di Silvana LAZZARINO
Quayola è tra gli esponenti di spicco della media –art a livello internazionale. Le opere tra stampe sculture e video aprono ad una ridefinizione della realtà tra verità e finzione entro una visione immateriale
Negli ultimi anni attraverso i nuovi linguaggi l’arte contemporanea ha permesso di esplorare soluzioni sempre in divenire grazie alle nuove tecnologie tra video, digitale, per restituire scenari riferiti alla realtà e a quanto di essa fa parte, volti a proiettare in una visione dove il visibile apre all’invisibile e il vicino al lontano- Entro questa ottica di innovazione e riadattamento della visione dove le immagini acquistano un nuovo potere nel dare nuova forza evocativa nel proporsi entro la progettualità del virtuale grazie a schermi, pc, e applicazioni informatiche, si inserisce l’opera di Quayola tra gli artisti più interessanti e di spicco della media – art, a livello internazionale. Classe 1982, romano di origine, ma londinese di adozione Quayola nella sua opera, che spazia dalla pittura alla scultura, dal video all’installazione, mantiene vivo il confronto permanente tra il gusto classico e l’uso quotidiano dei mezzi d’espressione visiva più futuristici. La storia dell’arte, i suoi capolavori vengono da lui ricodificati utilizzando una nuova prospettiva a partire da un linguaggio innovativo che riflette la sua visione poetica del mondo digitale. Per restituire questa nuova visione dell’arte che utilizza i media, l’artista si avvale di sistemi robotici di intelligenza artificiale e stringhe di codice generativo attraverso cui esplora le infinite possibilità di formalizzazione dell’idea creativa.
I suoi lavori sono stati esposti in contesti internazionali quali ad esempio: il V&A Museum a Londra, Park Avenue a New York e il Palais de Tokyo a Parigi ed ha partecipato a biennali e festival tra i quali: la Biennale di San Paolo, e il Sundance Film Festival di Park City. Tra i premi prestigiosi ricevuti citiamo il Golden Nica dell’Ars Electronica Festival.
Grazie alle infinite opportunità offerte dalla tecnologia il processo di ricerca da lui adottato assume un valore importante poiché quanto viene restituito dai suoi lavori mette in luce oltre alla novità nel creare opere d’arte utilizzando algoritmi e processi legati alle tecnologie informatiche, anche un modo nuovo per guardare a questa esistenza e a come procede la nostra società.
Questo processo di ridefinizione del modo di leggere la realtà attraverso l’immaterialità che diventa una nuova forma di materialità, viene restituito con la sua mostra personale tra tecnologia digitale e percorsi immersivi che apre il 29 settembre 2021 a Roma negli spazi di Palazzo Cipolla dove resterà visibile fino al 30 gennaio 2022, Promossa dall’Associazione Terzo Pilastro-Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F.M Emmanuele, realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, l’esposizione “Quayola- Re-coding” si inserisce nel solco dell’oramai più che ventennale programmazione dello spazio espositivo di Palazzo Cipolla che fin dagli inizi la Fondazione, ha rivolto ad indagare le manifestazioni e le tendenze più significative dell’arte in tutte le sue forme a partire dall’approfondimento delle epoche che hanno plasmato l’identità italiana (quali Il Quattrocento e il Barocco) e dalla ricerca sulle culture di mondi lontani (quali la Cina imperiale, il Giappone, l’India, la Russia sovietica, gli Stati Uniti) per arrivare alle testimonianze più attuali e importanti dell’arte contemporanea nazionale e internazionale individuandone i protagonisti (tra cui Rockwell e Hopper).
Il percorso espositivo che contempla quasi l’intera produzione di Quayola, proponendo opere realizzate tra il 2007 e il 2021, propone un viaggio immersivo nell’essenza della sua arte computazionale tra stampe, sculture, video suddivise in tre aree tematiche: iconografia classica, sculture non finite e tradizione della pittura di paesaggio. Attraverso metodi computazionali egli trasforma dipinti rinascimentali e del barocco in composizioni digitali, mentre attraverso mezzi robotici realizza sculture ispirate alla tecnica michelangiolesca del non finito. A restituire la somiglianza tra mondo naturale e digitale sono le rappresentazioni riferite alla natura create mediante l’arte generativa. Si passa dalla forma immateriale prodotta dai video, a quella materiale delle stampe e delle sculture per portare avanti anche un discorso legato a quell’immaterialità che non è altro che “una nuova forma di materialità”.
Cosi gli scenari riferiti alla natura dove si respira bellezza e armonia attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali, ma anche le sculture ed i dipinti, trovano il punto di partenza nell’arte greca e rinascimentale. L’eleganza e l’idea di bellezza e armonia propria dell’arte classica qui viene esplorata grazie all’algoritmo attraverso una ricodificazione di quei canoni di perfezione di cui parlava il Vasari. Quei canoni qui sono rivisitati entro la logica dei media, attraverso la lettura della macchina. Ne emerge un nuovo ideale di armonia e bellezza dove la tradizione trova un’inaspettata interpretazione in queste alchimie di forme e colori lasciando che il passato interagisca con il presente.
Silvana LAZZARINO Roma 26 settembre 2021
Quayola Re-Coding
Palazzo Cipolla. Via del Corso, 320 Roma
Orario: da martedì a domenica 10.00-20.00 (Il servizio di biglietteria termina 1 ora prima della chiusura) dal 29 settembre 2021 al 30 gennaio 2022
Il biglietto è acquistabile sul sito ticket.it www.ticketone.it/artist/quayola