redazione
Maria Maddalena nel Giudizio Universale di Michelangelo
di Sara Penco
Editore Scripta Manent BO, 2024
Il Giudizio Universale è come un “discorso” intriso di profondi significati cristiani.
Le pareti della Cappella Sistina raccontano la storia della cristianità, dalla Genesi all’Apocalisse, e
l’intimo rapporto dell’uomo con l’infinito Dio. E’ davvero possibile che in questo sacro sacello non sia presente la figura dell’Apostola degli Apostoli, tanto salda nella fede in Cristo da diventare l’esempio per la conquista della salvezza eterna? L’unica donna che assume tale rilevanza che
«… per riassumere in un’unica parola l’intero Vangelo, Gesù chiama per nome: Maria!»?
A distanza di Cinquecento anni dalla realizzazione dell’affresco, Sara Penco – restauratrice e appassionata d’arte – riconosce e motiva l’identificazione di Maria Maddalena tra il groviglio di figure che affollano la parete che accoglie i fedeli, dietro all’altare. Il Giudizio Universale non raffigura la fine dei tempi, ma i contenuti apocalittici che ad essa preludono. Questo concetto è essenziale per comprendere il presupposto sul quale si fonda il duplice programma iconologico di Michelangelo: l’interpretazione del dramma della Parusia rivolto alle anime peccatrici, che prefigura la terrificante condanna contro il male; ma anche il monito, l’esortazione a riflettere ed il richiamo alla speranza per le anime che, salde nella croce, verranno liberate dalla sofferenza. Per loro si apriranno le porte del Regno dei Cieli.
Il profondo ardore cristiano dell’artista alimenta, e talvolta estremizza, la ricerca della simbologia
iconografica più appropriata per comunicare all’umanità l’annuncio di salvezza e per ribadire la volontà di Dio nel concedere il perdono e la grazia alla Sua “figliolanza”. L’affresco, attraverso il trascorrere dei secoli, sembra rinnovare proprio il «sentimento che si concentra sulla grazia divina che Dio concederà agli uomini per la loro fede sincera e pura nei confronti del sacrificio di Cristo; e non per i loro meriti su futili imprese terrene».
La presenza di Maria Maddalena, prototipo della possibilità di riscatto ed esempio di rettitudine perfino per gli Apostoli, testimonia il messaggio di speranza ed assume un profondo significato poiché «… il monito e la redenzione dei peccati rappresentano l’esortazione a riflettere, nella consapevolezza dei dolenti che, più che mai nell’effige di Maria di Màgdala, simboleggiano il pianto dell’umanità».
La suggestiva interpretazione di Michelangelo nell’esprimere questi concetti cristiani trova la massima espressione nella collera del Giudice che fa da monito all’umanità, ma al quale l’artista contrappone, con pari vigore, la clemenza insita nella prima venuta di Cristo fattosi uomo: il Redentore.
Il Giudizio che attende i dannati è devastante, ma il messaggio di grazia è potentissimo!
Un’inedita chiave di lettura del Giudizio Universale in Cappella Sistina
All’estremo margine destro della parete che ospita il Giudizio Universale un uomo sorregge una delle croci più imponenti della composizione e, voltandosi nella direzione opposta agli eventi, sembra assecondare la donna bionda, vestita di giallo, a figura intera, intenta a baciare il legno della traversa: Maria Maddalena. L’intima condivisione della croce – oggetto del desiderio dei santi – fornisce lo spunto per ipotizzare che il possente uomo possa essere riconosciuto come la “reiterazione” di Cristo Giudice nel Redentore. La sovrapponibilità della possanza fisica e dei tratti somatici coincidono, ma è la postura del braccio a non poter essere considerata la casuale “proiezione” di un gesto così significativo; poiché è proprio nella forza che confluisce dal braccio alzato del Giudice che si scatena il turbinio di eventi che anima ogni particolare dei 180,21 metri quadri di parete. L’accostamento della Maddalena al Redentore, più che mai nella Parusia, ribadirebbe il concetto di Resurrezione e la clemenza di Cristo annunciata nella testimonianza biblica secondo la quale “il Giudizio di Dio sul male sarà un Giudizio di grazia”: un messaggio d’amore che va ben oltre la cruenza della condanna per le anime dannate.
Questa inedita chiave di lettura dell’affresco testimonia un messaggio teologico di speranza potentissimo ed accende i riflettori su un inedito aspetto dell’ermeneutica del Giudizio, conferendo – ad una delle opere più note e apprezzate al mondo – una straordinaria attualità, che si rivela fortemente coerente con la “Nuova stagione della Chiesa” inaugurata da Papa Francesco. La presenza della santa, infatti, impone riflessioni che implicano temi quali il ruolo della donna nella società, nella Chiesa e nel diaconato al femminile.
Roma 22 Dicembre 2022
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