di Carla GUIDI
Bernarda Visentini è laureata in lettere e vive ed opera a Tarcento in provincia di Udine. E’ la sua passione per l’archeologia ad averla portata alla scultura, passando attraverso lo studio e l’esperienza narrativa di innumerevoli viaggi alla ricerca delle prime tracce dell’umanità, nei diversi siti archeologici del mondo.
Dal 16 al 22 novembre 2024 sarà a Roma ad esporre le sue opere con il titolo “Archeosculture” nella storica Associazione culturale “Lavatoio Contumaciale” di Roma (50° anno su direzione di Tomaso Binga), invitata dalla sottoscritta e da Grazia Menna, su segnalazione del prof Sergio Rossi, che così la descrive in sintesi:
“Uno tra i maggiori meriti di Bernarda Visentini, che io considero una delle scultrici italiane contemporanee di maggior interesse, è quello di essere aperta e ricettiva verso epoche, culture e mondi assai lontani ma che l’artista sa sempre ricondurre entro confini e temi che sono assolutamente i nostri; e lo fa non secondo una logica per così dire nostalgica o retroattiva, ma rivisitando quelle forme elementari e sintetiche ancorandole ad una nuova grammatica della percezione visiva, pur mantenendone i primigeni significati rituali e simbolici”. (cfr https://www.aboutartonline.com/bernarda-visentini-e-la-sostenibile-leggerezza-delle-pietre-unarte-scultorea-oltre-le-definizioni/ )
Luogo – Associazione culturale “Lavatoio Contumaciale” di Roma, Piazza Perin del Vaga 4 – (piazza a latere della confinante P.za Melozzo da Forlì, nel locale di un ex “lavatoio contumaciale” all’interno del giardino) Ingresso libero
Inaugurazione- Sabato 16 novembre 2024, ore 18. Presentazione di Carla Guidi e Massimo De Simoni, Presidente Associazione Etica. Seguirà l’esecuzione di alcune originali composizioni musicali alla tastiera del dr. Keylord. Brindisi finale.
Evento – Mercoledì 20 novembre 2024, ore 18 – La materia poetica o Forme di poesia tra Oriente ed Occidente (Haiku ed altri poemi) a cura di Simona Verrusio, attrice performer. Interverranno con performance di musica e poesia: Venditto Michele Tuozzolo – Lorenzo Labagnara – Terry Olivi.
E’ questa un’occasione in cui la materia poetica si può manifestare, in diverse forme, espressioni e linguaggi legandosi in sincronica dialettica con le forme scultoree della nostra artista. Forme che tendono verso la riconnessione con la natura-madre (o matrigna) con la natura umana e quella del mondo vegetale ed animale. Anche la pietra ed i minerali sono materia poetica, prendono forma nella visione dell’artista che li tocca e li trasforma attraverso il suo linguaggio espressivo. Durante le performance, in dialogo con le opere dell’artista Bernarda Visentini, varie saranno le voci poetiche ed i brani musicali che si intrecceranno, mentre il corpo della performer si muoverà tra le vibrazioni emesse da tamburi, tamburelli ed altri strumenti musicali. Gli haiku, forma di poesia breve originaria del Giappone, cantano la natura, mentre il suono ri-connette a ritmi ancestrali ed archetipici, ma sarà data voce e spazio performativo anche alla poesia più classica e narrativa.
Venerdì 22 novembre, ore 18 – Conferenze dei proff. Sergio Rossi e Marco Bussagli. Verranno presentati la monografia di Sergio Rossi – “Bernarda Visentini e la sostenibile leggerezza dell’arte” (ed. Cartograf 2023) e l’ultimo libro di Marco Bussagli – “Il male in bocca”. La lunga storia di un’iconografia dimenticata. (ed. Medusa 2023).
Info e prenotazioni visite in altri giorni tel.320 1644022 – www.archeosculture.com
Una volta si sarebbe detta pratica artistica inusuale per una donna l’uso di attrezzi per scavare e scolpire, però dopo la rivoluzione dei “baby boomer” e poi la seconda ondata del femminismo, tutto è cambiato. Le “grandi madri” sono state evocate, pur all’interno di quella vexata quaestio tra i sessi ipotizzata dalla sovrapposizione successiva e violenta del cosiddetto patriarcato su culture preesistenti e pacifiche dette matriarcali.
Che dire degli antichi Siculi, identificati in uno dei più antichi siti in quella che fu definita una proto-città, sorta attorno al 7000 avanti Cristo: Mehgarh tra India e Pakistan. Che dire infine dell’importantissima archeologa e linguista lituana Marija Gimbutas, che studiò le culture del neolitico e dell’età del bronzo dell’Europa Antica, reinterpretando la preistoria europea alla luce delle sue vaste conoscenze in linguistica, etnologia e storia delle religioni, proponendo così un quadro in contrasto con le tradizionali assunzioni circa l’inizio della civiltà europea. Lei sosteneva infatti che la cultura di queste popolazioni sarebbe stata basata sull’agricoltura e la pastorizia, che si sarebbe trattato di una cultura matriarcale e pacifica, così come fanno pensare i ritrovamenti di un gran numero di statuette femminili della fertilità e di utensili metallici, ma non di armi. Infine un chiaro segno di appartenenza a questa civiltà era stata la diffusa pratica della sepoltura dei defunti in posizione fetale, chiara allusione ad un ritorno simbolico all’utero materno. Fondamentali le argomentazioni della sociologa e saggista statunitense Riane Eisler che le ha riproposte nella forma distintiva tra Modello Mutuale e Modello Dominatore.
Ma sentiamo dalle dirette parole dell’artista il profondo senso etico e l’energia emotiva della sua poetica:
“Nel mio percorso artistico archeologia e scultura si incontrano e si rafforzano attraverso viaggi e studi che compio, finalizzati ad una costante presa di coscienza delle necessità dell’uomo di riappropriarsi del rapporto armonioso e corretto con la natura. Attraverso gli archetipi sopiti che piano piano riemergono e la conoscenza di miti e rituali ci si accosta alla profonda religiosità dell’uomo preistorico, al suo rapporto con la Natura vista come Dea Madre creatrice, ai suoi simboli legati alla sfera acquatica, agli elementi naturali e a parti emblematiche del suo corpo. Da queste suggestioni e conoscenze nascono le mie sculture e, quando i messaggi insiti in esse suscitano nell’osservatore sorpresa, curiosità, scoperta, mi convinco che l’Arte deve trovare la strada per lasciare una traccia seppur solo emotiva. Auspico che le mie opere, realizzate attraverso tagli decisi, linee sinuose, incisioni e rilievi, proposte in chiave moderna, possano emozionare. Anche la scelta del materiale con cui le realizzo – il cemento cellulare espanso – è funzionale alla mia finalità: il materiale è fragile, polveroso, perfetta metafora del presente il quale fa da debole contrappunto alla potenza dell’archetipo. La proposta espositiva, dunque, ruota attorno a tutte queste considerazioni mettendo al centro d’osservazione proprio il ruolo dell’antica Dea e delle sue peculiarità.(…) Nell’osservare con attenzione le rappresentazioni delle antiche Madri ho constatato, con grande meraviglia, che le vetuste figurine, spesso frammentate e deteriorate dal lunghissimo tempo trascorso, erano alquanto eleganti. Erano rappresentate con abiti presumibilmente di lino e cotone, con dei grembiuli davanti, molti inserti in pelle, originali accessori e pendagli a testimoniare un’arcaicità raffinata, diversa dalla rozzezza con cui talvolta viene considerata di primo acchito. Non tutto però giunge chiaro dai tempi remoti: su quelli che sono titolati “Enigmi” appaiono segni astratto-geometrici di cui non si conosce il significato. Tutto parla, però, di un mondo che mi coinvolge; che anche per la struttura sociale, considero equilibrato, armonioso, ben connesso con la natura ed il trascendente. Attraverso le mie elaborazioni scultoree non desidero compiere un’operazione nostalgica ma, reimpiegando stilemi arcaici in chiave moderna, vorrei offrire un piccolo contributo a far sì che l’umanità possa ritrovare la sua vera essenza.
Come abbiamo scritto sopra, il calendario prevede il venerdì 22 novembre la presentazione del catalogo “Bernarda Visentini e la sostenibile leggerezza dell’arte” (ed. Cartograf 2023) di Sergio Rossi e si possono leggere ancora notazioni interessanti in un suo articolo scritto tempo fa su questo stesso giornale, dove prende in esame l’opera artistica della Visentini, ma puntualizza un concetto fondamentale su quello che significa fare arte oggi; cioè che la distinzione tra artisti figurativi e artisti astratti o concettuali non ha senso, poiché la produzione artistica è un linguaggio che in primo luogo si avvale della storia interiorizzata delle forme, in secondo luogo usa l’energia dell’emozione per trasmettere attraverso l’empatia …
In particolare le statue della Visentini –
“… non sono fatte per essere contemplate singolarmente, ma vanno ammirate nel loro complesso, come il dipanarsi di un discorso, o se si vuole di un racconto, insieme autobiografico e universale, italiano nella sua prima essenza, che ci rimanda addirittura a Nicola Pisano ed Arnolfo di Cambio, e nel contempo pieno di riferimenti che spaziano dalla Dordogna-Perigord alle zone sperdute della Norvegia, dalle Orcadi all’Africa sub-sahariana o addirittura all’isola di Pasqua …”
Oppure citando dal catalogo sopranominato a pag 24
” … un riferimento storico che finora non ho sottolineato, quello con l’arte romanica, del resto ben presente in quell’ampio arco di terra che va dal Friuli all’Emilia . Non solo i siti preistorici e le civiltà primitive hanno costituito dunque la linfa vitale della sua arte, ma anche le forme possenti e semplificate delle sculture di Zenone da Campione o di Viligelmo, di quel “mondo di mezzo” tra civiltà classica ormai perduta e Rinascimento di là da venire, che tanta importanza (non sempre adeguatamente apprezzata) ha rivestito per la nostra formazione culturale e che la scultrice è come se percepisse nel suo DNA trasferendolo dalla pietra al cemento”.
Concludendo l’arte oggi è sempre meno inquadrabile in categorie definite ed in genere sempre meno disponibile alla comprensione, qualsiasi cosa essa possa o voglia significare, però è ancora più necessaria a svolgere il suo ruolo di simbolizzare l’indicibile in un mondo dove le informazioni, in particolare le immagini, sono sempre più pervasive e soggette all’accelerazione temporale di un bombardamento estraniante ed estenuante, soprattutto attraverso i media digitali, che vanno a modificare non solo la percezione, ma anche la capacità attentiva, indebolendo, frantumando il pensiero progettuale e la memoria. Entrare nel mondo delle immagini non è mai stato innocuo, ma tentare un’operazione di simbolismo linguistico, strutturato sopra un Immaginario che confina con l’inconscio ed il sogno, non è sempre pericoloso ma in qualche modo anche terapeutico.
Il termine cultura deriva etimologicamente dal latino colere, “coltivare” mentre l’utilizzo di tale termine è stato poi esteso a quei comportamenti che imponevano una “cura verso gli dei”, da cui il termine “culto”. Se togliamo alle persone il senso, il valore del rapporto d’amore e gli affetti, se togliamo loro anche la cognizione del tempo logico che serve per realizzare concretamente e con soddisfazione le cose, se togliamo loro il ricordo e l’emozione percepiti dai luoghi con i quali vengono a contatto, ebbene togliamo loro il valore della terra come appartenenza al mondo naturale e base della memoria, toglieremo anche loro la spiritualità come spinta all’integrazione tra autoreferenzialità e partecipazione, la spinta al cambiamento, il desiderio di emancipazione, per lasciare solo anomia e patologia sociale. Sembra così più giustificabile e idonea la funzione di queste ed altre immagini; tentare di ripristinare un rapporto, attraverso una forma artisticamente compiuta, atta a rivitalizzare un’energia condivisa, emotiva ed intellettuale insieme.
Considero quindi centrale, come secondo riferimento all’arte come linguaggio, il riferimento che ho fatto al concetto di “empatia”. Dal filosofo Robert Vischer, che fu il primo ad introdurre il termine in ambito di filosofia estetica a fine ‘800, per riferirsi alle sensazioni ed emozioni che un individuo può incontrare nel momento in cui si trova di fronte ad un’opera d’arte, passando per Theodor Lipps, Sigmund Freud, Edmund Husserl, Carl Rogers, Martin L. Hoffman ed infine registrando i suoi rapporti con la cosiddetta “intelligenza emotiva”, fino ad arrivare alle recenti ricerche della definizione dell’empatia in termini neuro scientifici. Intendo la scoperta dei neuroni specchio, da parte degli studiosi dell’Università di Parma dal 1992.
In sintesi molti neuroni del sistema motorio si attivano rispondendo a stimoli visivi, questo ci permette di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di porci in relazione con gli altri attraverso la visione. Tali neuroni inoltre, ci consentono di imparare nell’infanzia ed anche dopo, semplicemente guardando, poiché questi neuroni si attivano spontaneamente quando osserviamo le azioni altrui, anche semplicemente rappresentate da immagini o segni; ci consentono inoltre di comprenderne gli stati mentali dei nostri interlocutori attraverso la loro mimica fisiologica, quindi, se tutto va bene, si possono aprire percorsi idonei a formare legami sociali, provare simpatia e condividere le emozioni.
Ecco perché le opere degli artisti ci coinvolgono, ci tirano dentro … ma se lo fanno anche tutte le immagini trasmesse dai media la differenza è che le opere degli artisti si organizzano di solito su di un linguaggio simbolico strutturato, per questo rimangono un prezioso veicolo elettivo di messaggi alternativi all’univocità evocata dai programmi diffusi dai poteri politici ed economici.
Tanti sono anche i premi conseguiti nel corso degli anni da Bernarda Visentini e molti illustri critici e scrittori si sono occupati della sua arte, inserita in numerose pubblicazioni ed enciclopedie (ultima pubblicazione: Atlante dell’Arte Contemporanea presentata al Metropolitan Museum of Art di New York).
Ha esposto in sedi prestigiose quali: Milano-Castello Sforzesco; Udine-Chiesa di S. Antonio Abate e Università degli Studi; Roma-Università degli Studi La Sapienza- Triennale di Arti Visive 2014, Triennale di Arti Visive 2017-Complesso del Vittoriano, Triennale di Arti Visive 2020-Palazzo Borghese. Triennale di Arti Visive 2023-Musei di S. Salvatore in Lauro, Sale del Bramante (“Da Caravaggio ai nostri giorni”, a cura di Paolo Levi) e Palazzo Brancaccio (“Arte Impero”); Palermo-1a e 2a Biennale, “Porto Franco-100 artisti selezionati da Vittorio Sgarbi, “Biennale Internaz. d’Arte del Mediterrano” a cura di S. Serradifalco e “Speciale Sezione Museo Levi” a cura di P. Levi; Torino-Museo MIITt; Novara- “Congiunti”, 2023-Castello Sforzesco Visconteo; Firenze-“Contemporanei agli Uffizi” a cura di S. Serradifalco, “Florence Biennale 2023”- Fortezza da Basso; Genova- Palazzo dei Rolli “Agorà della Cultura”, a cura di L. Trestin; Cividale del Friuli-Chiesa S. Maria di Corte “Origini”, personale a cura di E. Santese; Malborghetto (Ud) – “Intrecci”, Palazzo Veneziano, personale 2023 a cura di S. Rossi ed E. Santese; inoltre in Valcamonica (Convegni internazionali di Arte Preistorica), in Austria, Ungheria, Slovenia.
E’ Accademico delle Avanguardie Artistiche e fa parte dell’Accademia de “i 500” per le Arti Scienze e Cultura-Roma, in qualità di Accademico di Merito.
Carla GUIDI Roma 14 Novembre 2024