di Silvana LAZZARINO
I più grandi capolavori di Monet e degli Impressionisti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi. in mostra dal 29 agosto 2020 a Palazzo Albergati a Bologna
Nel cogliere l’unificazione dell’esistenza in cui i volti della natura con le prospettive di paesaggi, riviere, marine sono ripresi nella loro istantaneità e mutevolezza in corrispondenza del variare dell’intensità della luce, gli Impressionisti hanno dato vita ad un nuovo modo di rappresentare la realtà naturale e sociale, puntando sull’effetto della luminosità e sul colore disteso con tocchi leggeri, avvolgenti, talora sfumati.
Per ammirare i capolavori di questi artisti che esposero per la prima volta presso lo studio del fotografo Nadar nel 1874 non riscontrando sul momento apprezzamenti positivi proprio per la loro rivoluzionaria tecnica nella descrizione della realtà, lontana dalla pittura realista e di genere, basterà entrare nelle sale di Palazzo Albergati a Bologna dove dal 29 agosto saranno esposti 57 capolavori di Monet e dei maggiori esponenti dell’Impressionismo francese quali Manet, Renoir, Degas e molti altri, provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi, noto nel mondo per essere la “casa dei grandi Impressionisti”.
Patrocinata dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia Romagna, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi, la mostra curata da Marianne Mathieu, Direttore scientifico del Museo, rimette in moto l’attività di Palazzo Albergati bruscamente interrotta per l’esigenza sanitaria causata dal Covid-19, proponendo un corpus di opere date in prestito dal Museo parigino per la prima volta dalla sua fondazione nel 1934, molte delle quali mai esposte altrove nel mondo.
Accanto a Monet, sono Renoir, Degas, Corot, Sisley, Caillebotte, Morisot, Boudin, Pissarro e Signac le cui opere invitano a percorrere l’evoluzione del movimento pittorico più amato a livello globale.
Attraverso il paesaggio, il ritratto, la bellezza delle figure femminili, e gli ambienti borghesi, il visitatore può cogliere accanto al sentimento per la natura impresso negli spazi aperti di vedute e paesaggi, quegli stati d’animo ed abitudini della società borghese con rappresentazioni di interni, luoghi di ritrovo e spazi domestici. Così accanto alle immagini riprese nella piccola cittadina di Argenteuil, centro creativo del movimento impressionista, con le vedute delle rive della Senna, le barche che scivolano leggere sulla superficie dell’acqua, vi sono i ritrovi dove scorre la vita mondana della nuova borghesia francese in villeggiatura, nelle stazioni balneari, lungo i viali di Boulevard e le Avenues animati da caffè e vetrine.
Atmosfere di spazi aperti e di interni descritte con immediatezza dove si definiscono vedute di marine e cieli sull’effetto cangiante della luce, animate anche da figure di giovani donne modelle, amiche degli stessi artisti, e poi donne ritratte durante una passeggiata, nei caffè, o nella loro intimità domestica. Di grande suggestione sono le “Ninfee” di Monet (1916-1919 circa)
come anche la veduta di Camille Pissarro “Boulevard esterni, effetto di neve” (1879) dove la luce ha un ruolo determinante.
Monet in particolare per ricreare la più sottile variazione di luce su un oggetto durante le fasi della giornata, a partire dal 1888 inizia a riprodurre i suoi soggetti in serie immortalandoli a tutte le ore del giorno, in tutte le stagioni e nelle più svariate condizioni meteorologiche. In questo senso vanno lette le serie dei covoni, della cattedrale di Rouen e delle ninfee. Dal 1890 i toni si fanno sempre più tenui sfumando in tinte pastello e la materia si va frantumando quasi a scomparire.
Di grande forza espressiva è il ritratto, genere molto caro a Edgar Degas famoso per averne realizzati diversi dedicati ai suoi famigliari, qui presente con “Ritratto di Madame Ducros”(1858), ma significativi anche quelli di Pierre Auguste Renoir: “Ritratto di Jiulie Manet”(1894) e di Berthe Morisot:”Donna con ventaglio o Il ballo”(1875).
Tra i ritratti inediti per il grande pubblico, perché mai usciti dal Musée Marmottan Monet sono il“Ritratto di Berthe Morisot distesa” (1873) di Édouard Manet e “Fanciulla seduta con cappello bianco” (1884) di Pierre Auguste Renoir e anche” Il ponte dell’Europa, Stazione Saint-Lazare” (1877) di Claude Monet
Questa esposizione “Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi” vuole essere anche un omaggio a tutti quei collezionisti e benefattori – tra i quali molti discendenti e amici degli stessi artisti in mostra – che, a partire dal 1932, hanno contribuito ad arricchire la prestigiosa collezione del museo parigino rendendola una tra le più ricche e più importanti nella conservazione della memoria impressionista.
Dal 29 agosto 2020 sarà possibile acquistare anche il biglietto in loco, ma è consigliato il preacquisto del biglietto in modo da non fare code all’ingresso. Per garantire l’accesso alla mostra nel rispetto di tutti gli standard di sicurezza, sono state disposte le prevendite sul sito www.ticket.it.
Silvana LAZZARINO 23 agosto 2020
“Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi”
dal 29 agosto 2020 al 14 febbraio 2021
Palazzo Albergati, Bologna. Orario: Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima). Informazioni e prenotazioni telefono 051 030141 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00), Aperte le prevendite per singoli e prenotazioni per i gruppi su www.ticket.it
sito: www.palazzoalbergati.com