Un artista underground alla Galleria Riccardo Boni: Paolo Bielli Ring (fino al 4 Marzo).

di Alessandra IMBELLONE

Pochi giorni ancora per vedere la mostra di Paolo Bielli (in arte Paolo Bielli Ring) alla Galleria Riccardo Boni, nel cuore del Ghetto (via Publicolis, 47). Sono tanti i suoi collages con i pugili, con dei colori anni ’80 come anni ’80 è il singolare artista-personaggio consacrato ufficialmente nel 1983, quando viene fotografato da Mauro Baldrati per un servizio sulla rivista “Frigidaire” dal titolo Notti romane e la sua immagine lo rende celebre in tutta Italia.

Paolo Bielli nel 1983 su Frigidaire

Dark della prima ondata romana, Paolo Bielli (Roma, 1963) forma il proprio carattere e personaggio nei viaggi nella Londra punk degli anni ’80. Inizia a esibirsi già nel 1982 sotto il nome di “Klaus”, rendendosi protagonista di alcune prime performances sviluppate come happening, con azioni artistiche non preordinate, nelle discoteche e nei locali della capitale dove i dark si ritrovavano, quali ad esempio il “Much More” ai Parioli. Le performance hanno poi, fino a tempi recenti, contraddistinto il suo percorso artistico, ma su questo versante s’è imposta ora una pausa di riflessione.

I collages con i pugili, che assemblano antiche fotografie, incisioni, disegni e stoffa, con estrema libertà espressiva, hanno inizio nel 2017, quando stretta era la collaborazione di Bielli con quel curioso e creativo gallerista che è stato Enzo Mazzarella (Deliceto, Foggia 1957 – Roma, 2018).

Le immagini sono scelte da un repertorio di “anciens boxeurs” fotografati tra la fine dell’800 e la metà del ’900 e su queste l’artista interviene con inserti di colori.

Accanito disegnatore, fin da bambino, al termine del Liceo Artistico Paolo Bielli si laurea all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove ha seguito i corsi del grande incisore Guido Strazza.

Nel 1987 viene selezionato proprio da Strazza per partecipare alla prima mostra collettiva internazionale di incisione a Biella. Bielli a Biella: parte il primo “ring”, nasce cioè il motivo del cerchio che circonda le sue opere e il suo universo artistico; uno spazio di contenimento dal quale l’artista e il corpo rappresentato vuole continuamente evadere ed emergere.

Al 2002 risale l’incontro con il gallerista Enzo Mazzarella durante la mostra collettiva Droghe, che ha raccolto artisti contemporanei e nomi storici della Galleria Monserrato Arte ’900, aperta due anni prima da Mazzarella, conoscitore dell’Arte italiana del XX secolo, e ideatore di mostre ironiche e controcorrente. Proprio lì Bielli tiene la prima mostra personale nel 2005, dal titolo Sapone, suscitando l’interesse di critici e stampa. Pier Paolo Pancotto (su “L’Unità”, 4 ottobre 2005, “Quando il beauty business diventa arte”) ne coglie quel ribaltamento del significato dell’immagine insito nel suo lavoro artistico.

Da anni Bielli lavorava alterando con interventi graffiti a spray le immagini patinate delle riviste glamour. Il suo intervento con puntine metalliche e coltelli sulle tavole pubblicitarie di prodotti di bellezza trasforma “volti e corpi sensuali in maschere piene d’inquietudine”.

L’uso dei coltelli come elementi espressivi lo connota come “Pittore killer” alla mostra all’Electronic Art Cafè di Roma (2007), a cura di Achille Bonito Oliva;  Vladimir Luxuria (per cui realizza nel 2009 i primi personaggi-sagome per lo spettacolo teatrale La donna uomo) lo segnala a Vittorio Sgarbi per il Padiglione Italia della 54^ Biennale di Venezia. Vi presenta l’opera Ring, un semplice cerchio composto dall’intreccio di comuni coltelli da cucina di tipo caimano e alla mostra Ring curata da Enzo Mazzarella nella Palazzetto Art Gallery di Roma (2012) appaiono per la prima volta i pugili, un’idea derivata dal cerchio di coltelli per la Biennale.

Nei pugili in lotta sul (o nel) ring – scrive Andrea Iezzi in un testo critico rimasto esemplare -, Bielli mette in scena questo suo ultimo travestimento. Ritraendosi come pugile sul rivestimento in mattonelle dell’ex fabbrica occupata, partecipa nel 2014 al progetto del MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz), a cura di Giorgio de Finis.

Paolo Bielli al MAAM nel 2014

E anche lì la performance, perché, quando finisce di dipingere, l’artista indossa pantaloncini e guantoni da boxeur e prende a pugni la propria sagoma dipinta. Le sue performances al “Muccassassina” (1993-2002) del resto erano così famose che dal 2000 furono richieste anche da gallerie e musei. Celebre rimane la performance inscenata per Sapone nel 2005, quando denudandosi si avvelenò cospargendosi di un’enorme quantità di profumo.

Alessandra IMBELLONE,  Roma 16 Febbraio 2025

Paolo Bielli

Roma, Galleria Riccardo Boni 23 gennaio – 18 febbraio 2025

www.paolobielli.it/

www.riccardoboni.com