di Silvana LAZZARINO
“Trilogy”: un’opera di arte totale che parla dell’uomo tra smarrimento e rinascita
Sviluppi e ritmi compositivi di diversi materiali e nuove componenti tecnologiche a creare videoinstallazioni sospese tra realtà e astrazione, essenza e simbolo, definiscono i diversi livelli espressivi ed i contenuti dell’opera di Fabrizio Plessi, interessante ed originale artista contemporaneo presente nelle collezioni permanenti dei maggiori musei del mondo. Fondatore e pioniere della videoarte, fu allievo e in seguito docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, per poi insegnare Umanizzazione delle Tecnologie alla Kunsthochschule für Medien di Colonia dove è stato titolare della cattedra di Scenografie elettroniche.
A questo straordinario artista, nato a Reggio Emilia nel 1940, sempre proteso verso una continua sperimentazione di linguaggi diversi nel ricreare una visione essenziale, ma anche complessa della realtà nel suo divenire, è dedicata un’interessante esposizione centrata sul suo lavoro scenografico in corso a Venezia, al Magazzino del Sale 3 alle Zattere.
La mostra, “Fabrizio Plessi Trilogy” quale tributo dell’Accademia di Belle Arti di Venezia a questo grande protagonista dell’arte contemporanea, aperta fino al 3 aprile 2022, rappresenta un viaggio visionario nell’arte teatrale di Fabrizio Plessi e Frédéric Flamand. Ideata dai docenti della Scuola di Scenografia e Scenotecnica, Proff. Lorenzo Cutùli e Nicola Bruschi, l’esposizione presenta un allestimento studiato appositamente per gli spazi suggestivi del Magazzino del Sale e prodotto dalle Scuole di Scenografia – Scenotecnica e Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia, sulla base dell’idea e dei disegni progettuali dell’artista.
Tre grandi video proiezioni compongono Trilogy come fosse un libro digitale aperto, per descrivere ciascuna gli allestimenti teatrali concepiti da Plessi in collaborazione con il regista, attore e coreografo belga Frédéric Flamand. Si tratta di The Fall of Icarus (1989), Titanic (1992), Ex-Machina (1994), cui fa seguito una quarta grande videoproiezione a chiudere il percorso espositivo dove sono riunite un mix di sequenze video della Trilogia. Come scrive Marco Tonelli:
“The Fall of Icarus, Titanic e Ex -Machina rappresentano la summa della ricerca di Plessi nel campo della scenografia digitale, in cui l’uso di monitor, proiezioni, cascate d’acqua elettronica, addirittura semplici elettrodomestici come frigoriferi o ventilatori o improvvisaste antenne paraboliche, insieme a materiali poveri e riferimenti alla storia dell’arte, costituiranno una sorta di archeologia primaria ed esistenziale, nonostante il loro accentuato carattere tecnologico e futuribile.”
Si entra in un viaggio virtuale dove interventi performativi e scultorei sono amplificati dai processi delle tecnologie digitali a creare scenari visionari in cui l’aspetto legato alla sensazione e alla percezione viene trascinato in un nuovo sentire immateriale dove tutto sembra dettato da un automatismo distante da ogni manifestazione emozionale che sorge spontanea. È un invito a soffermarsi a ripensare al nostro tempo in cui l’umanità sempre più si lascia attraversare dal fascino del virtuale e delle tecnologie visive e immersive che portano ad una sempre maggiore distanza da ciò che è la realtà della vita con le sue luci e le sue ombre, rischiando di farsi travolgere dalla finzione del “totalitarismo digitale”.
Plessi con queste scenografie visionarie restituisce attraverso il mito, la storia e l’attualità le conseguenze possibili cui l’uomo potrebbe andare incontro qualora continuasse a fare un uso incontrollato e sbagliato delle nuove tecnologie che creano dipendenza, alienazione e incapacità di distinguere l’essere dall’apparire, la verità dalla finzione.
Se il mito di Icaro parla della caduta per un atto di eccessiva sicurezza o meglio superbia, la tragedia del Titanic mette di fronte all’imprevedibile che può sempre accadere, mentre in Ex-Machina vi è il riferimento all’ipnosi che rende tutti simili a macchine, svuotati di individualità. Tutto ciò crea spavento e smarrimento che si dissolvono entro l’atmosfera restituita dall’arte e dalla messa in scena per provare a guardare con altri occhi questo presente in cui ritrovare la forza di accogliere sé stessi anche con le fragilità, così da poter accogliere gli altri per come sono, ciascuno con la propria unicità.
A muovere questo processo creativo che attraversa l’esposizione dove fin dall’inizio i docenti della scuola di Scenografia e della scuola di Nuove Tecnologie delle arti hanno lavorato insieme all’artista, è come afferma il direttore dell’Accademia Riccardo Caldura “un principio didattico”. Come egli sostiene
“Il soggetto della mostra sono i materiali di concezione di queste tre opere per il teatro e la danza, insieme alla documentazione della loro messa in scena. Percorrendo lo spazio dell’esposizione, si sfogliano gli strati ideativi di un’opera insieme alla sua restituzione compiuta, alla messa in forma finale, senza vi sia un prima o un dopo: ideazione e realizzazione convivono nel ‘libro’ dell’artista.”
Ogni elemento di questa trilogia nel suo ritmo di luci ed effetti luminosi, suoni e immagini in divenire sottolinea l’importanza storica e la straordinaria valenza avanguardistica del lavoro di Fabrizio Plessi tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, nel dare vita a una scenografia che, attraverso l’uso delle tecnologie digitali, diventa parte integrante e viva del processo drammaturgico. Le elaborazioni digitali sono a cura del Prof. Igor Imhoff, mentre il Sound design a cura del Prof. Michele Del Prete.
in questa ricerca innovativa affiora il mistero dell’uomo e della vita in un costante susseguirsi di immagini forti, coinvolgenti, fra sogno e realtà in un discorso che tende a trasfigurare ogni visione in un alternarsi di luce e tenebra, estasi e incubo. Illusioni percettive, visive e acustiche si intrecciano e si combinano a rivelare le energie opposte e complementari che accompagnano l’uomo nel suo viaggio dove il presente non può essere disgiunto dal passato, come la storia dal mito.
Nell’Aula di Anatomia Artistica è possibile osservare un altro omaggio a Fabrizio Plessi allestito dai Proff. Mauro Zocchetta e Patrizia Lovato dell’Accademia, dove viene dato spazio al rapporto tra studio e formazione dell’artista così da porre all’attenzione dei visitatori alcuni rari studi e disegni di Plessi, conservati negli archivi del fondo storico dell’istituzione ed esposti per la prima volta.
In occasione di questa esposizione veneziana, la Scuola di Grafica d’Arte dell’Accademia di Venezia DASL di edizioni e illustrazione per il libro e la grafica d’Arte diretta dal Prof. Giovanni Turrìa, ha prodotto a tiratura limitata, un raffinato cofanetto- taccuino dalla struttura a leporello, contenente i disegni progettuali di Plessi per “Trilogy”. Questo allestimento dedicato a Trilogy entrerà a far parte di una più grande esposizione riferita all’intera opera di Plessi e curata da Marco Tonelli, che sarà presente al Festival dei Due Mondi di Spoleto il prossimo mese di giugno.
Silvana LAZZARINO Roma 27 Marzo 2022
Fabrizio Plessi
Trilogy
Venezia, Magazzino del Sale 3
Orario: da giovedì a sabato 11,00- 18.00
Ingresso libero fino al 3 aprile 2022
Disegni accademici
Studi e disegni di Fabrizio Plessi
Aula Anatomia Artistica. Accademia di Belle Arti di Venezia
Orari da giovedì a venerdì 11,00- 18,00; sabato 10,00- 12,00
Ingresso libero, fino al 3 aprile 2022