Dalla famiglia dei Brueghel a Jan il vecchio, un “Paesaggio con mulini a vento” tra gli acquisti di Bernardino Spada durante la nunziatura in Francia (1624 – 27).

M. Lucrezia VICINI

Jan Brueghel il Vecchio (Bruxelles 1568 – Anversa 1625)

Paesaggio con mulini a vento 

Olio su tavola, cm. 30.3 X 47,4 Inventario: n. 126 Collocazione: Terza sala Provenienza: collezione del cardinale Bernardino Spada Iscrizioni: in basso a sinistra, al di sotto della cornice, la firma e la data: Brueghel, 1607

Il dipinto rientra probabilmente in una serie di quadri di Paesi di Fiandra, acquistati dal cardinale Bernardino Spada (1594-1661) mentre era nunzio apostolico in Francia (1624-1627).

 In un suo libro di conti di questo periodo, alla data 22 dicembre 1626, si trova in effetti registrata una spesa per Paesi di Fiandra dipinti; sotto la data dell’aprile 1627 una spesa per Imagini di Fiandra; o l’11 maggio 1627 una spesa per Paesi in pittura n. 15. (1) ( Cfr, Cannatà, in Cannatà Vicini, 1992, p. 43; FSV,ASR, vol. 480, cc. 81,83, 127).

 Nell’inventario dei  suoi beni ereditari del 1661 il dipinto figura tra le opere dell’attuale quarta sala del Museo e descritto  senza riferimenti attributivi come  Un paesino, diverse figure, e mulino a vento (2) (Cfr, Cannatà, in Cannatà, Vicini, 1992, pp. 29 e 63).  Invece nell’inventario dei beni mobili del 1759 è  elencato in terza sala, collocazione che conserva tutt’oggi,  con la generica attribuzione a Brueghel. E’così ricordato:

Un quadro di palmi due, ed uno e mezzo per traverso cornice color di noce, con tre filetti dorati rappresenta due mole a vento con figurine, e carri, dipinto in legno, opera del Brughel 50 3 (Cfr, Zeri, 1954, n.677, pp.46 – 47; Cannatà, Vicini, 1992, p. 172, n.677).

Sempre con il generico riferimento a Brueghel, cui si mantiene anche il De Montault (4)1870, p. 444), compare sia nel fidecommesso del 1823 che lo registra come Un paesaggio fiammingo, di Bruguel (Cfr, Cannatà,Vicini, 1992, p.188), sia nell’appendice al fidecommesso del 1862 dove è riportato come: Paesaggio, Bruguel ( Cfr, Cannatà,Vicini, 1992, p.190).

Nella ricognizione inventariale di Pietro Poncini del 1925 e nella coeva stima di Hermanin che valuta lire 35.000 è identificato come opera di Pieter Brueghel il giovane e così menzionato Paesaggio, Peter Brueghel il giovane (Cfr, Cannatà,Vicini, 1992, p.194, 196-199).

 L’assegnazione a Jan Bruegel il vecchio, anziché al fratello Peter Bruegel il giovane, come suppone Hermanin (1925, in Cannatà, Vicini, 1992, pp. 196-199; 1931, p. XLII) sostenuto da Porcella (1931, p. 188) che lo confronta con un piccolo paesaggio nel Museo di Anversa,  e da Lavagnino (1933, pp. 8, 11), oppure al figlio Jan Bruegel il giovane, secondo l’ipotesi  di Fokker (1932, p. 134) che suggerisce che lo spunto sia stato fornito dall’analogo dipinto di Jan  Bruegel il vecchio nel Museo del Prado a Madrid, e di Van Puyvelde (1950, p.183), viene avanzata da Zeri (1954, pp.46-47), sulla base del riscontro con il disegno preparatorio del dipinto autografo presso il Metropolitan Museum of art di New York, disegno identificato da Ten Eyck Gardner (1951, comunicazione orale in Zeri, 1954, p. 47).

 Un disegno di incerta attribuzione al pittore, è stato esposto da Colnaghi,s a Londra (Ertz,1979). L’attribuzione è confermata da Carandente (1966, p. 17).

L’opera rientra nei canoni della tradizione paesaggistica fiamminga della prima metà del ‘500 che aveva avuto come massimi interpreti Joachim Patinier, Henri met de Bles e Cornelis Van Dalem, ai quali si aggiunse Peter Brueghel il Vecchio.

Sull’esempio di questi maestri di paesaggi, Jan brueghel il vecchio presenta una veduta a volo d’uccello, dall’alto in basso, favorendo una più vasta visione del panorama e inoltre utilizza linee verticali e oblique per conferire maggiore profondità alla composizione. Essa infatti si sviluppa entro due diagonali che si incrociano a destra del quadro, nel tratto della vallata in cui la strada si congiunge con il fitto e boscoso villaggio che si perde nella foschia in un orizzonte lontano.

In primo piano la rappresentazione si anima di una scena di vita quotidiana con minuziose figure sparse, non necessariamente numerose a imitazione soprattutto del Patinier che subordinava le figure al paesaggio.

Al centro alcune donne parlano amichevolmente tra loro mentre intorno carrettieri e contadini si adoperano nel trasporto e nel carico di farina prelevati dal mulino che si alza sull’altura a sinistra, prospetticamente allineato agli altri in fuga verso la valle dove spicca pure il campanile di una chiesa.

Si tratta di umili personaggi, iconograficamente affini ad esemplari di Peter Brueghel il vecchio di cui il figlio Jan fu stretto seguace e rappresentati forse con lo stesso spirito moralistico paterno. Non a caso, le figure con la testa coperta da cappucci e sciarpe che gremiscono i paesaggi di Peter e che il pittore, sotto l’impulso dell’etica protestante ha voluto rivestire del significato moralistico di peccatori (Grossman, 1958, pp.794-811), ritornano in molte composizioni di Jan. In particolare, la figura del contadino curvo sotto il peso del sacco di farina e con il capo coperto, visibile ad esempio nei due dipinti di Peter raffiguranti il Censimento di Betlemme dei Musèe Royaux des Beaux Arts di Bruxelles, e Il trasporto della Croce del Kunsthsistoriches Museum di Vienna, compare in Jan nel nostro dipinto sull’altura a sinistra e nel  Fiume con i mulini a vento nella Galleria Sabaudia di Torino.

Queste citazioni paterne si arricchiscono nel paesaggio di una particolare scelta di valori cromatici e luministici desunti nel suo soggiorno romano (1592-94), dalla conoscenza delle opere  del Muziano e dai contatti diretti con Paul Brill, dalla collaborazione col Rubens nel primo ventennio del ‘600. Qualità pittoriche che conferiscono alla rappresentazione, anche per la resa del bosco, del tipo del Conizloo, una dimensione fantastica e misteriosa.

Il soggetto molto caro al pittore, è stato da lui replicato più volte con varianti.  Ne esiste un altro esempio al Prado, uno al Louvre, uno a Monaco,  uno nel castello di Schleissheim, un Paesaggio invernale con mulini a vento nella Galleria d’Arte Antica a Roma, il citato Fiume con mulini a vento di Torino, una Pianura con mulini a Dresda  (Hertz, 1997).

M. Lucrezia VICINI  Roma 3 Novembre 2024

NOTE

1) Cannatà R., La Galleria di Palazzo Spada. Genesi e storia di una Collezione, in Cannatà R., Vicini M.L. Roma  1992, p. 43; Fondo Spada Veralli. Archivio di Stato di Roma vol. 480, cc. 81,83, 127.

2) Cannatà R., in Cannatà, Vicini,  cit. 1992, pp. 29 e 63

3) Zeri F., La Galleria Spada in Roma, Firenze, 1954 , n.677, pp.46 – 47; Cannatà R.  Vicini M.L.cit. 1992,  n.677, p. 172

Bibliografia

De Montault., 1870, p.144; Hermanin., 1925, n.167;

Porcella 1931 p.188; Hemanin 1931, p. XLII; Fokker 1932, p.134; Lavagnino 1933, pp.8 e 11; Van Puyvelde 1950, p.183; Ten Eyck Gadner 1951, comunicazione orale in Zeri  1954, pp.46 – 47; Grossman 1958, pp.794-811; Salerno 1977,pp. 30-35; AA.VV. 1966,p.17, tav. n.25; Carandente, 1967, p.17; Hertz 1979, pp. 64-65 e 164-166; Bod, T. – Ertz, K., 1979; Collobi Ragghianti, L., 1990, pp. 272-273, fig. 553; Cannatà – Vicini, 1992, n.677, p.188; p. 190, n.15; p.194, n.15, 198, n.15; Hertz, 1997, pp.231-233

Grossman F., ad vocem, Enciclopedia Universale dell’Arte, Vol.II, Roma 1958

Grossman F., Pieter Brueghel: Complete edition of the paintings. London and New York, 1973

Hertz K., Jean Brueghel l’Aine, in Brueghel une dinastie de peintres, Catalogo della Mostra, Palais des Beaux Arts, Bruxelles, 1979

Collobi Ragghianti, L., Dipinti fiamminghi in Italia(1420-1570), Bologna 1990

Hertz K., Brughel-Brueghel. Kulturstiftung Ruhr, Villa Hugel Essen . Catalogo della Mostra, 1997

Carandente G., Catalogo della mostra dei dipinti fiamminghi nelle collezioni romane, Roma 1967