di Silvana LAZZARINO
L’esposizione a cura di Chiara Gatti e Tiziana Cipelletti, con il contributo scientifico di Baingio Pinna fino ad ottobre 2022 al MAN di Nuoro.
La visione esteriore, legata al contesto reale prende forma con la luce che definisce e sfuma, evidenzia e nasconde attraverso la sua inconsistenza corporea capace anche di creare processi di alterazione di superfici e oggetti unitamente all’intervento di elementi esterni come sabbia e polveri. Ma la realtà che si vede grazie alla presenza della luce è davvero così come appare? Con il contributo delle neuroscienze si sono cominciate a prospettare delle risposte attraverso lo studio degli organi di senso rispetto a segnali esterni e all’interpretazione che degli stessi segnali fa il cervello nel momento in cui essi gli vengono trasmessi.
Si parla quindi di sensazione in rapporto agli stimoli ricevuti dagli organi di senso, e di percezione in riferimento a come quella sensazione viene elaborata internamente. A ruotare su questa dicotomia tra realtà e illusione, verità e finzione per un nuovo modo di diventare osservatori, è il percorso espositivo “Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni da Magritte alla realtà aumentata” in corso al MAN di Nuoro fino al 30 ottobre 2022.
Curata da Chiara Gatti e Tiziana Cipelletti, con il contributo scientifico di Baingio Pinna del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università̀ di Sassari, prendendo come riferimento il modello del Museo delle Illusioni, ripensato in modo originale e colto, la mostra si sofferma sull’esplorazione della relazione tra Visione e Percezione facendo riferimento ad artisti e videomaker contemporanei tra arte e cinema, giocando con inganni e stravolgendo l’esperienza del reale. Il titolo dell’esposizione non poteva non richiamarsi al cinema quale mezzo per restituire sotto forma di finzione la realtà, in riferimento al nome di una macchina ideata dal regista statunitense Morton Heilig nel 1957 per testare esperienza sinestetiche nel suo cinema d’esperienza, al fine di amplificare impressioni, oltre che sonore con audio stereofonico, persino tattili, dinamiche e olfattive.
Il percorso procede da una pittura di verità e d’inganno in riferimento a René Magritte e Giorgio de Chirico, alle più recenti indagini estetiche in materia di percezione e autenticità restituite da Florence Henri e Alberto Biasi rispettivamente con le fotografie allo specchio e le tavole ottico-cinetiche, ma anche da Peter Kogler e Marina Apollonio con i loro ambienti avvolgenti e conturbanti, senza dimenticare le sculture anamorfiche di Marc Didou o le performance intese come veri e propri trompe-l’œil umani di Liu Bolin, l’uomo invisibile.
Alla sinestesia in cui interagiscono diversi sensi è rivolta una sezione dedicata “Per vedere la musica” in cui scoprire come funziona l’automatismo psichico che consiste nell’associare in un’unica immagine due contenuti riferiti a due sfere sensoriali diverse.
Tra arte, artificio, fabbrica delle illusioni il riferimento va anche al cinema di George Méliès capace di dare vita alla sparizione degli oggetti creata attraverso un primitivo stop frame e mediante la levitazione di cose e persone con la ripresa a passo uno, mentre alle interazioni tra avanguardie artistiche e cinema guardano Léger, Man Ray, Picabia, Cocteau, Duchamp.
Il loro è una sorta di cinema sperimentale che, a partire dalla magia, gioca con inganni e deformazioni percettive per far perdere ogni riferimento con la “consueta” esperienza del reale.
La ricostruzione di una realtà aumentata allarga la percezione a nuovi significati in una visione/versione multilayer. Solo con l’uso del proprio telefonino (Bring Your Own Device), si potrà vivere la fascinazione “intelligente e complessa” di un contenuto a più strati, indispensabile completamento della visione di un mondo in transizione.
Di grande suggestione le installazioni site specific realizzate ad hoc per il Museo come quelle di Felice Varini autore di disegni nello spazio, monumentali ed effimeri ad un tempo. Di grande effetto anche la stanza magica progetto del designer Denis Santachiara e l’installazione di Marco Cordero consistente in una grotta di libri scavati come rocce da impronte di corpi impalpabili.
Denis Santachiara ha curato il progetto di allestimento, il coordinamento è stato affidato a Rita Moro ed Elisabetta Masala mentre le Video installazioni sono a cura di Storyville. A partire da questi paradossi e inganni dove la realtà risulta sfalsata vi è un invito a mettersi in gioco a partire da un’osservazione delle opere con atteggiamento indagatore, accostandosi alle immagini con quella consapevolezza di quel limite fluido esistente fra reale e virtuale, da cui non restare intrappolati, ma pronti a svelare i meccanismi alla base del processo stesso della visione. Un invito a non sottovalutare quanto viene comunicato guardando la realtà, della quale a volte diffidare. Ad accompagnare l’esposizione è il catalogo Electa con testi di Baingio Pinna, Chiara Gatti e Tiziana Cipelletti.
Silvana LAZZARINO Roma 28 Agosto 2022
SENSORAMA. Lo sguardo, le cose, gli inganni
MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro, fino al 30 ottobre 2022
Via Sebastiano Satta 27 – 08100 Nuoro, telefono 0784.252110
Orario invernale: 10:00 – 19:00; Orario estivo: 10:00 – 20:00 (Lunedi chiuso)