famiglia aristocratica romana del tempo, e di come la straordinaria raccolta di opere d’arte ne testimoniasse la forza non solo economica ma di riflesso anche una idea di grandeur, credito, potenza in grado di esaltarla tra tanti pari grado.
I volumi riguardanti il primo Le pitture (di ben 278 pp.) e gli altri due Arazzi, Sculture e Mobili (ciascuno di 224 pp.) che pubblichiamo in Pdf -per precisa volontà della studiosa che intende metterli a disposizione degli interessati- sono il risultato di quanto Sestieri annotò e valutò con estrema precisione, stanti le difficoltà che dicevamo, in tre c’è da credere impegnativi lavori la cui disamina consente oggi a tutti di conoscere quali opere rimasero nel palazzo prima della dispersione nonchè quali invece furono divise fra gli eredi, seguendo così il tragitto che fecero arredi e opere di straordinaria importanza. Tra le quali – e sembra incredibile a dirsi oggi- quelle di Caravaggio, Dürer, Poussin (queste ultime perchè considerate non italiane !!) cui lo Stato malamente rinunciò ma non quanti – come scrive l’autrice
“giravano intorno ad una collezione ricchissima e trascurata dai possessori, che era da tempo miniera per antiquari e collezionisti italiani e stranieri”.
Ringraziando ancora la Prof.ssa Mochi Onori che consente ancora una volta ad About Art di rendere pubblici registri inventariali di eccezionale rilievo scientifico, ci uniamo a lei nei ringraziamenti ai membri della famiglia Barberini, la principessa Giovanna e i suoi figli, Benedetto, Urbano, Francesca e Giovanni, nonchè al Principe don Augusto, grazie alla avvedutezza del quale è possibile oggi mettere a disposizione queste preziose carte di famiglia.
Pubblichiamo di seguito l’Introduzione della Prof.ssa Mochi Onori, i frontespizi delle valutazioni operate da Ettore Sestieri sui Dipinti e su Arazzi, Sculture, Ceramiche, Soprammobili, Marmi e Argenterie, e i Pdf del primo volume (dedicato ai dipinti) e degli altri due.
INTRODUZIONE
di Lorenza MOCHI ONORI
La dispersione della collezione
Dopo la divisione del fidecommisso con il ramo Sciarra Colonna e dopo la causa terminata nel 1811[1], la collezione Barberini, conservata nel palazzo Barberini alle Quattro Fontane secondo la configurazione riportata nell’inventario del 1844, già edito in questa sede (Cfr. About Art numero speciale L’archivio segreto dei barberini documenti e studi inediti di lorenza mochi onori prefazione ntroduzione e inventario), subisce una ulteriore divisione con la famiglia dei principi Corsini di Firenze a seguito del matrimonio delle due figlie di Carlo Felice Barberini, Anna e Maria Luisa, con due esponenti di questa famiglia nel 1881. Molte opere della collezione Barberini, esattamente i 3/8, passarono nella collezione fiorentina dei principi Corsini.
Anche il principe Enrico Barberini, infatti, non aveva eredi maschi ed erede del patrimonio e del nome era la figlia, Maria Barberini, che sposava nel 1891 Luigi Sacchetti, secondo genito del Marchese Urbano e di Donna Beatrice Orsini; i figli continueranno il nome e i titoli Barberini ed erediteranno l’immenso patrimonio artistico della famiglia romana, che era ancora tale da costituire uno splendido museo.
L’ultimo importante inventario redatto per la famiglia è la valutazione fatta di tutte le opere del palazzo ad opera dell’antiquario ed esperto d’arte Ettore Sestieri nel 1932, molto interessante per le note storico artistiche che accompagnano ogni opera. A questo inventario si lega la successiva divisione ereditaria della collezione. Anche in questo documento si rileva la destinazione degli ambienti prima dell’utilizzo da parte del Circolo Ufficiali, anche allora erano in gran parte affittati, in particolare gran parte del piano nobile era occupato dall’ambasciata di Spagna.
L’inventario del 1932 sembra voler definire il patrimonio artistico della famiglia in vista della divisione della collezione o della successiva transazione con lo Stato italiano, ma non fu in questa sede che venne stabilita la lista delle opere da dare allo Stato in cambio della libertà di vendita della collezione, questa operazione fu eseguita da una commissione di storici dell’arte. È difficile dire se la scelta fu determinata solo dal gusto dell’epoca, se la transazione, così sfavorevole per lo Stato, che rinunciava ad opere del Caravaggio, di Durer e di Poussin, queste ultime considerate non italiane, non fu anche influenzata dagli appetiti che giravano intorno ad una collezione ricchissima e trascurata dai possessori, che era da tempo miniera per antiquari e collezionisti italiani e stranieri [2].
L’ultima tappa di questa vicenda è il Regio Decreto legge del 26 aprile 1934, che come è noto, su richiesta dei principi Barberini e Corsini, i due rami fra i quali era stato spartito il fidecommisso Barberini nel 1881, intendeva di dividere le collezioni fidecommissarie in tre parti, delle quali la prima andava allo Stato, quale donazione e risarcimento per ogni tipo di tassa, anche di esportazione, relativa ad un secondo lotto di dipinti che, in base a questa donazione, sarebbe restato in piena disponibilità dei principi, con facoltà di esportare e vendere liberamente all’estero. Un terzo gruppo di quadri sarebbe rimasto in loro proprietà ma sottoposto al vincolo delle leggi vigenti sulle opere di interesse artistico e storico. Di quest’ultimo gruppo di opere 112 pezzi furono acquistati dallo Stato nel 1952.
Il palazzo fu affittato al Circolo Ufficiali, come desiderava Mussolini, che lo fece arredare utilizzando anche molti pezzi di provenienza Barberini, in particolare quelli lasciati nel palazzo perché indivisi, integrati da opere provenienti dal mercato antiquariale e in particolare dal distrutto palazzo Torlonia in piazza Venezia. Il salone Pietro da Cortona fu allora trasformato nel “Salone dei condottieri”, in cui campeggiava il ritratto dello stesso Mussolini, che lo inaugurò personalmente con una fastosa cerimonia nel 1935.
L’antiquario Ettore Sestieri redasse gli inventari e stimò la collezione in vista della transazione con lo Stato italiano; il lavoro consta di tre volumi rilegati che riportano il titolo, Le pitture (278 pp.) e gli altri due Arazzi, Sculture e Mobili (ciascuno di 224 pp.), gli ultimi due sono copie identiche, una sola però riporta annotazioni interessanti (tutte le parti aggiunte a penna o a matita sono state rese in corsivo nella trascrizione).
Ai tre volumi rilegati si aggiunge un quarto, datato 29 maggio 1956, firmato anche questo da Ettore Sestieri assieme a Giulio Selleri, redatto a seguito dell’incarico avuto dagli avvocati Paolo Serafini e Antonio Orlandi di eseguire la divisione delle opere mobili dell’eredità della defunta Principessa Maria. L’incarico prevedeva la divisione di tutte le opere di proprietà della Principessa in sette lotti di pari valore e suggerisce di quali opere, di particolare importanza, sarebbe stato opportuno mantenere la proprietà in comune.
La disamina di questi importanti documenti permette di puntualizzare quali opere erano rimaste nel palazzo prima della dispersione, quali furono divise fra gli eredi e seguire così il destino di opere di straordinaria importanza.
Gli eredi di Maria Barberini (1872-1955) furono i sette figli nati dall’unione con Luigi Sacchetti (1863-1936): don Enrico (1892-1973), futuro IX principe di Palestrina, sposato alla contessa Henriette Frankenstein (1895-1988); don Urbano (1895-1973), sposato alla marchesa Maria Concetta Fossi; don Maffeo (1897-1967) che sposava la nobile Maria Rosaria Tracagni; don Francesco (1898-1959) che sposava donna Ippolita Cattaneo della Volta dei duchi di San Nicandro e principi di Termoli; don Carlo (1905-1959); donna Beatrice (1906-1983) che sposa il conte Carlo Mapelli Mozzi; don Giulio (1910-1977) che sposa donna Giacinta Guglielmi dei Guglielmi di Vulci.
Questi sono i nomi che compaiono in diversi appunti aggiunti a penna o a matita ai testi battuti a macchina sia degli inventari che del preliminare della divisione ereditaria.
Don Enrico, il primogenito, muore tre anni dopo la madre nel 1958 senza eredi, l’unico figlio ed erede era morto nel 1947 a soli 24 anni; questa tragedia segnerà la moglie Henriette che straziata dalla perdita dell’unico figlio, che cercherà anche di mettere sugli altari, mostra una sorta di cupio dissolvi nei confronti della collezione, quasi in odio al casato di cui il figlio avrebbe dovuto essere a capo.
Capo della casata divenne don Augusto (1923-2011), figlio di don Francesco, che nel 1960 convola a nozze con donna Giovanna dei marchesi della Chiesa.
Alla principessa Giovanna, alla quale mi lega una sincera amicizia e stima, e ai suoi figli, Benedetto, Urbano, Francesca e Giovanni dedico queste mie ricerche. Devo infatti la pubblicazione di questi importanti inventari alla lungimiranza del Principe don Augusto che mi donò personalmente queste carte di famiglia quando dirigevo la Galleria Nazionale d’Arte Antica, conoscendo il mio interesse per le vicende della collezione e con lo scopo di dare un importante apporto alla conoscenza.
Pensando di interpretare questo suo desiderio gli inventari originali saranno donati agli archivi della Galleria Nazionale, che già possiede importanti documenti sull’origine delle collezioni che conserva, come gli inventari della collezione Torlonia.
NOTE
[1] Le divisioni e la perizia eseguite da Vincenzo Camuccini e Gaspare Landi saranno oggetto di una prossima pubblicazione su About Art, sempre in questa serie relativa alle vicende e agli inventari della Collezione Barberini
[2]Come avvenne nel 1889, in occasione dell’acquisto degli arazzi dell’arazzeria Barberini, conservati in pessimo stato nella sala della guardaroba, da parte di Charles Ffoulke che, come racconta egli stesso, gli furono consegnati dalla principessa Maria per poco prezzo. Arazzi provenienti dalla collezione Barberini sono ora conservati a St,John The Divine a New York, al County Museum di Los Angeles a Pasadena, nell’Isabella Stewart Gardner Museum a Boston, nel museo di Filadelfia, ecc.
Dott. Ettore Sestieri
Roma, 31 gennaio dell’anno 1932.X.
Nel compilare catalogo delle Pitture della Collezione Barberini, abbiamo limitato le attribuzioni a quelle che ci sono sembrate veramente attendibili in base a comparazioni convincenti, od a certe notizie documentarie, pensando che alla dubbia indicazione di un nome, fosse da preferirsi quella meno precisa, ma più sicura, della sola corrente artistica nella quale il dipinto stesso poteva collocarsi.
Circa la indicazione dei valori, oltremodo ardua nell’attuale periodo nel quale l’arresto di qualsiasi attività nel mercato artistico è venuto ad eliminare ogni immediato elemento di controllo, ci siamo attenuti ad un criterio medio, tenendo conto dei valori raggiunti negli ultimi tempi di movimento commerciale e dalle difficoltà create dalla stasi che oggi domina in esso.
Il presente catalogo comprende n.378 quadri di libera proprietà per a somma complessiva di Lit.1.194.375 (unmilionecentonovantaquattromila terecentosettantacinque). A questi è stato aggiunto un gruppo di n.5 quadri i quali possono ritenersi esenti dal vincolo di Fidecommesso pur portando la sigla di esso. Segue ancora un secondo gruppo di n.8 quadri dei quali occorre controllare la legittimità del vincolo Fidecommissario e infine un ultimo gruppo di di n.71 quadri ai quali non si è creduto di attribuire alcun valore. Il Catalogo comprende n.278 pagine scritte sulle due facciate ed è stato redatto dal sottoscritto con le maggiori cautele di fede, coscienza e precisione.
Dott. Ettore Sestieri 31 gennaio dell’anno 1932.X.
I-Barberini dipinti II-Barberini dipinti
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PERIZIA DEGLI OGGETTI MOBILI
Provenienti dalla eredità della Principessa MARIA BARBERINI
Ettore Sestieri 20 maggio 1956
Premesso che i Sigg. Fratelli Barberini, Eredi della Principessa Maria Barberini si sono accordati per chiedere a noi sottoscritti di prestare la nostra consulenza per quanto appreso, come da lettera 25-1-1956, firmata dagli Avvocati Paolo Serafini e Antonio Orlandi, qui di seguito trascritta:
– ricognizione dei mobili, arredamenti e opere d’arte relitte dalla Principessa Maria Barberini e indicate nell’inventario redatto a partire dal 30 giugno 1956
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degli arredamenti e opere d’arte esistenti nell’appartamento in locazione al Circolo delle Forze Armate…….
– Id. dei mobili e oggetti che si trovano nella Villa della Camilluccia in consegna al Principe Enrico Barberini.
– Id. dei mobili e arredamenti che si trovano nell’appartamento di Don Francesco Barberini in Roma, Viale Mazzini, n.11
– Id. di quanto oggetto di legato di cui all’unità nota.
– Id. di quanto altro sarà per essere indicato.
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suggerire lo stralcio delle opere d’arte di particolare interesse e valore da tenere in comunione, indicando il valore di ognuna.
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stimare i legati
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stimare tutti gli altri mobili oggetti e arredamenti e, limitatamente a questi formare sette lotti omogenei e possibilmente di uguale valore da sottoporre agli eredi per la divisione.
I sottoscritti hanno preso in esame gli oggetti provenienti dalla Eredità della predetta Principessa al fine di stabilire gli autori ( quando si trattava di opere d’arte), lo stile e lo stato di conservazione ( quando si trattava di mobili od altro) e in ogni caso il tempo in cui sono stati eseguiti. In base a questi elementi è stato poi indicato il valore di ciascun oggetto, valore corrispondente alla situazione attuale sul mercato italiano. Per le opere d’arte di particolare importanza, di cui al N.2 del suddetto mandato, si è creduto di indicare il valore realizzabile sul mercato italiano e quello realizzabile sul mercato straniero. Per quanto si riferisce al progetto di formazione dei lotti i sottoscritti sono in attesa di istruzioni.
I sottoscritti hanno assolto il loro compito con la dovuta coscienza ed attenzione.
L’ammontare totale è di L. 124.209.700 (centoventiquattro milioni duecentonovemila e settecento).
Tra gli oggetti esaminati vi sono poi 216 lastre di rame di varie dimensioni, destinate alla incisione a stampa. Esse sono state depositate a scopo di studio presso il Direttore della Calcografia Nazionale, prof. Carlo Alberto Petrucci. Prive di valore, bisognose di costose ripuliture per servirsene, possono tuttavia rappresentare utile materia di scambio con oggetti provenienti dalla Principessa Maria Barberini, ora proprietà dello Stato.
Si indica infine qui di seguito altre somme parziali:
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Abitazione Conte Mapelli 430.000
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Abitazione don Francesco 4.335.000
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Abitazione don Enrico 18.700.000
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Abitazione don Giulio 1.375.000
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Legati a don Urbano 7.438.000
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Legati a don Augusto 3. 525.000
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Oggetti stralciati come di particolare
Interesse
(Per tali oggetti la valutazione ha carattere indicativo. Nella somma generale e in quella scritta qui a fianco è indicato il valore reperibile sul mercato nazionale.) L. 39.150.000
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Oggetti da considerarsi immobili per
Destinazione
(L’ammontare di tali oggetti non è compreso ovviamente nell’ammontare dell’elenco generale.) L. 11.030.000
Ettore Sestieri 20 maggio 1956
Perizia completa di tutta l’eredità di Maria Barberini
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