di Carla GUIDI
Vitalità dell’arte, una riflessione bioetica di Piero Gilardi
Come si legge nel sito http://www.parcoartevivente.it il PAV (Parco Arte Vivente) è un centro sperimentale d’arte contemporanea ideato dall’artista Piero Gilardi e diretto da Enrico Bonanate; occupa l’area ex industriale Framtek di circa 23.00 mq a Torino, trasformata nel 2008 in un’area verde attrezzata con strutture museali.
La sua missione è promuovere iniziative legate all’ambiente, alla cultura ed al sociale con visite guidate, workshop formativi, laboratori artistici ed iniziative ludico/didattiche per bambini e ragazzi, concordate con le scuole. Sono inseriti soprattutto interventi di arte relazionale e partecipata sul territorio del parco e fuori, mostre, filmati, installazioni e ricerche di autori come Dominique Gonzalez-Foerster, Gilles Clément e di molti altri artisti e personalità internazionali. Con le stesse finalità e lo stesso impegno sono in atto periodicamente riflessioni bioetiche, raccolti e diffusi interventi sulla ricerca in biotecnologie, promozione di progetti per lo sviluppo di nuove fonti di energia e di riforestazione, pratiche di economia circolare, diffusione della bioagricoltura, infine progetti legati alla rigenerazione degli spazi urbani. Il PAV è quindi uno spazio interattivo con il pubblico in una triplice vocazione ecologica, sociale e mentale; come detto spesso dallo stesso Piero Gilardi:
L’Arte deve entrare nella vita, ma dato che la vita è alienata, occorre impegnarsi anche a liberare e disalienare la vita
Segnaliamo che dal 7 maggio al 24 ottobre 2021 l’appuntamento è con Sustaining Assembly, ovvero Pratiche artistiche per una transizione ecologica dal basso. L’evento è curato da Piero Gilardi e Marco Scotini.
Sustaining Assembly offre al pubblico una carrellata di soluzioni alla crisi attuale, attraverso il lavoro pioneristico di artisti di varia provenienza che sono stati capaci di attivare progetti in tutto il pianeta – come il progetto collettivo Inland presentato da Fernando Garcia-Dory, o Free Home University di Alessandra Pomarico.
Zheng Bo, Mao Chenyu raccontano esperienze della comunità asiatica, mentre le questioni ecologiche australiane e i diritti indigeni sono al centro del lavoro di Karrabing Film Collective.
L’australiana Yasmin Smith propone un progetto dedicato alla Terra dei Fuochi, Michele Guido e la storica artista Maria Thereza Alves riflettono su alcune pratiche sostenibili.
Il duo composto da Bouba Toure e Raphaël Grisey presenta invece una ricerca sull’esperienza africana di Somankidi Coura. Poi, in occasione dell’opening il 7 maggio prossimo, verrà presentata un’inedita azione performativa di Piero Gilardi.
Ben sappiamo quanto abbiamo bisogno, non solo di denunciare l’avanzare del disastro ambientale, ma di agire concretamente affinché si possa diffondere un diverso modo di concepire la vita insieme, così il PAV ci propone possibili soluzioni cominciando con l’invito all’unione di tutti gli attori in causa e con l’obiettivo di raggiungere l’ecosostenibilità planetaria, recuperando quello che abbiamo perso nei termini di solidarietà con i nostri simili, in un contesto dotato di un modello positivo che ci permetta il proseguimento sano della vita.
In un famoso articolo, pubblicato di Lynn White Jr. (The Historical Roots of Our Ecological Crisis, in «Science» 1967) si evidenziava quanto gli esseri umani, specialmente sostenuti nel passato dalle religioni monoteistiche, si sono sentiti sempre padroni della Terra. Un presupposto che sta ancora alla radice di ogni onnipotenza e di ogni imperialismo; cioè all’uomo, fatto ad immagine di Dio (Gen. 1, 26) avendo perduto ogni rispetto per creature e luoghi considerati in basso in una scala gerarchica autoreferenziale, sarebbe permesso di dominare, come diritto di nascita – “sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”. Scriveva invece Mircea Eliade:
In tutte le religioni di tipo cosmico la vita religiosa consiste proprio nell’esaltazione della solidarietà dell’uomo con la vita e la natura … (La nostalgia delle origini, Morcelliana, Brescia 1980).
Tutto questo appartiene ad un passato complesso che ancora ci domina, non sostituito ancora da una forma di spiritualità laica, pacifica e rispettosa, specialmente ora in cui una pandemica forma di globalizzazione ed omogeneizzazione delle culture, ha portato ormai ad un totale controllo dell’uomo sull’ambiente; sarebbe meglio dire al suo sfruttamento massimizzato e senza scrupoli, tanto da portare tutto il pianeta sull’orlo della distruzione.
Lo stesso Piero Gilardi ha spesso parlato e scritto di Antropocene, termine che denuncia la presa di possesso dell’Homo sapiens sul pianeta, (in sostituzione del termine usato per l’epoca geologica attuale, Olocene). Questo termine si è diffuso sempre di più nel tempo fino a quando, negli anni ottanta, venne adottato dal biologo naturalista Eugene F. Stoermer ed usato al convegno dell’IGPB del 2000 dal Premio Nobel per la chimica Paul J. Crutzen, che lo formalizzò nell’articolo Geology of mankind, Nature, Vol. 415, 3 January, 2002. A questo proposito al PAV è stato organizzato il 4 e 5 maggio 2018 un Convegno su questa tematica, Antropocene. Crisi ecologica e potenzialità trasformative dell’arte.
Che dire poi di quello che è successo nel 2020? Cito questo articolo a titolo di esempio – “Perché crisi climatica, consumo del suolo, inquinamento e coronavirus sono legati a doppio filo” – a firma di Mariella Bussolati 26/2/2020 (Cfr https://it.businessinsider.com/perche-crisi-climatica-consumo-del-suolo-inquinamento-e-coronavirus-sono-legati-a-doppio-filo/ ) dove tra l’altro si apprende che il 75% dei malanni emersi nelle ultime decadi sono zoonosi con una diffusione mediale di titoli evocativi sugli animali “responsabili” che la nostra psiche ha vissuto con il timore dovuto alla riedizione di divinità zoomorfe punitive.
In un mondo così antropizzato come il nostro sono infatti aumentate esponenzialmente le infezioni pandemiche che aggravano gli altri tragici problemi … Ci mancava di sapere dell’impressionante “Peso delle cose”, sulle quali scrive Telmo Pievani (Università di Padova) per esempio sul Corriere della sera del 28 febbraio 2021 (pag 2) che, attraverso citazioni dall’autorevole rivista “Nature” ci informa che la Biomassa, cioè la massa complessiva degli esseri viventi sulla terra, oggi pesa esattamente quanto la massa Antropogenetica:
Ciò significa che proprio nel 2020 la somma degli oggetti umani ha eguagliato tutto il resto della vita messo insieme. E pensare che agli inizi del ‘900 le cose umane valevano il 3% rispetto al peso degli esseri viventi. Dire che Homo sapiens è diventato una forza geologica che squassa il pianeta suona generico, ma secondo Milo i numeri possono diventare il nostro sesto senso. In effetti, la percezione cambia quando si fanno i conti. Qualche esempio: il peso delle nostre infrastrutture ha superato quello di tutti gli alberi e arbusti del mondo; se raggruppiamo tutti gli oggetti di plastica, in funzione o buttati, anche al netto del riciclo, la loro massa eccede quella di tutti gli animali terrestri e marini messi insieme. –
Piero Gilardi, conosciuto fin dagli anni sessanta-settanta tra gli artisti torinesi appartenenti all’Arte Povera, divenne da subito portatore di un forte impegno sociopolitico ed etico nell’arte come strumento di opposizione, di lotta e rito collettivo. Divennero famosi i suoi tappeti-natura in poliuretano espanso, che proponevano frammenti iperrealistici artificiali di un mondo ormai perduto, quello naturale. Dapprima percepiti come esercitazioni artistiche ispirate alla Pop Art o al Nouveau Réalisme, ben presto furono considerati i prodromi della sua personale ideologia, orientata all’emancipazione del sistema artistico dai poteri oppressivi, andando a definire un nuovo statuto dell’arte contemporanea come una nuova estetica per coniugare arte e vita.
Nato a Torino nel 1942, nel 1963 tenne la sua prima mostra personale, Macchine per il futuro. Due anni più tardi realizzò le prime opere in poliuretano espanso, i “tappeti-natura”, che espose a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam, New York. Nel 1969 iniziò una lunga esperienza transculturale diretta all’analisi teorica e alla pratica della congiunzione arte-vita. Come militante politico e animatore della cultura giovanile condusse svariate esperienze di creatività collettiva nelle periferie urbane e “mondiali”: Nicaragua, riserve indiane negli USA, Africa. Nel 1981 espose in gallerie installazioni accompagnate da workshop creativi con il pubblico.
A partire dal 1985 iniziò una ricerca artistica con le nuove tecnologie attraverso l’elaborazione del progetto Ixiana che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigurava un parco tecnologico nel quale il grande pubblico potesse sperimentare in senso artistico le tecnologie digitali. Nel corso degli anni novanta e duemila sviluppò una serie di installazioni interattive multimediali con un’intensa attività internazionale.
Insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski costituì l’associazione internazionale Ars Technica e in qualità di responsabile della sezione italiana promosse a Torino le mostre internazionali Arslab. Metodi ed emozioni (1992), Arslab. I sensi del virtuale (1995), Arslab. I labirinti del corpo in gioco (1998), come pure vari convegni di studio sull’arte dei nuovi media. Sue pubblicazioni del periodo – Dall’arte alla vita, dalla vita all’arte (La Salamandra, Milano 1981), Not for Sale (Mazzotta, Milano 2000) e Les Presses du Réel (Dijon 2003).
Segnaliamo quindi i suoi ultimi libri La mia biopolitica (Prearo, Milano 2016) e La tempesta perfetta, un’istallazione interattiva, il titolo di una mostra e di un volume di oltre duecento pagine (Prearo Editore 2018) già presentato anche in un mio articolo – http://www.dailygreen.it/la-tempesta-perfetta-arte-dellantropocene-piero-gilardi/
Questo volume contiene un saggio critico di Gaia Bindi che già aveva curato la sua mostra dal titolo Estetiche dell’Antropocene, presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara nell’estate 2017 in contemporanea con la grande sua monografica al Maxxi di Roma Nature Forever, da aprile ad ottobre dello stesso anno. Contiene inoltre in più di duecento pagine di testo e fotografie a colori di installazioni, maschere e tappeti natura, le tappe storiche del suo lavoro e documenti dalla prima comparsa dei tappeti-natura del 1966, all’Happening al Piper Club di Torino del 1967, ai manifesti ed alle manifestazioni con grandi maschere e cartelli dal ‘76, ’79. Poi la conversazione con Francesco Poli del 2008, la conversazione con Lea Vergine del 1981, la conversazione con Gianni Pozzi del 1994, la conversazione con Andrea Bellini del 2011. Infine le considerazioni dello stesso Gilardi con l’articolo: Antropocene. Apocalisse o eco rinascita?
Carla GUIDI Roma 25 prile 2021