di Silvana LAZZARINO
L’importante esposizione, nella splendida cornice di Palazzo Martinengo, nell’ambito della Biennale di Venezia.
Curata da Henry-Claude Cousseau e Andrea B. Del Guercio l’esposizione resterà aperta fino al 30 settembre 2022
Verso la percezione del mistero che si palesa nell’approssimarsi dell’interazione tra luci e ombre dove ridefinire il proprio legame con la natura e quanto intorno entro un nuovo ascolto di sé, conduce la magia cromatica delle opere di Rinaldo Invernizzi (Milano 1962) artista capace come pochi di lasciare che siano le pennellate a definire ampi spazi di colore nella ricerca di quel sentiero del sublime, dove il paesaggio naturale mostra i suoi volti ora angosciosi e inquietanti, ora silenziosi e rasserenanti. Volti che vengono attraversati dagli elementi con cui l’universo segue il suo processo di evoluzione e trasformazione. Tra i quattro elementi, due in particolare quali l’acqua e l’aria, più degli altri conquistano lo scenario delle sue opere esposte a Venezia città dove l’acqua e la magia delle emozioni sono protagoniste.
Sono proprio l’acqua riferita alla città lagunare ed il cielo che su di essa si distende a caratterizzare l’esposizione “Rinaldo Invernizzi. Smeraldo. Antracite. Cobalto” ospitata nella splendida cornice di Palazzo Martinengo a Venezia dal 20 aprile al 30 settembre 2022. Curata dai Henry-Claude Cousseau e Andrea B. Del Guercio, la mostra, che si svolge in concomitanza con la Biennale di Venezia, rappresenta un inno all’amatissima città lagunare dove per la prima volta Rinaldo Invernizzi espone più di venti oli su tela inediti realizzati in questo ultimo anno. In queste opere la dimensione soggettiva dei tre colori smeraldo. antracite. cobalto, restituisce il respiro infinito dei luoghi di una natura in divenire dove l’acqua finisce per incontrare il cielo a creare una visione in cui recuperare quella scintilla di luce che ricollega al senso di questo viaggio mai finito.
Contraddistinte da una dimensione monocromatica che cattura lo sguardo e la mente, le opere esposte invitano a ritrovare quel paesaggio interiore dove prendono forma e abitano il desiderio di risveglio, di rinnovamento e di infinito, ma anche quella necessità di guardare con fiducia, riflessione e libertà ad ogni azione scelta e da compiere per la propria realizzazione in armonia con il respiro della natura e dell’universo.
L’aspetto cromatico è entità complessa nella sua valenza evocativa dove lo sguardo resta come attratto a lasciare che le emozioni ridefinendo processi di attaccamento e separazione, di arretramento e avanzamento, vengano riconosciute nella propria autenticità di malessere e benessere, angoscia e fiducia, ritrovando quella consapevolezza per essere sé stessi, Ogni sforzo e dolore, ogni smarrimento e preoccupazione possono diventare occasione per ripartire e rinascere, poiché in fondo all’abisso vi è sempre una luce da cui risalire.
I paesaggi monocromatici si incontrano a formare un’unica sinfonia pittorica ora nell’avanzare del cobalto verso lo smeraldo, ora nel fondersi delle nuvole con l’acqua, mentre sorprendono i bagliori vespertini e le tinte dell’alba, come il plumbeo splendore dei temporali lagunari. Cromatismi di cielo e di mare nel fondersi in un’alchimia di mormorii, soffi e vortici di vento a sollevare ed abbassare le onde entro un ritmo senza fine, rimandano a quell’attesa verso un riconoscimento del senso ultimo di questo viaggio.
Così scrive H.C. Cousseau:
“Sotto la loro superficie visionaria e profetica, questi dipinti trasmettono un messaggio […], orchestrano l’indecifrabile gerarchia tra cielo e mare, rendendo percepibile l’irrefrenabile fusione a cui non smettono mai di aspirare. Questo è ciò che ci invitano a comprendere le grandi pennellate che talvolta attraversano le opere dall’alto verso il basso e che formano come le cataratte di un diluvio. Il firmamento non è più il luogo dove le nuvole passano tranquille, ma un abisso mobile dove le stelle rotolano e si oscurano per prestarsi ad una meditazione allucinata davanti allo spettacolo di una Genesi in via di compimento.”
Una pittura, quella di Rinaldo Invernizzi, che vive del colore disteso, attraversato da linee e spessori per ampliare lo spazio contenitore del tempo infinito e indefinito dei moti della natura con i suoi elementi dell’acqua e dell’aria che qui diventano un tutt’uno nella forza del movimento del vento e delle onde da esso sollevate.
Come afferma Amdrea Del Guercio
“siamo di fronte ad aformali ‘paesaggi’ sintomatici della policromia rinascimentale – in particolare a Tiziano dei primi del ‘500 – frutto di una comunicazione emozionale mirata su ogni singolo soggetto-colore, tesa a suggerirne l’esasperazione dei caratteri, cosciente della sostanza spettacolare interna, attenta alla luminosità dei rilievi di materia.”.
Ogni scenario riferito al paesaggio è filtrato dal linguaggio delle emozioni che emergono dai sottili chiaroscuri di un pensiero originario di cui si custodisce da sempre in sé una traccia di scintilla pronta a brillare. Sempre Del Guercio sostiene
“riconosciamo di assistere ad un evento creativo dedicato a Venezia e alla sua storia cromatica, frutto di un’operazione di filtraggio emozionale avvenuto nello Studio appartato e silenzioso sulle sponde del lago di Lugano.”
L’inaugurazione della mostra si svolge il 20 aprile 2022 alle ore 18.00 presso Palazzo Martinengo (Dorsoduro 178 Venezia).
Silvana LAZZARINO Roma 16 aprile 2022
Rinaldo Invernizzi
“Smeraldo. Antracite. Cobalto”
a cura di Henry-Claude Cousseau e Andrea B. Del Guercio
Palazzo Martinengo, Dorsoduro 178 Venezia, 20 aprile – 30 settembre 2022; Orario 11.00/19.00 lunedì chiuso
Inaugurazione 20 aprile 2022 ore 18.00
Per informazioni: 41 79 6159658
Sito Artista: https://www.rinaldoinvernizzi.com
Ingresso libero