All’Orto Botanico di Roma il fior fiore della scultura giovane contemporanea dell’Accademia di Belle Arti di Roma

di Veronica PIRACCINI

Hanami impermanenza della bellezza

 

1 Le scultrici docenti da sinistra Alessandra Porfidia e Patrizia Bisonni

Fra le meraviglie naturali di una Roma primaverile, fra le dinamiche schermaglie  giocose di sole e pioggia, nella dimensione sospesa della  pandemia, si è inaugurata alcuni giorni fa il 17 aprile, nel suo antico Orto Botanico sulle  pendici del Gianicolo nell’antica Area archeologica prospicente al parco di Villa Corsini, un tempo residenza della regina Cristina di Svezia, una coraggiosa e poetica mostra dal titolo  “Hanami impermanenza della bellezza” a cura della Scuola di Scultura delle scultrici docenti Alessandra Porfidia e Patrizia Bisonni (fig.1) dell’Accademia di Belle Arti di Roma (fig. 2)

2. La Scuola di Scultura di A. Porfidia e P.Bisonni

L’idea nasce dalla celebre usanza tradizionale giapponese Hanami, di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi (figg. 3-4).

3. Fioritura di primavera
4. Fioritura di primavera

Badate bene, in questa mostra, la fioritura primaverile, per ciò che le opere d’arte comunicano, non è da intendersi semplicemente come fonte ispirativa, ma invece come un vero e proprio atto di rinascita che apre ad un’esigenza nuova, volta alla scoperta profonda della ricerca artistica nella natura, imperniandosi nell’armonia tra il pensiero che si evolve in opera d’arte e il connubio con la natura.

Infatti la scultrice docente e curatrice della mostra Alessandra Porfidia, artista di fama internazionale, a cui il Giappone già conferì nel 1998 il Premio onorificenza “Suntory Prize” alla Triennale di Osaka e collocando una sua scultura al Museo di Arte contemporanea,  nella cura della mostra riguardo al lavoro dei suoi allievi, dichiara così le linee guida del suo pensiero:

“Partendo dalla natura l’intento è arrivare ad una visione, un segno. Guardando l’ambiente naturale, le piante, che ci regalano una sorprendente ricchezza estetica, l’obiettivo è ritrovare armonia e valorizzazione la bellezza che connota l’arte dai suoi albori. Quindi il focus è partire dal ristabilire armonia tra Spazio e Ambiente, tra Uomo e Natura…Il dialogo tra natura e spettatore propone una filosofia del sentire che oggi si rivela particolarmente  importante, soprattutto per le implicazioni di riscoperta della relazione fisica e concettuale del cosmo”

Anche la docente scultrice Patrizia Bisonni, che invece viene da esperienze diverse per cui la sua poetica scultorea verte per come dice lei dallo:

“… scorporare i volumi saldando e assemblando o plasmando i materiali”, scrive riguardo ai lavori degli studenti realizzati in ceramica e paper clay: “La poetica e l’estetica dell’Ikebana, coglie simboli e racconta una filosofia, che è stata studiata anche durante la progettazione degli oggetti contenitore creati dagli studenti-artisti: S. Simon, L. Firmignani, Liu Yi, Z. Zhuang, Z. Ziyi, V. Totaro, G. Saporito, C. Russo (figg. 5-6-7-8-9) di cui la composizione floreale Ikebana è a cura di S. Mattei leader della Ohara A.L.U. Study Group”.
5. G. Saporito “Wabi-sabi”

 

10 Scultura romana II sec. a. C.

Tutto si svolge nella sontuosa e splendente natura antica (ci sono magnifici alberi di lecci e platani secolari di cica 400 anni), e giovane, si perché le piante sono più di 7.000 specie diverse provenienti da tutto il mondo in 120.000 mq, straordinariamente lussureggianti fra le fontane e le sculture antiche del II sec. a. C. (fig. 10) il Boschetto di Bambù, gli straordinari Roseti, il Bosco Mediterraneo, le rigogliose Palme, il Giardino degli Aromi, la Valletta delle Felci, il Giardino Mediterraneo, l’Orto dei Semplici, le Piante Acquatiche, la Serra Monumentale, la Serra Corsini, la Serra delle Farfalle e Tropicale, gli Alberi Monumentali, la Banca del Germoplasma e il Giardino del tè giapponese.

L’Orto Botanico di Roma, che ospita la mostra, è uno dei Musei del Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza di Roma ed è un’area archeologica denominata Horti Geatae su via della Lungara adiacente al giardino storico del 1883 di Palazzo Riario  Corsini detto anche Villa Corsini.

12. V. Albano “Eterna”
11. M. Vasca “Leggerezza”

L’area dell’ Orto Botanico era costituita in antico dalle terme di Settimio Severo infatti è irrorata dall’acqua dell’acquedotto dell’ Acqua Paola, e perciò, in questo percorso nella natura sensibile fra sculture di più di duemila anni fa, e la bella e più recente centrale fontana, emergono le sculture contemporanee dei giovani artisti, con le opere di creta e ceramica di G. D’Amico, C. Russo, A. Mosca, Z. Zhang e di altri citati all’inizio,

13 G. Zeppilli “Spogliare l’immagine”
14 V. Pellegrini “Essenzialità M. Akiyama “Quello che ci rende natura”

e a proseguire nel parco le ieratiche sculture di M. Akiyama, la leggerezza dell’ala di M. Vasca,  la struttura cubica di V. Pellegrini, di G. Zeppilli come amache naturali, l’ onda vortice di F. Mennella, il fiore di bambù di E. Ceccarelli, elementi di altri mondi luminescenti di M. Frassinelli e G. Ciappi, fulgida ceramica composta con il bambù  di S. De Nichilo, e nel boschetto di bambù fra i più ricchi d’Europa, le mimetizzate cannule sonore di M.V. Soracco  e le carrubbe ritmiche di L. Formignani,

15 V. Albano “Contro natura”
16 F. Mennella “Onda”

e più avanti il pentagramma naturale di M. Cicolani, di V. Albano due opere diverse una filiforme e l’altra potente illuminata d’azzurro,  bagliori di ceramica argentata e cromatica fra gli iris e lo specchio d’acqua di S. De Nichilo, misteriche perle d’ambra nel ruscello di M. Akiyama 

17 L. Formignani “Shinto”
18 M.V. Soracco “Etesia”

e lo sferoide di legno, sino a salire fra i ciliegi, che in una neve di petali, rivelano il territorio tracciato da A. Mosca, il cerchio ciclico di C. Russo, e anche  J. Anacoreta, S. Broccatelli, M. Cincolani, L. G. D’Amico, A. Fabbricini, L. Cocuccioni, B. Cota, G.  D’Amico, Mozzarella Light (M. Frassinelli, G. Ciappi) A.V. Pellegrini, C. Russo, G. Saporito, G. Zeppilli, Liu Yi, Z. Zhuang

19. S. De Nichilo “Sakura”
20 S. De Nichilo “Kinsugi”

I giovani artisti-allievi hanno installato le opere con entusiasmo in proficua collaborazione fra loro, guidati in assoluto dai Maestri Alessandra Porfidia e Patrizia Bisonni oltre che coadiuvati dalla giovane tecnico di laboratorio Rosi Maria Zito.

21 M. Frassinelli e G. Ciappi, “Lunatici”
22. M. Akiyama “Quello che ci rende natura”

Quando si guardano delle opere in mostra tutto appare molto semplice naturale, ma soffermiamoci solo a pensare alcuni passaggi:

23 A. Mosca “Teatro della contemplazione”
24. M. Akiyama “Rebirth 1”

il processo della nascita dell’opera nella mente, la fase progettuale concreta,  la realizzazione reale, lo studio della collocazione,  il trasporto dell’opera, il posizionamento stabile della scultura, l’organizzazione del tutto…

 

25 M. Akiyama “Rebirth 2”
26 C. Russo “Ciclico”
27 M. Cicolani “Pentagramma naturale”
28 Fioritura

e poi ecco per miracolo dopo tante fatiche, nel colpo d’occhio la magia dell’opera d’arte che allo sguardo dello spettatore sale leggera,  l’artista può solo in quell’attimo riposarsi, un solo istante, per poi riprendere inesorabilmente a creare!

Veronica PIRACCINI  Roma 22-4-2021

La mostra prosegue fino al 30 aprile 2021 con possibili prolungamenti.

Largo Cristina di Svezia, 23 A Tel. 06 49917107-8  06 49917135 info-ortobotanico@uniroma1.it

Aperto tutti i giorni  dalle ore 9 alle 18,30 con prenotazione sul sito ufficiale nel rispetto della sicurezza pandemica.