Ugo Scoppetta ad About Art (II parte): come lo sviluppo scientifico e tecnologico hanno ‘colonizzato’ la mente umana.

di Marco FIORAMANTI

IL LINGUAGGIO È UN VIRUS

William BurroughsThe Ticket That Exploded (1962)

Intervista in due puntate a Ugo Scoppetta di Marco Fioramanti

Seconda puntata

Dopo il primo incontro (Cfr.https://www.aboutartonline.com/schizo-estetica-e-media-la-percezione-contaminata-ne-parla-ugo-scoppetta-ad-about-art-intervista-in-due-puntate/) vengono qui analizzate le strategie comunicative e il modo in cui l’informazione culturale è in grado di diffondersi e rigenerarsi. La radice della memetica – la scienza dei memi – è un campo di studi che definisce il meme come unità basica dell’evoluzione culturale. Esempi comuni di memi includono ritornelli musicali, icone visive pop, filastrocche, parole di tendenza, messaggi strutturati ecc.

-Parlami della Memetica, dei Memi, i Virus della mente.

R: Il termine “meme” fu coniato dal Premio Nobel Richard Dawkins nel libro Il gene egoista (1976) e la sua etimologia deriva dalla radice greca di ‘mimema’ = ciò che è imitabile. Dawkins estese all’informazione culturale il concetto di selezione naturale scoperto da Darwin, secondo il quale negli organismi viventi esiste un meccanismo mirato a promuovere la sopravvivenza e la riproduzione degli individui più adatti a discapito di quelli più deboli. Per lo scienziato inglese un meme poteva essere un motivetto facile, una frase ad effetto, un modo di abbigliarsi, ma anche una idea scientifica o religiosa.

I Virus della Mente sono tra noi. Non poteva non accadere in un mondo dove la tecnologia delle comunicazioni ha azzerato il concetto di distanza e tutto accade in tempo reale. L’ultimo spazio che rimane ora da conquistare è quello contenuto tra le nostre orecchie.

I mutamenti attuali degli stili di vita sono tutti connessi all’evoluzione convergente dei mezzi di comunicazione: smart and i-phones, tablets, tv satellitari, internet hanno globalizzato le informazioni e i dati rendendoli immediatamente trasferibili e condivisibili. Questa è la scena di un mondo dove l’innovazione dovrebbe essere più cruciale della produzione, in cui gli investimenti dovrebbero essere mirati ad acquisire nuovi concetti, idee operative o i mezzi strategici per ottenerli. Un mondo mirato in cui la velocità è la costante e il cyberspazio è la nuova frontiera immateriale di conquista. Nell’ipermondo saturato da immagini, i memi, le idee virali dotate di maggior potere invasivo avranno massima diffusione mirata al Mind Share.

Mentre la quota di mercato (Market Share) indica ciò che si produce e si vende di un determinato prodotto/servizio, il Mind Share misura la quota di ritenzione mnemonica inconscia. L’attività di ritenzione mnemonica si basa sul concetto di Mind Share: secondo questo approccio, il nostro cervello è sottoposto quotidianamente a una enorme quantità di stimoli cognitivi (radio, televisione, giornali, riviste, cinema, cartelloni pubblicitari, email, tweet, sms, Social Networking ecc.). Questi stimoli, se non sono ripetuti o se hanno bassa rilevanza per il nostro stile di vita tendono a non lasciare traccia, a essere considerati un “rumore di fondo”.

Ad esempio Facebook non è il nostro amico-diario che ci interfaccia con il mondo, ma è un surveillance engine, una piattaforma digitale di vigilanza e sorveglianza social-commerciale a servizio del sistema planetario.

– Dunque i Memi sono idee virali?

R: Uno slogan pubblicitario, quando comincia a essere ripetuto come intercalare nelle conversazioni, diventa un meme, anche una ricetta culinaria è un meme, il ritornello di una canzone (pensiamo a Gnam-Gnam Style di Psy), ma anche un’ideologia, una teoria scientifica, una religione sono dei memi.

E i memi stanno alla memetica come i geni stanno alla genetica: se l gene è una unità contenente informazioni specifiche in grado di rigenerarsi, il meme è una unità contenente pezzetti di informazione culturale in grado di venire replicata e dunque diffondersi. La memetica analizza dunque il modo in cui la cultura si trasmette grazie al riprodursi dei suoi elementi, i memi appunto. Nell’ottica della memetica non importa quanto un’idea sia valida o profonda, ma come e quanto si diffonda e si replichi, che cosa determini la forza di un meme e la facilità del suo propagarsi, come si possa spiegare la presa, ad esempio, di alcuni messaggi pubblicitari, politici rispetto ad altri, o di ideologie o culti anche se distruttivi.

La Memetica è il codice genetico della cultura contemporanea che è basata sulle estetiche audio-visuali veicolate dai mass-media convergenti. La memetica applicata è la strategia fondamentale sottesa a tutti i settori della comunicazione in ambito politico, religioso, scientifico, commerciale, spettacolare e ipermediale.

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– A cosa serve capire in che modo funzionano i memi?

R; Dietro ogni forma di comunicazione umana vi è una trasmissione di idee, nel corso della storia umana un corpus abbastanza omogeneo di esse (miti, stereotipi, fobie, utopie, distopie, sistemi di classificazione dominanti) ha avuto la possibilità di sopravvivere replicandosi continuamente e allo stesso tempo mutando forma. Le idee che sopravvivono meglio sono quelle che permangono, modificando forme pur preservandosi nella sostanza. Siamo già entrati nel mondo di “Matrix”, la matrice nascosta dietro ogni sistema culturale e sociale.

I media contemporanei sono entità ‘viventi’ che formano una “Datasphere”, una sfera di dati autoreplicanti, un ambiente virtuale che viene continuamente alimentato dai dati sviluppati dall’interconnessione permanente degli esseri umani con i media interattivi. La tecnologia delle comunicazioni ha abolito il concetto di distanza, di spazio e tempo. Tutto accade in tempo reale e l’unico spazio che resta da colonizzare è quello contenuto nella nostra mente: la New Economy della Mente Umana.

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– Cosa comporta questa “Nuova Economia della Mente”?

R: Lo sviluppo scientifico e tecnologico dopo aver materialmente colonizzato lo spazio-pianeta si è rivolto allo spazio immateriale per eccellenza, la mente umana. Tale operazione porta a una modifica della percezione che abbiamo del mondo. Ciò condiziona tutte le forme di comunicazione. Per riuscire a comprendere le modalità di tale mutazione epocale è necessario individuare i rilevatori degli scenari socio-culturali attuali, attraverso i quali orientarsi e affinare i nostri dispositivi di analisi del tempo presente. Quello che è stato definito lo Zeitgeist – spirito del tempo – la società determinata dal nostro specifico momento storico. Così è possibile cogliere i sintomi della trasformazione in atto nel nostro sistema-mondo: siamo al Punto Omega del sistema.

– Cosa si intende per “Punto Omega”?

R: Omega è l’ultima lettera dell’alfabeto greco, e la stessa parola “alfabeto” deriva da alfa e beta che sono le prime due lettere. Punto Omega è un termine coniato dallo scienziato evoluzionista francese Teilhard de Chardin per descrivere il massimo livello di complessità e di coscienza che vanno dalla geosfera alla biosfera e alla mente umana.

Se partiamo dal presupposto che i media convergenti contemporanei sono entità viventi – una “Data-sphere” -, una sfera di dati auto-replicanti, un ambiente che viene continuamente alimentato dall’interconnessione permanente degli esseri umani con i media interattivi, possiamo, allora, applicare il concetto di “Punto Omega” come il punto supremo di complessità socio-culturale che ora stiamo vivendo. Infatti, la nostra società iper-mediatizzata definisce la rappresentazione del mondo modificandone la percezione reale e creando narrazioni estetiche in 3D. Si pensi che tra poco tutte le produzioni audio-visive saranno tridimensionali. 

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– Perché, cosa sta avvenendo?

R: È sotto i nostri occhi. Ogni giorno sul Web vengono visionati più di tre miliardi di video e vengono caricate (in modalità up-load) oltre 70.000 ore di filmati, equivalenti a 35.000 lungometraggi. Pensiamo anche al significato di Youtube: You (Tu/Voi) Tube (telescopio). Tu/Voi/Noi/Tutti: dei telescopi che invece di guardare le stelle e ingrandire soggetti lontani, osserviamo – come maniaci guardoni – i video virali, le foto-virus che si propagano alimentando una estetica schizoide, un Big Bang di immagini frammentate e deprivate di contenuto.

Per questo è necessario creare ordine in questo caos, e imparare a decodificare le figure, le immagini del tempo presente interconnesso. Capire quali sono i concept, le idee-guida, le pass-word di questo iper-complesso tempo presente e quali fermi-immagine catturare per inquadrare le differenze tra Reality e Fiction, tra CGI (Computer Generated Imagery) splatter blood, sangue fatto di pixels e sangue reale.

– Una profonda trasformazione in atto, antropologica, storica ed estetica…

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R: A ogni mutazione storica corrisponde un cambiamento della percezione estetica, delle tendenze culturali predominanti la nostra determinata epoca. Questa mutazione della percezione si accompagna a una trasformazione nei valori che caratterizza la nostra società attuale. La grande macchina delle immagini si resetta, generando nuove figure, nuove icone, nuove tendenze liquide come i pixels del nostro schermo a Lcd (Liquid Crystal Display).

I Providers, i fornitori dei servizi di accesso a Internet, l’accesso al World Wide Web sono i nuovi Angeli in modalità WiFi. Siamo I-Phone, I-Pad Addicted, dopati dalle Apps. La dipendenza psichica da questi congegni elettronici genera deconcentrazione, calo della soglia di attenzione e deprivazione della messa a fuoco. Gli oggetti sono Smart (Intelligenti), Smart Car, Smart Phone, Smart TV ecc. I soggetti umani invece sono fuori fuoco, mentalmente sfocati. L’importante però è che le nostre immagini siano photoshoppate e onnipresenti in un gioco frammentizzato di rimandi massmediatici sui social networks, su Instagram, su Twitter. Ovunque ma in un Nessun Dove.

– Mi accennavi alla Schizo/Estetica…

R: Sì, ho coniato questo termine composto da Schizo (diviso) ed Estetica (percepire attraverso la mediazione dei sensi). Lo scopo è quello di definire la percezione dissociata del soggetto umano “mediato” multitasking, che passa dallo zapping dei canali ai Net Surfing su mille finestre aperte in simultanea, dal Web Diving all’immersione profonda dentro la rete per recuperare i frammenti, per ricomporre le schegge di una realtà disciolta. Facciamo domande insignificanti a Google, svolgiamo ricerche su Wikipedia, saccheggiamo immagini da bacheche, bloggers sempre interconnessi a “disambiguare”, messaggiando a ripetizione sulla massa per affermare la nostra presenza, postando immagini che aspettano un “like” che ci faccia battere il cuore più forte.

Ci specchiamo – come Narciso – sui nostri schermi luminescenti in una collettiva videata spettrale. Fino alla prossima connessione, al prossimo accesso, alla ricerca multipla della domanda che abbiamo perduto. (2. Fine)

Marco FIORAMANTI  Roma 10 Novembre 2024

Ugo Scoppetta è dottore in lettere e filosofia all’Università di Salerno e Master of Arts alla University of Toronto (Canada). Vocalist e performer del gruppo Punk-Goth Spleen Fix, (im)mediartista, teorico e ricercatore di estetiche delle schizo-culture contemporanee; concept e idea maker, copywriter “par excellence”, global art/h rd director by destiny. Ha tradotto e curato Immediatismo! di Hakim Bey (Ripostes) e Virus della mente di Richard Brodie (Ecomind), sulla Memetica, i virus che contaminano e devastano la nostra mente. In preparazione il volume Schizo/Estetica – La Percezione Dissociata del Tempo Assoluto. Here& Now (Edizioni Psychodream, Firenze). Collabora regolarmente alla rivista Night Italia. Attivista Culturale e Comunicazione Contemporanea, è stato formatore di Teorie e Tecnica di Comunicazione Audiovisiva e Pubblicità presso il Polo Universitario “Città di Prato” – Università di Firenze. 

(email: ugoscoppetta@libero.it)