di Marco FIORAMANTI
Teatro di Documenti
Roma. via Nicola Zabaglia, 42
“Gli esclusi”
di Roberta Calandra
Adattamento e regia di Valentina Ghetti
con Alessio De Persio, Camilla Ferranti, Caterina Gramaglia, Dario Masciello, Leonardo Zarra, Luca Di Giovanni
Fino a domenica 1° dicembre (escluso sabato 30 novembre)
L’ALITO DI SPOON RIVER SUL TRAUMA DELL’ABBANDONO
“Visto da vicino nessuno è normale”
Franco Basaglia
L’esperimento INSANE SITUATION PROCEDURE che l’autrice, Roberta Calandra, ha concepito e che Valentina Ghetti con sapiente eleganza – anche nella scelta delle musiche – ha realizzato e diretto è perfettamente riuscito. Ci troviamo all’interno di un manicomio. S’immaginano gli spettatori trasformarsi in osservatori psichiatrici e, attraverso un (ipotetico) vetro immaginario, affrontano – senza essere visti – il comportamento emotivo di ognuno dei sei pazienti, calibrandone i differenti gradi di disagio psichico.
Quando appaiono al centro della scena, seduti in circolo, veniamo a conoscenza solo dei loro nomi di battesimo, sono Rosemary, Lucia, Benito Albino, Aldo, Giorgio ed Eduard, messi tutti insieme in una stanza e, sottoposti a vari stimoli, interagiscono tra loro, traendone evidenti benefici.
Nel corso della “terapia di gruppo” veniamo a scoprire la storia di ognuno, le loro sensibilità, i loro talenti, le loro forti attitudini finché non arrivano a dichiararsi, di essere tutti “figli di famiglie illustri, distrutti psicologicamente da esigenze di potere politico o culturale” e – come in una Spoon River – lì ciascuno intende “rivendicare la propria identità distrutta dalla Storia”.
Rosemary, interpretata magicamente da Caterina Gramaglia, è una Kennedy, sorella di John, vittima di una lobotomia senza anestesia. Lucia (una raffinata ed esuberante Camilla Ferranti) è la figlia di James Joyce, la rinuncia al suo talento di ballerina fu l’inizio della sua malattia mentale. Benito Albino (Leonardo Zarra, convincente nella sua follia) è il figlio illegittimo di Mussolini rinchiuso in un istituto psichiatrico. Aldo (Luca Di Giovanni, molto bravo nell’esprimere impaccio e timidezza) è un Togliatti, figlio del leader comunista “schizofrenico con spunti autistici”, passerà rinchiuso gli ultimi trenta anni. Giorgio (l’ottimo dandy Dario Masciello) è il fratello di Gianni Agnelli. Tenuto nascosto “perché malato”, muore a 35 anni precipitando da una finestra. Infine Eduard (nei panni dell’esilarante Alessio De Persio) è il gigante figlio di Albert Einstein chiuso e abbandonato a 20 anni in un ospedale psichiatrico di Zurigo.
Marco FIORAMANTI Roma 28 Novembre 2024