di Silvana LAZZARINO
Un percorso dedicato alla ricerca creativa e in divenire dell’artista che ha precorso i tempi aprendo lo sguardo alla tridimensionalità dell’opera nel suo essere parte dello spazio.
Nell’ambito della mostra “DONNE CORPO E IMMAGINE TRA SIMBOLO E RIVOLUZIONE” a Roma alla Galleria d’Arte Moderna di Via Crispi (fino al 13 ottobre 2019) che si sofferma sul cambiamento dell’identità e dell’immagine femminile restituito dall’arte tra fine Ottocento e contemporaneità, da sottolineare la presenza di interessanti lavori di cinque eccezionali protagoniste dell’arte “al femminile” del Novecento.
Marina Abramović, Carla Accardi, Mirella Bentivoglio, Maria Lai e Titina Maselli. Le loro opere diventano occasione per riflettere anche sulle loro differenti modalità di intendere il proprio impegno nell’ambito artistico e pubblico
Successive alle esposizioni delle opere di Maria Lai e di Titina Maselli è stata la volta della performer Marina Abramović con il video originale della performance realizzata dell’artista insieme a Ulay, “Imponderabilia”, che rappresenta una delle esibizioni performative più significative del panorama dell’arte. Realizzata presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna il 2 giugno 1977, nell’ambito della Settimana Internazionale della Performance, essa solo in apparenza vuole mostrare i corpi dei due protagonisti nudi uno di fronte all’altro (quelli dell’Abramović e del suo compagno Ulay) poiché intende dare risalto alle reazioni “imponderabili” riferite agli sguardi e ai gesti dei visitatori che si trovano a passare più o meno veloci e con un certo imbarazzo nel piccolo spazio a disposizione per trovarsi vicino ai due corpi nudi.
Da non perdere nell’ambito della mostra dedicata all’immagine della Donna tra simbolo e rivoluzione, l’omaggio alla precorritrice dell’arte astratta in Italia Carla Accardi
(Trapani 1924 – Roma 2014) artista tra le più eclettiche e originali del secondo dopoguerra. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo, nel 1946 si trasferisce a Roma dove l’anno seguente fonda l’avanguardia artistica “Gruppo Forma 1.” L’esposizione a lei dedicata in corso fino al 1 settembre 2019 alla Galleria d’Arte Moderna, a cura di Arianna Angelelli, Federica Pirani, Gloria Raimondi e Daniela Vasta, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale– Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata in collaborazione con Cineteca di Bologna e Istituto Luce. si sofferma su una serie di importanti opere degli anni Settanta e Novanta.
Un percorso che intende sottolineare la riflessione dell’Accardi sul segno astratto lontano da riferimenti al reale e sull’uso del colore con cui ridefinire una nuova visione del proprio orizzonte emotivo in rapporto all’esistenza. Il segno da cui lei parte e che costantemente unito o intrecciato ad altri, crea forme e figure astratte, talora simili ad arabeschi diventa poi espressione di una nuova consapevolezza anche riferita al ruolo della donna, all’alterità femminile quale entità libera. Il colore, capace di cambiare il senso di ogni forma, restituendo luce e ombra, sogno e malinconia, unitamente al segno che varia nel tempo, sono sempre aspetti centrali nella sua opera fin dal suo appartenere al “Gruppo Forma 1” che fonda nel 1947 insieme a Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo e Turcato.
Se negli anni Cinquanta sulla scia dell’Informale, con l’appoggio del critico Michel Tapié, l’Accardi dà vita ad una serie di segmenti pittorici bianchi su fondi neri, negli anni Sessanta sull’ondata della militanza femminista, sperimenta un colore luminescente, inizialmente su normali supporti opachi, poi su fogli trasparenti di “sicofoil” (particolare acetato di cellulosa) dipinti con smalti monocromi a voler superare la superficie piana della pittura. Entro questa visione in cui ridefinire il rapporto tra opera e spazio dà vita negli anni Settanta alle “Tende” strutture abitabili vere e proprie e anche percorribili come “Triplice tenda” (1969-’70) in cui si fondono arte, architettura e design. Installazioni in cui entrare e uscire fisicamente in una sorta di recupero del proprio ruolo e delle aspettative nel percorso di vita.
Nuove sinergie di contrapposizioni create da stesure cromatiche disposte su tela grezza si definisco negli anni Ottanta.
Soffermandosi sulle opere esposte si può ammirare “Bozzetto per scultura e Bozzetto”, del 1971-1972, riferita al concorso per la realizzazione di interventi artistici nelle scuole di Roma bandito nel 1970 dal Comune
“Il primo si riferisce al progetto per un complesso decorativo in marmo per l’atrio d’ingresso della Scuola Primaria Statale Livio Tempesta, nel quartiere Ostiense; il secondo si riferisce a una grande decorazione in terracotta invetriata policroma per la Scuola Media Luigi Fantappiè, oggi Scuola Media Statale Giuseppe Bagnera, nel quartiere Portuense”.
Questi bozzetti riflettono la ricerca dell’Accardi sui materiali plastici portata avanti in quegli anni seguendo diverse soluzioni.
Da sottolineare poi sulla scia di opere in cui vengono esplorate le diverse combinazioni cromatiche, l’opera “Giallobianconero”(1990) che presenta un segno largo e spesso, dalle complesse intersezioni a croce e combinazioni labirintiche. In essa i tre colori che si alternano entro un ritmo di intrecci, invitano ad una meditazione sul dinamismo generato “dal contrasto elementare del bianco e nero e sulla forza centripeta del giallo, con effetti magmatici di espansione e contrazione”.
Verso lo stesso dinamismo segnico si orienta “Sovraesposti” cieli (1997) in formato ridotto con tecnica litografica a colori, mentre Il “Senza titolo” del 1995, firmato e datato, rappresenta un bozzetto preparatorio per la decorazione a mosaico della stazione “Re di Roma” della metropolitana cittadina, in relazione al progetto di arte urbana “Arte Metro Roma”.
Interessanti anche diversi materiali documentari provenienti da ARCHIVIA – Archivi Biblioteche Centro di Documentazione delle Donne (fotografie, giornali dell’epoca, volumi).
“Alcuni scritti di Carla Lonzi – Autoritratto (1969), Taci anzi parla. Diario di una femminista (1978) e Scacco ragionato (1985) – restituiscono alcuni episodi dell’impegno politico di Carla Accardi nel gruppo Rivolta Femminile e nella Cooperativa Beato Angelico e l’amicizia fra le due attiviste. Il volume Superiore e inferiore (1972) presenta al suo interno “la trascrizione delle conversazioni che Accardi, in qualità di docente presso la scuola secondaria di primo grado “G. Papini” di Roma, tenne con le allieve delle sue classi, invitate a leggere e commentare il “Manifesto di Rivolta femminile”. I temi trattati – il matrimonio, il mito della verginità, la parità di genere, le differenze tra i genitori e tra fratelli e sorelle, la procreazione come dovere – costarono alla Accardi la sospensione e quindi la destituzione dall’insegnamento nella scuola pubblica (marzo 1972)”.
Tra le diverse esposizioni personali e collettive cui Carla Accardi ha preso parte. accanto alle retrospettive del gruppo Forma 1 e dell’Avanguardia Italiana degli anni Cinquanta, comprese diverse edizioni della Biennale di Venezia, da segnalare l’Italian Art in the XXth Century, Royal Academy, Londra, 1989, The Italian Metamorphosis 1943-1968, Guggenheim Museum, New York, 1994 e Chambres d’amis (Gand, 1986) E poi le personali al Contemporary Art Center, New York. nel 2001, alla Galerie Greta Meert, Bruxelles nel 2007, all’Auditorium Parco della Musica, Roma nel 2008. al Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese, Roma nel 2011, alla Galleria Valentina Bonomo, Roma nel 2013.
Di grande suggestione la retrospettiva dedicatale nel 1998 dalla sua città natale, Trapani “Carla Accardi: opere 1947-1997” nella Chiesa della Badia Grande.
È stata inoltre membro dell’Accademia di Brera nel 1996 e l’anno seguente nel 1997 ha preso parte come consigliere alla Commissione per la Biennale di Venezia.
Carla Accardi ha esplorato ogni possibile espressione dell’arte a partire dal segno nel suo interagire con il colore, per poi attraverso nuovi materiali, come ad esempio il sicofoil, conquistare la dimensione dello spazio entro una riproposta, della presa di coscienza dell’individuo di essere parte di questo viaggio dove tutto è in divenire.
La serie degli “omaggi alle artiste” previsti all’interno della mostra proseguirà a settembre con l’omaggio a Mirella Bentivoglio, altra grande protagonista dell’arte italiana del Novecento. Riprenderanno a settembre anche gli incontri in mostra e gli Eventi on open air nel chiostro/giardino della GAM.
OMAGGIO A CARLA ACCARDI
Galleria d’Arte Moderna, Roma, via Francesco Crispi, 24. Fino al 1 settembre 2019
Silvana LAZZARINO Roma Agosto 2019