di Silvana LAZZARINO
A Firenze alla Galleria Poggiali da sabato 22 febbraio 2020 aperta al pubblico l’esposizione “Acqua alta High tide” di Fabio Viale.
Lo scultore sottolinea i rischi causati dai cambiamenti climatici con le installazioni presenti nelle sedi di Via della Scala e di Via Benedetta che si riferiscono alle inondazioni e allo scioglimento dei ghiacciai
Forza e armonia della materia nel suo esprimere equilibrio e leggerezza nella disposizione dello spazio, accompagnano la ricerca artistica di Fabio Viale scultore di fama internazionale, nei cui lavori si intrecciano classicità e aspetti legati al contemporaneo a restituire realtà vicine e lontane, presenti e passate.
Nato a Cuneo nel 1975 Fabio Viale si è accostato molto presto alla scultura, riuscendo a gestire con disinvoltura un approccio sempre in divenire con questa disciplina artistica affascinante e in “presa diretta” con la materia tanto da essere definito “cultore del marmo” con uno sguardo alla classicità, ma proiettato verso nuove sperimentazioni anche oltre il concettuale. Attraverso opere che passano dalla semplicità alla complessità egli trasforma il marmo dando ad esso nuova vita sperimentando le leggi della meccanica e della fisica come quando ha dato vita alla famosa barca in marmo con motore: “Ahgalla” che è riuscito a far muovere in mare o al pneumatico gigante sempre in marmo, che ha tanto destato curiosità ed interesse.
Alla luce del presente con lo sguardo alla società di oggi che soffre delle ingiustizie e dell’indifferenza. Fabio Viale si è soffermato sulla vicenda di Lucky Ehi migrante nigeriano costretto per motivi religiosi a fuggire dalla sua terra a 17 anni e vivere momenti di difficoltà e paura prima di giungere in Italia. A questa vicenda di un giovane perseguitato con rimandi al Cristo novello, Fabio Viale ha voluto legare il sentimento dell’ amore materno racchiuso nell’opera “la Pietà” di Michelangelo con cui l’artista cuneese si è confrontato ancora una volta.
Infatti per questa vicenda di “Lucky Ehi” Viale ha affiancato tre opere già esposte negli spazi della Galleria Poggiali di Milano nel 2018 che ne ricostruiscono la storia, e un manifesto di grandi dimensioni – “ritratto di Lucky Ehi” in cui Viale riporta il divino a dimensione umana sostituendo la figura di Cristo con quella del rifugiato nigeriano. Alla Pietà Vaticana Fabio Viale aveva fatto riferimento in occasione della “Settimana Michelangiolesca” presentando “Souvenir Pietà’ 2006-2016″ a Firenze presso la Basilica di San Lorenzo, collocata nella navata al disotto della Tribuna delle Reliquie. In quell’occasione la scultura in due versioni senza la presenza della Vergine metteva in evidenza la figura del Cristo riprodotto con attenzione e peculiarità. Nelle due versioni del Cristo si avvertiva la morbidezza delle linee, la plasticità del corpo e dei tessuti del panno che gli cinge la vita ad indicare una certa bellezza e purezza presenti anche nella morte che avvicina al divino. Una rappresentazione intensa di un corpo adagiato, mentre riposa, senza segni di sofferenza fisica che dava spazio alla speranza nell’abbandono ad una volontà superiore.
I suoi lavori che si muovono in un’ottica contemporanea con richiami al classico, ma solo come spunto da rielaborare alla luce del presente, si mostrano spesso semplici, altre volte innovativi specie se combinati con meccanismi legati alle tecnologie per ottimizzare il prodotto definitivo, ma anche per far ripensare alle possibilità con cui oggi l’arte possa trovare un nuovo linguaggio con cui raccontare la vita tra passato e presente, ricordo e superamento dello stesso. Lavori che dall’Italia alla Russia, all’America, hanno conquistato un pubblico sempre più internazionale. La classicità con Fabio Viale supera l’ordinarietà e diventa un modo per ripensare al passato a partire dal presente.
Numerose sono le mostre di Fabio Viale in Italia e all’estero di cui ricordiamo quella di New York del 2012 presso la Sperone Westwater Gallery, “Door Release” (Fortino Forte dei Marmi 24 giugno-2 settembre 2017), “STARGATE” e poi “Kouros” alla Galleria Poggiali di Pietrasanta rispettivamente nel 2017 e nel 2018, la citata “Lucky Ehi” alla Galleria Poggiali di Milano al Foro Buonaparte 52 (dal 19 gennaio al 30 marzo 2018). Da ricordare anche l’esposizione “Black Fist” alla Galleria Poggiali di Pietrasanta dello scorsa estate del 2019 e il grande progetto per il Glyptothek Museum di Monaco di Baviera: “il Laocoonte” un’opera d’arte contemporanea antistante a Königslpatz, concepita per la piazza tedesca nella quale Fabio Viale sintetizza l’etica del suo lavoro in cui vengono attualizzati capolavori del passato utilizzando diversi processi e tecnologie del contemporaneo come il procedimento del tatuaggio applicato agli stessi marmi. Numerosi inoltre sono i premi ricevuti tra cui il Premio Cairo 2015.
Dopo una serie di apparizioni di successo alla Biennale di Venezia e alla Gipsoteca di Monaco, Fabio Viale il prossimo 22 febbraio 2020 sarà protagonista nuovamente a Firenze alla Galleria Poggiali con un’esposizione in cui viene restituita la sensazione di smarrimento provocata dell’acqua alta che ha invaso Venezia a sottolineare l’emergenza dell’innalzamento del livello del mare, dei cambiamenti climatici e del progresso incontrollato che ha stravolto gli equilibri dell’ecosistema.. “Acqua alta High tide”, è infatti il titolo della mostra che resterà aperta fino al 16 maggio 2020 con ingresso libero negli spazi della Galleria di Via della Scala 35/Ar, e di via Benedetta 3r.
Presso lo spazio di Via della Scala sono collocate “Briciole” realizzate in occasione della 58a Esposizione internazionale per il Padiglione Venezia (ai Giardini): gruppi di sculture che fanno riferimento a quei segnali utilizzati per la navigazione. Si tratta di una dozzina di monoliti in pietra lavorati in modo talmente perfetto da replicare a misura reale quei pali in legno di rovere o di castagno alti tre metri e oltre che affiorano nella laguna di Venezia e servono, appunto, come segnali per la navigazione. Uno strato di sabbia umida presente nello spazio della galleria e le pareti dello stesso macchiate da un colore sporco e limaccioso a riprodurre la linea dell’acqua, stanno a suggerire l’idea che l’acqua dopo aver invaso lo spazio si stia ritirando dall’ambiente in cui si trovano le “briciole” mantenendo così l’idea originale dell’esposizione di Venezia.
Una situazione drammatica a ricordare l’emergenza legata ai cambiamenti climatici con un ricordo che riporta al dramma vissuto da Firenze nel 1966, quando l’Arno superò gli argini fino ad invadere il centro cittadino, raggiungendo l’altezza di molti metri in certi quartieri, come quello di Santa Croce. Ancora oggi, una lapide ricorda la linea dell’acqua in via della Scala e in Piazza Santa Maria Novella, dove furono superati i due metri, deturpando alla base affreschi preziosi e marmi pregiati.
Questa atmosfera drammatica restituita dagli ambienti di Via della Scala anticipa la devastazione del paesaggio restituita dall’installazione “Emergenze” Lapidee in cui vi è il riferimento agli antichi ghiacciai sopravvissuti al riscaldamento delle temperature. L’artista ha versato quintali di pietrisco, detriti di marmo, materiale prodotto dalla frantumazione della pietra che, precipitando a valle, crea delle vere e proprie cascate di marmo, simili ad antichi ghiacciai sopravvissuti al riscaldamento delle temperature. Attraverso questa massa di detriti che trascina ogni cosa, si intravedono emergere statue mozze, pezzi frantumati di vasi in marmo, arti e teste di pietra lavorati dal tempo e dalla caduta.
“Le ‘Tre Grazie’ sono state ridotte a brandelli; un personaggio pittoresco, un moro con turbante, appare riportato allo stadio grezzo di macigno; un aggraziato Apollo è senza braccia, gambe e testa; un molosso è restituito alla natura come sasso di fiume”. La bellezza di queste sculture e oggetti antichi sembra svanire alla violenza scaturita dal progresso e dalla mano dell’uomo avida di potere e conquista, come a indicare che tutto può finire e ridursi in polvere. Un messaggio che invita a rifiutare l’omologazione del potere e ogni forma di violenza contro quell’equilibrio che da sempre appartiene all’universo e che l’individuo mette continuamente a rischio con la sua brama di dominio.
Silvana LAZZARINO Roma 21 febbraio 2020
Fabio Viale
Acqua alta High tide
Galleria Poggiali Firenze Via della Scala, 35/Ar | Via Benedetta, 3r . 50123 Firenze
Orario: utti i giorni 10-13 / 15-19 (domenica su appuntamento)
dal 22 febbraio al 16 maggio 2020 Inaugurazione 22 febbraio 2020 ore 18.30
Per info 055 287748, www.galleriapoggiali.com, info@galleriapoggiali.com
Ingresso libero