di Silvana LAZZARINO
Seguendo le orme della sua famiglia che ha segnato tratti importanti del Cinema italiano, Marco Tullio Barboni, con passione e impegno, si è dedicato a questa straordinaria arte come sceneggiatore e regista grazie. allo zio Leonida magistrale direttore della fotografia, amatissimo da Anna Magnani, e al padre Enzo cineoperatore, direttore della fotografia e regista con lo pseudonimo di E.B. Clucher autore di film western.
Dopo l’esordio come aiuto regista in “Lo chiamavano Trinità”, Marco Tullio Barboni, è passato alla sceneggiatura scoprendo una straordinaria capacità nel cogliere e analizzare contesti e tessuto umano e sociale sottolineando le sfumature delle emozioni. La sua fama è legata a film di grande risalto internazionale interpretati da Bud Spencer e Terence Hill e all’indimenticabile filone degli spaghetti western.
E’ proprio al duo storico Bud Spencer e Terence Hill che è dedicata la rassegna “Spaghetti Western Pietrastornina” giunta alla terza edizione e svoltasi lo scorso 7 settembre2024 a Pietrastornina (AV) e che ha visto tra i premiati con la “Guglia d’argento” i figli d’arte Marco Tullio barboni e Giuseppe Pedersoli da parte del sindaco di Pietrastornina, Amato Rizzo, e dal presidente dell’associazione organizzatrice, Fulvio Urciuolo.
Giuseppe Pedersoli sceneggiatore, produttore cinematografico e produttore televisivo, proprio come Marco Barboni è figlio d’arte; il padre è stato il grande Bud Spencer, morto nel giugno del 2016, tra le figure più note a livello internazionale del nostro cinema, indimenticabile in coppia con Terence Hill in diversi film primi fra tutti il citato “Lo chiamavano Trinità“.
La serata dello scorso 7 settembre è iniziata con balli e canzoni a tema western per accompagnare tutto il percorso del talk pubblico con Marco Tullio/figlio che ha ricordato Enzo Barboni/padre, alla presenza di Giuseppe Pedersoli, il quale ha invece ricordato non solo la forza e la sagacia del padre di Marco Tullio, ma ha fatto rivivere ricordi del suo genitore, Carlo Pedersoli/Bud Spencer. Non sono mancati nemmeno collegamenti videotelefonici in diretta, ben tre durante l’intera serata. Uno con l’attrice Elena Pedemonte, dal Messico dove vive (nel 1970 suo era il il ruolo di Giuditta in “Lo chiamavano Trinità”) super felicissima di aver fatto parte della reunion; poi, con il cantante Annibale Giannarelli, che si è collegato per l’occasione dalla Germania (Giannarelli raggiunse la notorietà internazionale grazie all’interpretazione del brano “Trinity” di Franco Micalizzi, eseguito assieme ad Alessandro Alessandroni chiamato per il celebre fischio, tema principale di “Lo chiamavano Trinità”); infine, con un sempre vivace Andy Luotto, che – dopo i trascorsi da attore (da molti anni è uno chef rinomato) – si è collegato dalla cucina de “Il Salotto di Rapallo”, dove svolge il suo ruolo di Executive) ed ha salutato gli storici amici con emozione, dedicando al pubblico la ricetta dell’ormai confermata pasta alla Camposecco Far West (spaghetti al pomodoro, piatto preferito dalla coppia Spencer-Hill e dello stesso Andy) ed intervenendo alla serata in qualità di dialogue coach del celebre film.
Marco Tullio Barboni ha consegnato dal palco con generosità una immagine pubblica e privata di suo padre, unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi innovatori del genere western, con il contributo personale fornito alla realtà dei “fagioli western”. “Lo chiamavano Trinità” rappresenta infatti nella sua unicità, un’innovazione degli spaghetti western. Un sottogenere parodistico entrato nell’immaginario collettivo come una realtà cinematografica di pari livello.
I film di Enzo Barboni rappresentano il ponte – anche il capolinea – del genere western. Niente sangue; ironico; adatto alle famiglie: un film guardato con dubbio, perché non ci sono morti. Un ribaltamento assoluto del cliché’ fino a quel momento vigente. Si è trattato di un viaggio filmico-narrativo che è andato dall’indimenticabile “Lo chiamavano Trinità” a “Non c’è due senza quattro”, passando per “I due superpiedi quasi piatti”.
Centinaia i visitatori che hanno animato il villaggio predisposto per rievocare l’atmosfera cinematografica western, rendendo concreta un’intuizione degli organizzatori. La presenza dei protagonisti, nonché’ la disponibilità dei figuranti e degli artisti che si sono esibiti, hanno reso la serata di sabato 7 settembre un momento unico.
Competenze, responsabilità e professionalità in diversi ambiti a partire dalla gestione e organizzazione, comprese idee vincenti e incontri, hanno reso possibile il successo della manifestazione, Indispensabile al riguardo è stato il ruolo e l’interessamento del gruppo “Camposecco Far West”, che ha collaborato a più riprese, in maniera infaticabile, per rendere indimenticabile l’iniziativa. Quando la passione condivisa diventa collante di storie e realtà differenti: sono questi i miracoli del Cinema. Adesso, la strada verso il West è segnata.
Negli ultimi anni Marco Tullio Barboni è diventato un apprezzato e pluripremiato scrittore, i cui libri hanno riscosso ampi consensi di pubblico e critica.
La sua carriera come scrittore è iniziata con la pubblicazione del romanzo “…E lo chiamerai destino” (Edizioni Kappa) del 2015 dove di riflesso si parla dell’uomo sospeso tra conscio e inconscio e dell’eterno conflitto tra consapevolezza e inconsapevolezza, libro con cui ha ricevuto diversi prestigiosi premi e riconoscimenti confermati anche con le successive opere di narrativa “A spasso con il Mago. Merlino e io” (Paguro editore) e “Matusalemme Kid. Alla scoperta di un cuore bambino” edizioni Paguro. Per quest’ultimo libro -tra gli altri riconoscimenti- segnaliamo il premio ricevuto alla 1° edizione del Premio Zurigo’ International Switzerland Literary Prize, il primo posto al Premio letterario internazionale “Mr. Hyde Award”s 2021 (vincitore del Premio Letteratura) e il primo posto alla 3 edizione del Concorso Letterario Un Mare di Libri per la Sezione Romanzi– il Viaggio tra itinerari fisici e interiori, svoltosi nel 2022.
l romanzo “Matusalemme kid” dedicato al E. B. Clucher e a Bud Spencer, che si presenta come autopsicanalitico ed in un certo qual senso storico — storia del Grande Cinema Italiano — ha permesso all’autore di riscoprire e confrontarsi con il proprio cuore bambino, poche è importante mantenere viva sempre quella luce del bambino che ciascuno ha insita in sé a prescindere dall’età anagrafica
Tra i prestigiosi riconoscimenti e premi ricevuti per gli altri due romanzi citiamo: il Premio Speciale della Giuria al Pegasus Literary Awards Città di Cattolica, il Premio letterario Milano International nel 2018 ed il Premio Letterario Caffè delle Arti nel 2019 assegnati al romanzo “A spasso con il Mago Merlino e io”; e l’ex aequo con Andrea Scanzi nel 2018 al Premio letterario Internazionale Montefiore organizzato dall’Associazione Culturale “Pegasus Cattolica, per il romanzo “…E lo chiamerai destino”.
Nel 2025 è atteso il suo prossimo libro, il primo fuori dalla narrazione completamente dialogica, che è il suo stile da scrittore per come il pubblico e la critica lo conoscono ad oggi.
Silvana LAZZARINO Roma 14 Settembre 2024