Anna Coliva contrattacca: la “sospensione” ? un atto senza senso, controllassero le ‘beggiature’ e il numero di ore in esubero mai pagate !

redazione

E’ di ieri la notizia rimpallata da varie agenzie giornalistiche e che ha provocato enorme scalpore tra gli addetti ai lavori e tra tutti gli amanti delle belle arti della sospensione comminata da MiBACT alla Direttrice della Galleria Borghese, Anna Coliva, per essersi allontanata per qualche giorno dal posto di lavoro nel 2014 senza timbrare il cartellino. Proprio qualche giorno fa, in una lunga conversazione con About Art la dott.ssa Coliva ci aveva assicurato di aver completamente chiarito la questione, sottolinenando però come temesse che fosse in atto “un tentativo di nuocermi gravemente“. Tentativo che probabilmente si sta materializzando. Raccogliamo ora le sue dichiarazioni in anteprima dopo l’avvio del procedimento a suo carico.

Anna Coliva cosa ci puoi dire di questo provvedimento di sospensione comminato dal MiBACT? Te lo aspettavi? Nell’intervista rilasciataci qualche giorno fa dichiaravi di aver chiarito i motivi dei tuoi allontanamenti dalla Galleria, vuoi ripercorrere brevemente la questione?

Si tratta di un Atto madornale da parte del Ministero che in pratica, senza attendere l’esito del giudizio penale e senza aver svolto alcuna istruttoria (così come previsto dalla legge), si è sostituito al giudice nella sanzione ma senza le garanzie del processo. E’ la prima volta che questo avviene nei confronti di un dirigente generale, perché la prassi è sospendere il procedimento sino alla sentenza almeno di primo grado.

Se si vuole fare un’eccezione, allora va fatta un’istruttoria coi fiocchi, veramente nel merito e nel controllo dei capi d’accusa, per verificare che corrispondano al vero. Se fosse stato fatta, il ministero si sarebbe accorto, dal sistema interno di controllo dei dipendenti, che  le “beggiature” ci sono; non solo ma che sono stati considerati come assenteismo persino giorni di ferie e permessi personali. Inoltre con le opportune verifiche si sarebbe accorto anche del numero abnorme di ore in esubero mai usufruite e mai pagate.

Sono io a chiedermi perché il procedimento è stato fatto così male, così in fretta (senza attendere i 60 giorni) e senza rispettare i principi di legge che impongono una accurata istruttoria? Forse perché, conoscendo bene i tabulati delle presenze perché sono di sua proprietà, l’Amministrazione, consapevole della fantasiosità e irrisorietà delle accuse di assenteismo, potrebbe aver deciso di dare essa stessa una sanzione che forse per via processuale poteva non arrivare ?.

E mi chiedo ancora se non si sia voluto utilizzare un provvedimento così clamoroso per finalità del tutto diverse da quelle previste dalla legge. Per esempio bloccando progetti malvisti da alcuni forti interessi; o gli accordi innovativi realizzati dalla Direttrice, etc…, etc…, che sinora ha portato 12 milioni di fondi privati e donazioni.