“Guglielmo Marconi. Vedere l’invisibile”. La grande mostra al VIVE (Vittoriano e Palazzo Venezia, fino al 25 Aprile).

di Nica FIORI

Un’inarrestabile passione per lo studio delle leggi della natura, alla ricerca di spiegazioni e sperimentazioni su fenomeni invisibili all’occhio umano, ha caratterizzato la vita di Guglielmo Marconi (1874-1937), il geniale inventore bolognese cui si deve lo sviluppo di un efficace sistema di telecomunicazione a distanza via onde radio – la telegrafia senza fili -, che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909.

1 Locandina

A 150 anni dalla nascita, la vita e le invenzioni dell’uomo che ha connesso il mondo (espressione usata nel titolo dello sceneggiato RAI andato in onda lo scorso maggio, con Stefano Accorsi nel ruolo del protagonista) vengono raccontate attraverso documenti, fotografie, oggetti, filmati d’epoca e installazioni interattive e multimediali nella grande mostra “Guglielmo Marconi. Vedere l’invisibile”, ospitata negli spazi dell’Istituto VIVE -Vittoriano e Palazzo Venezia – dall’8 novembre 2024 al 25 aprile 2025, data quest’ultima che vuole ricordare il suo giorno natale.

L’esposizione, promossa dal Ministero della Cultura e organizzata e realizzata da Cinecittà e Archivio Luce, con il patrocinio e il contributo del Comitato Nazionale Marconi 150 e con la collaborazione della Fondazione Guglielmo Marconi, vuole far conoscere le numerose sfaccettature di un personaggio di fama mondiale, signore del wireless e padre della radio, a partire dal giovane curioso e visionario che passava il tempo facendo i suoi esperimenti nella soffitta di casa.

Marconi, in effetti, ha solo 21 anni quando, nel 1895, riesce a trasmettere un segnale a due chilometri di distanza da Villa Griffone (la residenza di campagna dei Marconi nei pressi di Bologna), superando la collina dei Celestini. Con un colpo di fucile sparato in aria, il maggiordomo lo avvisa di aver ricevuto il segnale che Guglielmo ha inviato. Questo esperimento segna l’inizio di una tecnologia senza fili, alla cui evoluzione dobbiamo buona parte della nostra quotidianità, dal cellulare al bluetooth, dalla televisione al GPS, dai droni ai satelliti.

Le onde hertziane erano già note ai fisici di fine Ottocento, ma all’epoca si riteneva che non potessero superare ostacoli come colline e montagne; nessuno sapeva, in effetti, che nell’atmosfera ci sono strati di molecole ionizzate che le riflettono, consentendo di superare gli ostacoli. Marconi non conosceva le cause, ma credeva nell’effetto fino ad allora ritenuto impossibile e con il suo intuito e caparbietà riuscì a impiegare le onde radio per trasmettere messaggi, colmando le distanze e superando qualsiasi tipo di ostacolo, compresi gli oceani, le montagne e la curvatura terrestre.

2 Impianto telegrafico

Subito dopo aver ottenuto il brevetto per la telegrafia senza fili (riprodotto digitalmente in mostra), il giovane Guglielmo fonda a Londra la Marconi Company, divenendo un imprenditore di grande successo, animato dal desiderio di porre la tecnologia a servizio dell’umanità. In meno di trent’anni, lavorando in Gran Bretagna, in Italia e nel resto del mondo, egli dà un enorme contributo allo sviluppo di una rete planetaria di telecomunicazioni via etere, aprendo la strada a scenari sempre più innovativi.

Non deve stupirci più di tanto il fatto che egli fosse un autodidatta, estraneo ai circuiti ufficiali della scienza, perché il vero genio si manifesta al di là degli studi accademici, che possono certamente aiutare ad acquisire delle conoscenze teoriche e tecniche, ma senza l’intuizione giusta non si va avanti.

Giustamente Lucia Borgonzoni, Sottosegretario alla Cultura, nel suo saggio di presentazione della mostra ricorda come, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, la richiesta di soccorso lanciata in codice Morse dai due marconisti del Titanic, al momento del tragico impatto con un iceberg, che ne avrebbe causato l’affondamento, avesse raggiunto il piroscafo Carpathia, che si trovava a circa 60 miglia di distanza, permettendo così di trarre in salvo 705 passeggeri (mentre oltre 1500 persero la vita perché le scialuppe di salvataggio non erano sufficienti per tutti).

Tre giorni dopo, tra le oltre duemila persone che attendevano i naufraghi nel porto di New York, c’era anche Guglielmo Marconi, il quale dichiarò con voce commossa ai giornalisti:

Vale la pena di aver vissuto per aver dato a questa gente la possibilità di essere salvata”.

In mostra troviamo, tra le altre cose, una vignetta di Grant Wright datata 19 aprile 1912, dove si vede Marconi che sfida il dio Nettuno dicendogli:

Potrei batterti tutte le volte che voglio se solo tu mi dessi un po’ più di scialuppe (Bodleian Libraries, Oxford, Marconi Archives).
3 Vignetta di Grant Wright

Viene pure ricordato che, già tre anni prima, fu proprio grazie al radiotelegrafo senza fili in dotazione al transatlantico Republic, speronato dal Floridia, che il giovane marconista a bordo, Jack Binns, per 36 ore continuò a inviare segnali di soccorso, permettendo l’arrivo degli aiuti, che furono fondamentali per salvare tutte le persone a bordo delle due navi, tranne sei perite nell’impatto.

Una foto in mostra ritrae Guglielmo Marconi mentre premia personalmente Jack Binns, donandogli un orologio d’oro, nella sede della Marconi Company.

4 Inaugurazione di Radio Vaticana

Grazie alla fama universalmente acquisita, come si vede da innumerevoli articoli di giornali, Marconi è osannato in Italia e all’estero e può discutere a tu per tu con capi di stato e con il papa Pio XI, per il quale realizza la Radio Vaticana; dopo la sua nomina a senatore del Regno d’Italia nel 1914, viene incaricato di diverse missioni diplomatiche, grazie anche all’ottima conoscenza dell’inglese (dovuta alla madre irlandese Annie Jameson) e ai consolidati rapporti con politici e imprenditori stranieri.

L’incarico più importante lo vede tra i componenti della Delegazione italiana per la Conferenza di pace di Parigi del 1919. Guglielmo Marconi vi figura come plenipotenziario, cioè delegato autorizzato a firmare gli atti ufficiali a nome del Governo italiano. In mostra è presente la pagina del Trattato di Saint-Germain (10 settembre 1919), che sigla la pace con l’Austria, con le firme autografe dei plenipotenziari italiani.

Nel 1927 Benito Mussolini lo nomina Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), dopo aver allontanato il suo fondatore, il matematico Vito Volterra; nel 1929 il re Vittorio Emanuele III gli conferisce il titolo ereditario di marchese. Seguono gli incarichi di Presidente della Regia Accademia d’Italia nel 1930 e dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana nel 1933.

Alla sua morte, avvenuta il 20 luglio 1937 per un attacco cardiaco, gli vengono tributati funerali di Stato e, mentre il corteo funebre sfila per le strade della capitale alla presenza delle più alte cariche e di oltre 500.000 persone, tutte le stazioni radio del mondo, compresa la BBC che lui stesso aveva contribuito a fondare, osservano due minuti di silenzio.

5 Pubblicità con il nome di Marconi

Dell’immensa popolarità di Marconi in vita danno testimonianza le numerose lettere di ammiratori, le cartoline di rame, ma anche elogi, poesie, inni e composizioni musicali. Il suo è anche un nome che fa vendere, alla stregua di un brand pubblicitario: è esposto in mostra un sombrero uguale a quello creato dalla Borsalino e chiamato “Forma Marconi”; si ricorda anche un “Amaro Marconi” prodotto da una distilleria argentina, dove sono in commercio anche i sigari “Marconi”.

L’immagine guida della mostra raffigura Guglielmo Marconi, in tenuta da marinaio, mentre legge un libro a bordo del suo panfilo, acquistato a Liverpool nel 1919 e ribattezzato dopo vari lavori di restauro con il nome futurista di Elettra.

6 Marconi mentre legge un libro a bordo dell’Elettra, circa 1930, Bettmann Getty Images

Oltre che una nave (lunga 67 m e con un equipaggio di 25 persone), per lui l’Elettra era una seconda casa e “il tempio della sua scienza”, per via degli esperimenti che vi effettuava in giro per il mondo. È proprio con il suo amato panfilo che Marconi il 22 settembre 1924 giunge a Fiume per parlare con Gabriele D’Annunzio, che ha occupato la città e vorrebbe annetterla all’Italia. Da quell’incontro, voluto da Nitti e Giolitti per spingere il poeta a ritirarsi, deriverà un’amicizia, e Marconi, invece di convincere il Vate ad abbandonare la sua impresa, attivò una trasmissione radio, dando a D’Annunzio, nella prima radiodiffusione circolare in lingua italiana della storia, l’opportunità di parlare al mondo della questione fiumana.

Il 25 marzo 1930, dal panfilo ancorato nel porto di Genova, Marconi accende con un radiosegnale l’impianto d’illuminazione (2000 lampadine) dell’Esposizione radioelettrica a Sidney, in Australia; questa volta non si tratta di un esperimento scientifico, ma di un vero evento mediatico costruito con sapiente regia. Il 12 ottobre 1931 accende, invece, da Roma la statua del Redentore situata sul Corcovado di Rio de Janeiro.

Meno spettacolare ma importantissimo dal punto di vista scientifico è l’esperimento del “radiofaro a onde corte” del 1934, quando Marconi riesce a condurre la sua nave con i vetri oscurati nel porto di Sestri Levante, con il solo ausilio di segnali inviati da radiofari installati sulla costa, gettando così le basi per il futuro radar.

Evento ricordato in mostra con un articolo del Resto del Carlino del 31 luglio del 1934, intitolato:

“Marconi realizza un’altra grande invenzione e prodiga al mondo le conquiste del suo genio”.

Acquistato dal Governo italiano poco dopo la morte di Marconi, il panfilo Elettra viene svuotato dei suoi macchinari l’8 settembre 1943, per poi essere affondato nelle acque della Dalmazia durante un bombardamento alleato; nel 1962 il panfilo fu ripescato e restituito dal Governo jugoslavo all’Italia; in una foto del 1966, il relitto è ancorato a Muggia (Trieste) in attesa di restauri che si riveleranno impossibili, tanto che nel 1977 sarà smembrato: alcuni pezzi si trovano oggi a Villa Griffone, altri a Trieste, altri ancora al Centro spaziale del Fucino, in Abruzzo.

7 Focus dedicato all’Elettra

La mostra evidenzia anche l’uomo mondano e sensibile al fascino femminile, che riscosse un certo successo negli ambienti eleganti della Belle Époque, tanto che una foto di fine Ottocento lo ritrae scherzosamente assediato da tre donne. Dal primo matrimonio (celebrato il 16 marzo 1905) con Beatrice O’Brien, appartenente a una delle più antiche famiglie della nobiltà irlandese, nascono tre figli (Degna, Giulio e Gioia), ma l’unione non è felice e i due decidono consensualmente di sciogliere il matrimonio. Poiché in Italia non era consentito divorziare, Guglielmo e Beatrice spostarono la residenza a Fiume, dove ottennero il divorzio nel 1924, dieci giorni prima che la città venisse annessa al Regno d’Italia.

L’anno dopo, Marconi s’innamora di Maria Cristina Bezzi-Scali, appartenente a una nobile famiglia romana, e la sposa. Nasce l’ultima figlia, l’amata Elettra, chiamata come il suo panfilo; a celebrare il battesimo è il cardinale Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII. Alla morte del padre, Elettra Marconi aveva solo sette anni ed è attualmente l’unica figlia vivente. In occasione di questa esposizione ha dichiarato:

Ho il cuore pieno di gioia. Per me è davvero una grande emozione sapere che grazie a questa mostra il ricordo della vita e dell’attività di mio padre vivrà nella memoria di migliaia di donne e di uomini di tutto il mondo”.
8 Guglielmo Marconi con moglie e figlia sul panfilo Elettra, foto Farabola

Il percorso espositivo, suddiviso in otto sezioni, guida i visitatori alla conoscenza di Guglielmo Marconi attraverso diversi coinvolgenti linguaggi, in sintonia con le innovazioni nel campo della comunicazione apportate dallo stesso Marconi. Nel Vittoriano (Sala Zanardelli) vengono ripercorsi gli anni giovanili delle prime sperimentazioni a Villa Griffone, l’avventura imprenditoriale partita dall’Inghilterra e la conquista transatlantica, la carriera istituzionale e l’attività diplomatica, senza tralasciare gli aspetti più mondani legati alla sua notorietà internazionale, mentre a Palazzo Venezia (Sala Regia), si approfondiscono le vicende più intime e personali, con inediti spaccati di vita familiare, come pure il suo intenso rapporto con il mare, fino ad arrivare al patrimonio ideale e tecnologico che Marconi ha lasciato in eredità al terzo millennio.

9 Allestimento al Vittoriano

Ben 34 sono gli enti prestatori dei materiali esposti, tra cui la Biblioteca Bodleiana di Oxford, il MAECI, il Museo Storico della Comunicazione di Roma, l’Accademia dei Lincei, la Marina Militare, l’Esercito Italiano e l’Aeronautica Militare.

Sponsor della mostra sono ENEL, Fincantieri e Terna, con il supporto di Fondazione Leonardo, che ha contribuito con il documentario “Elettra, la nave laboratorio di Marconi” e con lo sviluppo di contenuti multimediali, realizzati anche grazie a sistemi di intelligenza artificiale che fanno rivivere la voce di Marconi.

10 Allestimento a Palazzo Venezia

Nica FIORI  Roma 10 Novembre 2024

Guglielmo Marconi. Vedere l’invisibile

VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia

Orario: tutti i giorni dalle 9,30 alle 19,30 (ultimo ingresso alle 18,45)

Biglietto: € 15,00 + € 2,00 (supplemento mostra)

Telefono: 06.32810960
Email: vi-ve.prenotazioni@cultura.gov.it

Sito web: https://vive.cultura.gov.it/it