redazione
SOGNO, OR SON WELLES?
di Martha Paine
Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.
Pablo Neruda
Era da tempo che non si parlava di favole. C’è voluta un’importante rivista glamour/underground come NIGHT ITALIA* e l’incontro tra due artisti visivi, Marco Fioramanti e Flavio Sciolè, due performer, due menti generose che utilizzano con i loro respiri la fantasia per raccontare la Vita. I due avevano già lavorato insieme per un’antologia: “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” – aimagazinebooks 2019 (Non si dicono le bugie/ Sciolè e Pinocchio atto secondo/ Fioramanti). Ai due testi hanno aggiunto due inediti, “Biancaneve ’70, declino favoloso in sette stazioni dolorose” e “Pollicinderella, ovvero della sincronicità del comportamento magico della scarpetta dorata” insieme a due lunghe, distinte interviste tratte dalla rivista Holy Cult n.8 di Luca Torzolini. In apertura, due occhielli di presentazione:
Sciolè è un innovatore linguistico che esprime la sua innovazione quando più niente sembra innovabile, un bestemmiatore autentico in un’epoca talmente priva di valori da circonfondere il corpo del performer di un’aura di quasi santità. Perché non esiste “entrismo” possibile per cui sceglie di bestemmiare coerentemente ogni dio del teatro, sia esso il dio della prosa, della ricerca, o il dio del teatro pubblico.
Graziano Graziani (dalla prefazione di ‘Libero Teatro in Libero Stato, Holy Edit, 2017
Marco Fioramanti innanzitutto è una persona che ammiro. Artisti come lui, che non sono artisti mentali, intellettuali, pleonastici, esteriori, ma artisti comporta/mentali, reali, artisti di arte e vita, ne ho conosciuti pochi. A lui si attaglia una famosa ‘dichiarazione di poetica’ di Marcel Duchamp: “Ogni secondo, ogni respiro può essere un’opera, che non è scritta da nessuna parte, che non è né visuale, né cerebrale: dunque se si vuole, la mia arte è vita… è una sorte di euforia costante”.
Pippo Di Marca (www.aboutartonline.com/pippo-di-marca/, 2024)
Il libro “FA VO LO SI”, stampato in 200 copie numerate e illustrato da foto realizzate dagli stessi artisti e da Fabiana Appicciafuoco, Chiara Francesca Cirillo e Paola Spinelli, è stato presentato venerdì 7 febbraio presso l’associazione culturale TraLeVolte, situata all’interno del blocco della Scala Santa a San Giovanni, in un’atmosfera architettonica suggestiva, fatta di mattoni pieni a vista, ricorsi di tufo, archi e volte. Mentre il pubblico prendeva posto nella grande sala, i due musicisti Theo Allegretti (tastiere) e Stefano Tonelli (chitarra ed electronics) sistemavano le loro installazioni e un grande monitor passava video/performance di Flavio Sciolè.
Alle pareti, gigantografie di installazioni di Fioramanti, in seguito esplicitate dalla sua viva voce, raccontavano di favole, di miti e di naufragi. Due in particolare, la foto relitto in volo (www.youtube.com/watch?v=LVLNsWM0qn8) di cui egregiamente scrive lo storico dell’arte Claudio Strinati:
Marco Fioramanti è un artista che interpreta la contemporaneità in un’ottica visionaria e radicale. La sua istanza di semplificazione assoluta, espressa fin dai primordi della sua parabola, culmina nell’idea che l’opera d’arte è la concretizzazione di un unico tratto che stabilisce e definisce l’oggetto immettendolo nella dimensione vivente, ma nel contempo stravolgendola in un impeto di rigenerazione e trasformazione imposto dalla viva presenza dell’opera nel nostro vissuto. C’è in Fioramanti lo spirito del Barone di Münchhausen e dell’Olandese volante e come questi personaggi immaginari, è autore di meravigliosa ingenuità, di totale caparbietà, innervati di magia e spirito d’avventura. C’è in lui una sorta di archetipo, modello, forma primaria che è la nave, la nave volante che attraversa il mondo intero o scende addirittura, con enorme sforzo degno di Fitzcarraldo, lungo la Scala Santa del Laterano. È il suo lavoro una sorta di laica sacralizzazione di un tempo che aspira, stesso tempo, all’eterno e al contingente. Ed è da credere che la sua acuta percezione della contemporaneità potrà di volta in volta appartenere a epoche diverse, purché orientate verso la terra della fantasia, dove tutto può succedere e nulla è veramente reale.
e il face-to-face dell’artista che fronteggia la sua ombra accompagnato dalla voce originale di Borges col suo doppio Borges y yo (www.youtube.com/watch?v=Ys6ABq8UfHw) dedicata all’amico scrittore Francesco Tarquini.
Quell’immagine/allo Specchio riflette/un io di-viso (M.F. – hai-K.O. dello Specchio)
La scena è stata poi catturata dalla prima azione di Flavio Sciolè: “INFINITO 70”, nella quale l’artista – nella durata di un quarto d’ora – disarticola L’infinito di Giacomo Leopardi bendandosi anima e corpo. Il pubblico, inizialmente interdetto, entra lentamente nel mood dell’antiteatro provocatorio e decadente dell’artista abruzzese fino a scottarsi le mani in un applauso scrosciante.
Dopo la magica jam session del duo Allegretti/Tonelli giunge il momento teatrale, estatico, di Mariaelena Masetti Zannini nelle vesti lungo/bianco/splendenti di Cinderella a interpretare – gesti e voce – l’effetto magico della scarpetta, mentre Fioramanti fissa a più riprese quell’impronta su carta da incisione, la firma e la offre in omaggio a ogni partecipante.
[…] E ogni volta che si riporta quell’impronta / sotto le suole delle scarpette dorate / durante i riti, chi le indossa / acquista un potere magico di proiezione. (da Pollicinderella)
Il rito zanniniano si conclude con l’attrice che sceglie una dama dal pubblico, nel caso specifico l’artista Primarosa Cesarini Sforza, alla quale fa indossare al piede il prezioso talismano.
È Flavio Sciolè a chiudere la serata improvvisando un secondo intervento con dei versi – sempre legati all’inciampo del linguaggio – “creati da lui stesso nel suo viaggio verso Roma” che iniziano così “Ne più mai toccherò le sacre sponde / ove il mio corpo fanciulletto giacque…”. Che dire, restiamo nella favola, quando il poeta incontra sé stesso in una vita precedente… Applausi.
Riconosciuti tra il pubblico lo scrittore di romanzi distopici Giuseppe Iannicelli (aka William Nessuno), il consigliere del Ministro della Cultura Francesco Cozza Caposavi, l’editore di libri d’artista Sergio Pandolfini, il critico cinematografico Raffaele Rivieccio, l’artista Carlo Maria Causati e la fotografa Paola Spinelli.