di Silvana LAZZARINO
Attraverso i suoi linguaggi in divenire in relazione ai cambiamenti sociali, l’arte contemporanea ha sempre restituito nuovo respiro alla storia di città e Paesi dove si intrecciano culture e tradizioni a testimoniare il prestigio di quei luoghi e allo stesso tempo valorizzarne gli aspetti più caratteristici. La suggestiva installazione “Fons Vitae” tra i lavori più interessanti dello scultore Antonio Ievolella, dopo gli spazi della Certosa di San Giacomo a Capri e il cortile del castello Visconteo a Pavia, viene accolta a Padova presso i Giardini dell’Arena con ingresso dai Musei Civici (piazza Eremitani 8) dove è esposta ad ingresso libero, fino al 25 settembre 2022. A promuovere l’iniziativa è l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, mentre alla realizzazione ha contribuiti la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova. e Rovigo.
Scultore di richiamo internazionale Antonio Ievolella (Benevento 1952) a partire dalle frequentazioni della galleria Lucio Amelio a Napoli si è fatto conoscere in diverse città tra Milano, Padova, Verona, Venezia portando le sue opere ad una visibilità mondiale grazie al sodalizio con la gallerista Hélène de Franchis. Le sue sculture anche monumentali e dalla grande resa plastica restituiscono una visione simbolica e metafisica che permettono all‘uomo di entrare in contatto con parti di sé lontane, eppure vicine verso l’aspirazione a quell’invisibile presente negli accadimenti e al di là del trascendente. Tra i simboli con cui l’artista si è confrontato quello dell’otre racchiude l’aspetto legato alla dimensione dell’uomo nella su unicità e allo stesso tempo collettività, ma anche dell’acqua suggerendo la metafora del grembo e del contenitore.
I 30 otri di terracotta su strutture di ferro in sospensione nello spazio dei Giardini dell’Arena sono dei veri e propri vasi, grembi che costituiscono la forma plastica scelta dall’Artista quale motivo ricorrente delle installazioni, ma rispetto a Capri e Pavia qui a Padova il progetto si arricchisce di ulteriori stratificazioni culturali, materiali e immateriali. L’artista infatti realizza un nuovo ‘reperto’ scultoreo nella forma di un inedito scudo in riferimento alla Stele, presumibilmente funeraria, di “Ostiala Gallenia” conservata nel Museo Archeologico di Padova.
Francesca Veronese, Conservatrice del Museo Archeologico di Padova e Direttrice dei Musei Civici afferma
“Lo spazio dell’antica Arena romana accoglie oggi l’acqua racchiusa nelle anfore di Fons Vitae. È uno spazio che, curiosamente, racchiude in sé una particolare valenza simbolica legata all’elemento liquido, a quell’acqua che oggi permea di sé l’installazione di Antonio Ievolella: di qui passava, infatti, un antico acquedotto romano. L’acqua è dunque l’elemento che caratterizza la storia antica del luogo, ma l’acqua è anche l’elemento che oggi fluisce nelle anfore dell’odierna opera d’arte: un legame sottile unisce così il passato e il presente, una sorta di “rivolo d’acqua” dalla forte valenza simbolica”.
Tema centrale nel lavoro dello scultore cui si riferiscono sue opere monumentali, l’acqua rappresenta il movimento, la vita, come scrive Valerio Dehò
“L’acqua certamente esprime il senso del movimento, della linfa vitale che anima i corpi, ma anche la storia. L’uso degli otri in Ievolella richiama un mondo arcaico, ma sono anche simboli dell’accumulo della memoria come dato antropologico”.
Lo spazio dell’Arena accoglie perfettamente l’installazione di Ievolella: a riguardo così sottolinea l’Assessore alla Cultura del Comune di Padova Andrea Colasio:
“Questa installazione si inserisce in modo perfetto nello spazio scenico dell’Arena, un luogo straordinario e denso di storia, in dialogo con i maggiori monumenti della città: la Cappella degli Scrovegni e il complesso degli Eremitani”.
Il corteo di anfore sollevate da sottili, irregolari ponteggi di ferro giunge a destinazione e si installa al centro dei resti dell’Arena, in prossimità della Cappella degli Scrovegni. Un luogo d’elezione che inquadra un tratto capitale della mirabile storia della città: dall’epoca romana al medioevo di Giotto.
Il motivo dell’acqua in questa installazione si lega al concetto di trionfo della vita sulla morte e in questo presidio d’arte si spinge fino alla soglia dell’oltretomba. Per Padova infatti Antonio Ievolella ha pensato a una donna la cui stele funeraria gode di una speciale celebrità: Ostiala Gallenia. Fieramente Ostiala si erge frontale sul cocchio romano esibendo la sua identità paleoveneta nell’abbigliamento: l’ampio scialle con il fermaglio al centro del petto e un piccolo disco, ornamento e simbolo solare, sopra il capo. Il passaggio indolore della città dai Veneti antichi a Roma si è compiuto.
E ‘una celebrazione figurata del viaggio agli inferi di Ostiala Gallenia. Come sostiene Virginia Baradel
“La versione patavina di Fons Vitae, arricchita della figura di Ostiala, possiede dunque una caratura simbolica ricca di evocazioni in riferimento a un doppio continuum: quello tra la storia veneta e romana, tratto del più vasto fluire tra il passato e il presente, e quello che lega la nascita alla morte e scorre svelto e luminoso come il filo d’acqua che s’incanala e, alla fine del suo corso, entra nella terra a generare nuova vita.”
L’acqua ha funzione salvifica essendo simbolo di trasformazione, di passaggio dalla morte alla vita. A riguardo Andrea Del Guercio mette in evidenza come, se gli ‘scudi’ di Pavia del 2021 avevano fatto riferimento alla dimensione militare nelle dinamiche di relazione con il Castello dei Visconti, aprendo a tensioni con il valore ‘salvifico’ dell’acqua, l’approccio alla Stele venetico-romana induce all’esperienza del ‘viaggio’, al passaggio di stato tra la vita e la morte. Così si osserva
“quanto la ‘rete’ di collegamento, il dolce scorrere sonoro tra i tubicini di rame nell’accoglienza femminile, abbia esteso tutta la sostanza preziosa generosamente fornita dalla Fons vitae, per poi riconoscere a Ievolella il dono della generosità del fare arte, la specifica e indipendente responsabilità culturale e politica delle Arti Visive.”
Ad accompagnare la mostra è il Catalogo (Grafiche Turato Editore) al cui interno sonoi testi di Virginia Baradel, Valerio Dehò, Andrea B. Del Guercio.
L’installazione di Antonio Ievolella nel corso del tempo e dei luoghi in cui viene riallestita sta diventando un racconto straordinario in cui il pubblico di tutta Italia si rispecchia. Capri, Pavia e adesso anche Padova, la “sua” Padova, stanno facendo conoscere la capacità di Ievolella di dare fondo ai sentimenti più semplici e umani.
Tra le mostre personali e collettive che hanno segnato il suo successo, portandolo ad un’attenzione sempre maggiore di critica e pubblico, accanto alla “XLIII Biennale di Venezia” del 1988 su invito di Giovanni Carandente dove presenta l’opera “Trittico” nella sezione Scultori ai Giardini curata da Andrea del Guercio e alla personale alla Galleria Oddi Baglioni a Roma sempre nell’1988 organizzata da Andrea Del Guercio, vanno citate l’antologica “Il Grande Carro” a Padova articolata in sette sculture di grandi dimensioni installate lungo i principali snodi della città (metà anni Novanta), la personale a Castel dell’Ovo a Napoli “Materia Forma Luogo”, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e curata da Tommaso Ferrillo del 2006 e le grandi Fontane per una villa privata di Battaglia Terme (PD) e per la piazza di Voltabarozzo nei pressi di Padova (2008-2009). Va anche menzionato Il suggestivo complesso “I guardiani della dormiente”, grandiosa anticamera al regno dei morti inaugurato nel 2004, l’imponente opera “Ghirbe” presentata a a Napoli nella Chiesa Santa Maria Incoronata nel 2014 e riproposta a Padova sempre nello stesso anno in occasione di una sua antologica. La scultura dal carattere simbolico e concettuale, formata da due otri ciclopici realizzati su una struttura in acciaio cor-ten ricoperta da riquadri di lamiera trattati con differenti patinature, invita a riflettere sulla sopravvivenza della vita in relazione all’acqua al cui trasporto sono addette le ghirbe.
Silvana LAZZARINO Roma 24 Aprile 2022
Fons vitae Installazione di Antonio Ievolella
Padova, Giardini dell’Arena, ingresso dai Musei Civici, piazza Eremitani 8
a cura di: Virginia Baradel, Valerio Dehò, Andrea B. Del Guercio
Catalogo: Grafiche Turato Editore
Orario: 9.00-19.00 Ingresso gratuito Per informazioni: tel. 049/8204572 http://www.antonioievolella.com/it
15 aprile – 25 settembre 2022