redazione
Siamo lieti di dedicare una parte di questo numero di About Art ad una realtà museale italiana che se non gode ancora, se non di rado, della stessa attenzione che i grandi organi dedicano a strutture museali certo più grandi e famose, tuttavia sul piano delle attività culturali ed espositive oltre che di approfondimento e di studio, non è seconda a nessuno. Ci riferiamo al Palazzo Chigi di Ariccia, sede del prestigioso Museo del Barocco Romano, cui si aggiunge ora anche il Parco Chigi divenuto di nuovo fruibile ai visitatori dallo scorso 8 agosto. Non c’è dubbio che gran parte del merito di questo rinnovato prestigio sia dell’architetto Francesco Petrucci, attivo da sempre nella ricostituzione e nella salvaguardia della struttura realizzata da Gianlorenzo Bernini (di cui è riconosciuto quale uno tra i massimi studiosi ed esperti mondiali). Grazie a Francesco Petrucci Ariccia, il Barocco e il Museo di Palazzo Chigi sono noti a livello internazionale in forza delle numerose iniziative congressuali ed espositive realizzate all’estero, come dimostrano da ultimo i tre video che pubblichiamo, promossi dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Istituto di Cultura Italiana a Mosca, in cui lo stesso Petrucci illustra le realizzazioni berniniane e i grandi capolavori d’arte che il Museo contiene.
VIDEO
https://m.youtube.com/watch?v=Ypgmq6uxM4k
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=kHtxFzuxN_w
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=VVRyvjdZwRk
BOOM DI VISITATORI A PALAZZO E PARCO CHIGI
Francesco Petrucci da oltre un ventennio dirige la eccezionale struttura chigiana realizzata da Gianlorenzo Bernini in Ariccia, comprendente il palazzo della nobile famiglia, salvato dal degrado e ripristinato come museo che, grazie all’inesausto impegno suo e dei numerosi collaboratori volontari, oggi si propone come uno dei più importanti del Barocco a livello internazionale.
Inoltre, è proprio di queste ultime settimane il grande lavoro nel Parco del Palazzo (su questo rimandiamo all’articolo dello stesso Petrucci in questo numero di About Art) definito da Stendhal “il più bello del mondo”. Non meraviglia perciò che nonostante tutti i problemi dovuti alle restrizioni causate dalla pandemia ancora tutt’altro che superati, ad Ariccia l’afflusso di visitatori e di amanti dell’arte non solo non si sia attenuato ma addirittura sia aumentato. Abbiamo perciò deciso di capire come si sia regolato per ovviare a queste restrizioni, l’architetto Petrucci, che dirige da sempre il Museo, cui abbiamo rivolto alcune domande così da poter eventualmente suggerire anche ad altri Direttori qualche buona idea in proposito.
-A quanto pare Ariccia non sta risentendo dei limiti dovuti alle regole restrittive causate dal Covid 19, è così? E perché? Quali provvedimenti avete adottato?
R: Si, è così. A partire dalla metà del mese di luglio e soprattutto ad agosto si è registrata una crescita esponenziale del numero di visitatori a Palazzo Chigi in Ariccia, cui si sono aggiunti i visitatori del Parco annesso riaperto al pubblico dall’8 agosto, che paradossalmente superano quelli degli anni precedenti.
-Da dove provengono soprattutto i visitatori?
R:I visitatori sono in gran parte turisti italiani provenienti dalle regioni del nord, tra Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, ma anche da Toscana, Marche ed altre regioni, con la presenza prevalente di nuclei familiari, coppie e giovani in gita nel territorio. Infatti quello di Ariccia è uno dei pochi musei aperti tutti i giorni, sin dal 19 maggio, sia nel territorio dei Castelli Romani che nell’intera provincia. Persino a Roma ci sono importanti musei nazionali che sono accessibili solo alcuni giorni a settimana e su prenotazione online.
-Ecco, come vi siete regolati per ottenere questi risultati?
R: A differenza degli anni precedenti, in conseguenza dei provvedimenti presi per la pandemia allo scopo di evitare assembramenti, non ci sono più le visite guidate al piano nobile ad orari prestabiliti, che implicavano lunghi tempi di attesa, ma l’ingresso è diretto senza prenotazione. Sono stati predisposti in ogni sala, curati personalmente da me, pannelli esplicativi in italiano e in inglese, oltre a totem sulla storia del palazzo e sui Chigi, e le visite sono sorvegliate. Quindi i distanziamenti sono certi e controllati. Di conseguenza i turisti, che sono più liberi e meno condizionati da orari, visitano non solo il piano nobile, come avveniva prevalentemente prima, ma anche le “Stanze del cardinale” (piano terra) e il “Museo del Barocco” formato dalle prestigiose donazioni di dipinti del XVII e XVIII secolo.
-Parliamo del Parco ridivenuto fruibile da un paio di settimane.
R: Innanzitutto lasciami dire che il Parco Chigi, è il più prezioso ecosistema dell’intero Vulcano laziale ed uno dei più importanti in Italia, ricco di maestosi patriarchi (il leccio, l’acero campestre e le sequoia più grandi d’Italia, etc.) nonché di manufatti del XVII secoli in parte progettati da Bernini e Carlo Fontana. Per quel che concerne l’accessibilità e la fruizione ci sono delle novità. Infatti finalmente dopo circa dieci anni è fruibile l’intero circuito monumentale (denominato percorso rosso), tra il Giardino dell’Uccelliera, il Piazzale del Mascherone e le Neviere. Inoltre, per la prima volta da quando il parco è patrimonio comunale (dicembre 1988), il percorso è fruibile in maniera diretta, senza visite guidate ad orari prestabiliti, ma sorvegliato. L’intero percorso rosso è segnalato con frecce e indicatori su tabelle in legno facilmente visibili, come in altri parchi naturali italiani. Sono stati predisposti direttamente dalla gestione di Palazzo Chigi pannelli in legno con didascalie che spiegano le piante e i manufatti architettonici più importanti.
-Avete ottenuto delle collaborazioni in proposito e soprattutto esiste un struttura che si occupa della manutenzione del Parco?
R: Certamente; a questo riguardo è fondamentale la collaborazione dell’Ekoclub international, gruppo Guardie zoofile, coordinati da Paolo Mammarella, che cura la costante manutenzione dei percorsi, e dell’associazione Amici di Palazzo Chigi, diretta da Maria Rosaria Cammarano, nella custodia e sorveglianza. Anche gli operai comunali collaborano nella manutenzione. Inoltre manutenzioni e fruibilità sono coordinate dal sottoscritto, di concerto con il Dott. Claudio Fortini Dirigente Area I del Comune di Ariccia. Lasciami a questo proposito fare un sentito ringraziamento alle amministrazioni comunali che si sono succedute nel corso di questi decenni lavorando sempre di concerto a noi studiosi, storici, architetti e ai preziosi volontari per raggiungere il risultato che vede oggi Ariccia conosciuta a livello internazionale come uno dei principali centri d’arte e cultura del nostro paese.
Ariccia (Roma) 23 agosto 2020