redazione
“Una mente che ribolle di pensieri colorati”
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Tazza “gigante”, con Maria Carolina
d’Asburgo Lorena, liberamente
ispirata ad oggetti della manifattura
di Capodimonte
Così il Presidente della Associazione Amici di Capodimonte onlus, Errico di Lorenzo, ha sostanzialmente riassunto la figura di Sylvain Bellenger, dal novembre 2017 alla testa del Museo Real Bosco di Capodimonte, sottolineando, con l’efficacissima metafora, quali stimoli creativi è stato capace di elaborare e poi soprattutto di far vivere dal periodo del suo insediamento ad oggi. Ci sono stati numerosi esempi della capacità ideativa, organizzativa e realizzativa del Direttore di Capodimonte, basti citare le due ultime mostre dedicate a Picasso e a Caravaggio, che hanno richiamato centinaia di migliaia di visitatori, ma questa volta siamo di fronte ad un evento che non ha precedenti nè -per quanto ne sappiamo- elmenti di paragone. Anche perchè, come ha voluto specificare lo stesso Bellenger nel corso di una affollata conferenza stampa:
“Questa non è una mostra, ma una celebrazione! Una celebrazione delle due istituzioni che hanno dato vita all’evento, cioè Capodimonte e il Teatro San Carlo, che sono due eccellenze del ‘700 napoletano ma più che mai anche di oggi”.
Ma come ha preso corpo questa iniziativa che vede riuniti il Teatro San Carlo, con la sua sartoria diretta da Giusi Giustino, le porcellane di Capodimonte e la musica, che costituisce il filo conduttore della mostra (e che si potrà, anzi dovrà ascoltare -essendo elemento qualificante- con ‘cuffie dinamiche’ che si attivano automaticamente passando da una sala all’altra) ?
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di San Carlo MEMUS – Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo
Bellenger lo ha spiegato ripercorrendone le tappe :
“Un giorno passando nella sartoria del San Carlo ho visto i costumi di Giusi Giustino, costumi che non conoscevo, e ne sono rimasto commosso; è nata subito l’idea che quest’arte -perchè di arte si tratta- l’arte della sartoria teatrale non poteva non entrare a Capodimonte, per di più con un’altra eccellenza artistica, le porcellane. Era necessario alla metà del Settecento per un Regno che volesse avere una importanza internazionale, che si creassero condizioni di rilievo non solo diplomatiche e politiche ma anche culturali, era necessario cioè un Teatro d’Opera e Carlo di Borbone creò il San Carlo, ma un Regno non poteva non avere una collezione d’arte di altissimo livello e dunque Carlo, grazie anche alla spinta di Elisabetta Farnese -che a Napoli dovrebbe essere onorata con una statua, come dico da tempo- dà luogo alla collezione che immediatamente si caratterizza come tra le più importanti dell’epoca. Ma certo la porcellana -che Carlo crea nel 1743 dopo il matrimonio con Maria Amalia di Sassonia nipote del fondatore della prima fabbrica europea di porcellana- rappresenta senza dubbio il segno della modernità, della raffinatezza, della tecnologia, desiderata da tutti i poteri dell’epoca”.
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Olio su tela. Anton Raphael Mengs Ferdinando IV di Borbone all’età di nove anni, 1759 Olio su tela
Porcellana francese dipinta e dorata a Napoli firmata da Raffaele Giovine (Napoli, notizie dal 1819 al 1859)
Orologio con il “carro del sole”, 1827 circa. Porcellana, alabastro, bronzo dorato Costumi: L’osteria di Marechiaro (Prima rappresentazione: Napoli, Teatro dei Fiorentini, carnevale 1769-1770) Giovanni Paisiello (1740-1816). Stagione Concerti 2001-2002. In collaborazione con il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli. Teatro Bellini di Napoli. Direttore d’orchestra: Fabio Maestri. Regia: Roberto De Simone
Scene: Nicola Rubertelli. Costumi: Odette Nicoletti. Orchestra del Teatro di San Carlo MEMUS – Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo Il divertimento de’ numi (Prima rappresentazione: Napoli, Teatro di Palazzo Reale, 4 dicembre 1774).Giovanni Paisiello (1740-1816). Stagione Concerti 1996-1997. Prima esecuzione moderna con revisione di Roberto De Simone Teatro di San Carlo. Direttore d’orchestra: Claudio Scimone. Regia: Roberto De Simone Scene: Mauro Carosi
Questo dunque è stato lo stimolo iniziale per l’evento che prende il nome Napoli Napoli, di lava, porcellana e musica.
“Poi si è aggiunta l’idea, maturata in una conversazione in Piazza del Plebiscito con Rosanna Purchia (Sovrintndente del Teatro San Carlo, ndA), di liberare in qualche modo i personaggi imprigionati nei libretti dell’opera immaginando che potessero scappare verso il mondo reale per incontrare la storia vera, arrivando a Capodimonte. Siccome si tratta di attori ecco che li pensiamo dentro delle scene in cui però poi scoprono una cosa terribile, cioè che la storia vera è anch’essa una illusione. Si tratta dunque di un evento incentrato sulla fantasia, è vero, e la fantasia è la grande parola che facciamo vivere sempre in qusto museo, perchè non si può fare e parlare di cultura se non pensando ad una festa, tanto più se si parla del Settecento: non c’è nella storia un periodo più gioioso, più lussuoso, più creativo, più raffinato e allo stesso tempo più decadente, prima delle avvisaglie iniziali della Rivoluzione Francese. Napoli è allora alla stessa stregua delle più grandi capitali europee, com Londra e Parigi; questa mostra vuol essere proprio l’omaggio a questo periodo, quando Napoli è la capitale delle arti”
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Scene: Mauro Carosi. Costumi: Odette Nicoletti. Orchestra del Teatro di San Carlo MEMUS – Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo
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Real Fabbrica di Napoli (1771-1806). Anfora con menadi danzanti, 1790-1800. Porcellana dipinta e dorata. Inv. OA 6500
Costumi: Festa teatrale
(Prima rappresentazione: Napoli,
Teatro di San Carlo, 4 novembre 1987) Autori vari del Settecento
Inaugurazione Stagione Lirica 1987-1988 Celebrazione del 250° anniversario del Teatro di San Carlo (Fondazione: 4 novembre 1737) Teatro di San Carlo
Direttore d’orchestra: Gustav Kuhn. Regia: Roberto De Simone
Scene: Mauro Carosi
Costumi: Odette Nicoletti
Orchestra e Coro del Teatro
di San Carlo. MEMUS – Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo
Insomma non possiamo non pensare ad altro che ad una mente ribollente percorrendo le 19 sale dove sono in visione più di1000 oggetti e oltre 300 preziose porcellane delle collezioni delle Reali Fabbriche di Capodimonte e di altre prestigiose provenienze europee e cinesi, firmate dai più importanti ceramisti dell’epoca, ma dove lasciano senza fiato gli allestimenti scenografici di incredibile spettacolarità ideati da Hubert le Gall, i costumi, più di 150, del Teatro San Carlo di Napoli (firmati da Ungaro, Giusi Giustino, Odette Nicoletti e altri ancora) come pure gli strumnti musicali del Conservatorio di San Pietro a Majella, senza contare i dipinti d’epoca, gli oggetti d’arte e d’arredo e perfino la serie di minerali ed animali tassidermizzati provenienti dal Museo Mineralogico dal Museo Zoologico della città partenopea. La mostrachiude chiude con una videoistallazione dell’artista Stefano Gargiulo, paragonata dallo stesso Bellenger ad una “esplosione”, un “gran finale – ha sottolinato- che rappresenta l’immagine della mostra e nello stesso tempo l’immagine stessa di Napoli”.
Va sottolinato come l’esposizione sia dedicata a Roberto De Simone “personalità di straordinario eclettismo e figura di spicco della cultura italiana d internazionale contempranea”
Non è difficile credere che questo evento avrà un successo straordinario rafforzando l’immagine del Museo del suo Direttore e della intera città.
P d L Napoli settembre
uffici stampa
Museo e Real Bosco di Capodimonte
Luisa Maradei t. + 39 081 7499281 – +39 333 5903471
mu-cap.ufficiostampa@beniculturali.it
Teatro di San Carlo responsabile comunicazione Annalisa Rinaldi t. + 39 081 7972326
a.rinaldi@teatrosancarlo.it
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