Al Teatro dell’Opera di Roma “Tosca 125” per celebrare i 125 anni dalla prima assoluta del capolavoro pucciniano.

di Claudio LISTANTI

Si rinnova al Teatro dell’Opera di Roma il particolare rapporto tra il massimo teatro lirico della Capitale e la Tosca di Giacomo Puccini in essere fin dal 14 gennaio del 1900 quando il capolavoro pucciniano iniziò, proprio in questo luogo, il suo percorso trionfale giunto ininterrottamente fino ai giorni nostri per un viatico che non ha conosciuto ostacoli visti i continui successi che consacrano Tosca come uno dei capolavori più importanti della Storia della Musica.

Quest’anno il Teatro dell’Opera di Roma ha solennizzato questa ricorrenza dei 125 anni dalla prima assoluta dell’opera proponendo delle rappresentazioni basate sulla riproposta dell’allestimento originale di  Adolf Hohenstein, entrato in pianta stabile nel repertorio del Teatro dell’Opera e considerato uno dei tesori dell’attività del teatro lirico romano che ne pone in evidenza la sua inconfutabile tradizione nell’ambito della storia del teatro lirico italiano seppur condizionata dalla sua breve storia rispetto a quelle più longevi di molti altri teatri italiani.

Fig. 1 Tosca 125. Gregory Kunde (Cavaradossi) nel terzo atto © Fabrizio Sansoni. Opera di Roma 2025.

Tale condizione non è dovuta, certo, ad una limitata importanza di Roma nell’ambito della Storia dell’Opera all’interno della quale è stata sempre considerata ‘piazza’ importante ma, piuttosto, conseguenza del ruolo di Capitale d’Italia affidato a Roma con le conseguenti e note sistemazioni urbanistiche che hanno inciso fortemente anche sulla collocazione di un dei più importanti teatri della città.

Le celebrazioni di questi 125 anni vita di Tosca hanno bilanciato un po’ quelle avvenute quasi in sordina nel 2000 quando si ricordò il capolavoro pucciniano per i cento anni dalla prima.

Fig. 2 Il Presidente Mattarella allo scoprimento della targa per i 125 anni di Tosca al Teatro dell’Opera. Foto tratta dal sito del Qurinale.

Oggi la ricorrenza è stata ricordata con Tosca 125 un evento organizzato proprio il 14 gennaio (a 125 anni esatti dalla prima) che, al fianco della rappresentazione dell’opera con una esecuzione musicale di alto livello, ha visto anche la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle istituzioni territoriali rappresentate dal Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dal Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Insieme hanno partecipato alla scoperta di una targa che all’interno del Teatro dell’Opera ricorda quella prima assoluta di 125 anni che rende giustizia ad uno degli eventi musicali più importanti per la città di Roma.

Ad accrescere la valenza di questa celebrazione c’è anche l’allestimento della mostra ‘Oltre la scena’ ospitata al terzo piano del teatro all’interno di spazi restaurati per l’occasione, frutto della collaborazione del Teatro dell’Opera con l’Archivio Storico Ricordo e curata da Giuliano Danieli, Alessandra Malusardi, Maria Pia Ferraris e Pierluigi Ledda. Le due istituzioni hanno messo a disposizione i loro archivi e le loro collezioni per rendere fruibile parte del cammino di Tosca partendo dai preziosi bozzetti originali di Adolf Hohenstein, che oltre ad essere valente pittore dell’epoca, fu molto apprezzato anche come illustratore, pubblicitario e scenografo ricoprendo anche la carica di direttore artistico dell’officina per la stampa dei manifesti litografici per Ricordi. Tutti elementi che hanno consentito la puntuale ricostruzione della scenografia che è alla base della rappresentazione odierna.

Nell’insieme la mostra propone un sintetico quanto esplicativo viaggio che si sviluppa con l’aiuto di documenti, bozzetti, fotografie e costumi che si sviluppa in sette sezioni per mettere a fuoco il cammino di Tosca dal 1900 ad oggi, ricordando gli interpreti che hanno contribuito a renderla grande fino al prezioso lavoro degli scenografi del Teatro dell’Opera che sono stati capaci di restituire intatto il fascino dell’allestimento originale.

Fig. 3 Tosca 125. La locandina della mostra Oltre la scena.

La mostra è piacevolmente fruibile e ben organizzata e riesce ad offrire al pubblico di riempire, temporalmente, gli spazi offerti dagli intervalli dallo spettacolo; sarà visitabile fino al 13 maggio prossimo.

Questa celebrazione, con il successo di pubblico ottenuto dallo spettacolo, ci regala l’occasione di giungere a delle considerazioni riguardo alla prassi rappresentativa in atto nei teatri d’opera di tutto il mondo.

Le recite di questa Tosca sono state caratterizzate dalla presenza massiccia di pubblico che nella quasi totalità ha mostrato di gradire, finalmente, una messa in scena in linea con i contenuti originali dell’opera soprattutto in relazione all’ambientazione ed ai movimenti scenici ben descritti dal libretto. Parlando ed ascoltando le impressioni di molti spettatori presenti in sala e, soprattutto, considerando il successo finale che ha caratterizzato ogni recita, emerge con chiarezza che questo modo di rappresentare un capolavoro del teatro per musica è quello più gradito al largo pubblico, soprattutto perché raggiunge un grado di intelligibilità molto più elevato per comprender quanto avviene in scena e, di conseguenza, arrivare con più incisività alle intenzioni originali degli autori.

Ciò contrasta con le frequenti realizzazioni operistiche di ogni parte del mondo che ne stravolgono il senso originale e che, ci sembra, siano rifiutate, se non addirittura temute, dal largo pubblico. Per altro, l’opera lirica, nel suo fulgore, è stata senza dubbio una manifestazione artistica di carattere popolare e quindi dedicata ad un pubblico il più possibile vasto. Oggi è ostaggio degli intellettualismi e della deplorevole ricerca della novità a tutti i costi che il più delle volte risulta incomprensibile. La partecipazione del pubblico, a nostro avviso, è il frutto della grande musica che è alla base della larghissima parte delle opere rappresentate, visto che i registi e i responsabili degli allestimenti sono spesso contestati. Forse il recupero della tradizione può essere la vera innovazione in campo teatrale.

Tosca 125. L’esecuzione in dettaglio

Per riferire delle rappresentazioni di Tosca di questi giorni è giusto partire coloro che hanno contribuito alla ricostruzione di scene e i costumi di Hohenstein, rispettivamente, da Carlo Savi e Anna Biagiotti e a completare la parte visiva le luci di Vinicio Cheli e la regia di Alessandro Talevi.

Per quanto riguarda la compagnia di canto c’è da dire che è risultata senza dubbio piuttosto valida.

Fig. 4 Tosca 125. Saioa Hernandez (Tosca), Gevorg Hakobyan (Scarpia) nel secondo atto. © Fabrizio Sansoni. Opera di Roma 2025.

Nel ruolo di Floria Tosca c’era il soprano spagnolo Saioa Hernández, scelta molto appropriata in quanto la cantante ha più volte sostenuto con successo questo ruolo. Anche qui ha dimostrato di avere nelle sue corde emotive questo ruolo, affrontato con sicurezza scenica e vocale. Anche se ha mostrato qualche difficoltà come nella ‘lama’, risultata poco incisiva e tagliente, ha offerto un momento riflessivo davvero coinvolgente con il ‘Vissi d’arte’ ed una linea di canto dalle deliziose sfumature per una interpretazione del tutto in linea con il personaggio. A lei il pubblico ha dedicato un notevole successo personale.

Fig. 5 Tosca 125. Gregory Kunde (Cavaradossi) nel primo atto © Fabrizio Sansoni. Opera di Roma 2025

Nella parte di Mario Cavaradossi l’intramontabile Gregory Kunde ha fornito, come di consueto, una interpretazione di ottimo livello per un personaggio che solo recentemente è entrato nel suo sterminato repertorio ed al quale è molto legato perché proprio qui a Roma, nel novembre del 2022, ha debuttato in questo ruolo. La sua voce, a dispetto dell’età, appare sempre fresca ed avvolgente, abbinata ad una tecnica vocale molto raffinata che gli consente non solo di frequentare con una certa disinvoltura il registro acuto ma anche di arricchire le sue interpretazioni con le necessarie sfumature, senza trascurare mezze voci e pianissimi che in Puccini sono frequenti e che ne rendono ricca ed elegante l’interpretazione. Il tutto accompagnato da un’ottima pronuncia italiana, fatto non trascurabile per un cantante di origine statunitense, accanto ad una notevole presenza scenica che restituiscono allo spettatore interpretazioni apprezzabili e godibili come è avvenuto anche in questa occasione romana che il foltissimo pubblico presente in sala ha indiscutibilmente apprezzato, dedicando al tenore vere e proprie ovazioni per un successo personale di grandi dimensioni.

Fig. 6 Tosca 125. Saioa Hernandez (Tosca), Gevorg Hakobyan (Scarpia) nel secondo atto © Fabrizio Sansoni. Opera di Roma 2025.

Nella parte del Barone Scarpia c’era il baritono armeno Gevorg Hakobyan, cantante in possesso di una discreta esperienza per i ruoli baritonali. Ha fornito una prova senza dubbio valida vocalmente e scenicamente anche se nell’insieme è risultato poco incisivo.

Nelle altre parti buone le prove di Luciano Leoni Cesare Angelotti, Domenico Colaianni Sagrestano, Saverio Fiore Spoletta, Marco Severin Sciarrone, Andrea Jin Chen Un carceriere. Concludiamo, come sempre facciamo per Tosca, con la prova di Un pastorello, piccola parte ma che ci sembra difficile quanto determinante per la riuscita dello splendido squarcio lirico del mattutino romano del terzo atto, citando la cantante Emma Mcaleese che con sicurezza lo ha eseguito.

Buoni ed efficaci tutti gli interventi del Coro del Teatro dell’Opera e della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera che hanno contribuito diretti da Ciro Visco che hanno contribuito con la dovuta efficacia a rendere la grandiosità del finale del primo atto.

Fig. 7 Tosca 125. La scena del Te Deum nel finale del primo atto © Fabrizio Sansoni. Opera di Roma 2025.

Michele Mariotti, direttore musicale del Teatro dell’Opera, che abbiamo molto apprezzato nel Simone verdiano inaugurale, ha condotto tutto lo spettacolo fornendo una prova senza dubbio valida anche se in alcuni punti ci è sembrata priva del necessario slancio lirico. Anche per lui vistoso successo di pubblico al termine dello spettacolo.

A tutti gli interpreti il pubblico ha rivolto (ci riferiamo a quella del 16 gennaio) lunghi e convinti applausi, chiamandoli più volte al proscenio.

Claudio LISTANTI  Roma  19 Gennaio 2025