di Mario URSINO
Caro Direttore,
mi permetto di intervenire anch’io a proposito della Natività del Caravaggio. Premetto che ho conosciuto personalmente John T. Spike anni fa in occasione delle celebrazioni di Mattia Preti, di cui lo studioso ha redatto un insuperato e completo catalogo delle opere. Gli manifesto quindi tutta la mia stima. Il tema da svolgere è se la figura volta di schiena, seduta a terra dinanzi al Bambino e alla Vergine, essa pure accucciata, sia il San Giuseppe, mentre il vecchio barbuto appoggiato al bastone sarebbe un pastore, o viceversa. E solo a questo proposito vorrei ricordare quello splendido gruppo marmoreo che è il presepe di Arnolfo di Cambio della fine del 1200, conservato nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma: è evidente che tra le figure scolpite il San Giuseppe è rappresentato barbuto, in piedi, appoggiato al bastone e leggermente incurvato (come nella Natività di Palermo del Caravaggio), il che certamente è una delle iconografie più antiche del San Giuseppe nelle Natività; e così penso abbia voluto rappresentarlo lo stesso Caravaggio. Quindi è calzante l’idea che il pastore sia il personaggio di evidente fattezza giovanile che il Merisi ha raffigurato come una delle sue probabili “incongruenze”, come anche ha ricordato nel suo intervento Michele Cuppone, evidenziate a suo tempo da Bernard Berenson, che in proposito ha scritto:
“Una luce da ribalta fa emergere dalle tenebre le figure in piedi, l’angelo, la Vergine, le gambe e i capelli di Giuseppe. Troppo sode e carnose quelle gambe, troppo scattanti le spalle e la testa, per l’età che suol essergli attribuita! Un San Giuseppe giovanile, che incongruenza!”.
Cari saluti (da un non specialista di Caravaggio)
Mario URSINO Roma maggio 2019