di Elena GRADINI
La Galleria Il Collezionista di Roma in collaborazione con il Museo Bellini di Firenze ha il piacere di ospitare la personale dell’artista turca Aydan Uḡur Ünal “Antico Egeo” fino al 29.11.2022.
Come suggerito dal titolo, la mostra si incentra sulla ricerca attuata dall’artista verso tutti quei luoghi e quelle mitologie che abbracciano il bacino del Mediterraneo e tutte le terre lambite dalle sue antiche acque ricche di storia, leggende, suggestioni antiche, che si sciolgono nell’oro dei tramonti su Istanbul, nelle voci lontane provenienti dal Bosforo, nelle sere crepuscolari del Corno d’Oro che insieme vanno a creare un amalgama di miti e leggende ai quali l’artista AydanSabb attinge sempre con rinnovato interesse ed energia.
Formatasi in Turchia, la sua terra d’origine, nell’ambito dell’arte, ha completato i suoi studi in Urban Design e Ingegneria Geomatica, traendo ispirazione anche e soprattutto dalla musica barocca e dalla filosofia di Leibniz e Gilles Deleuze. Affinando sempre di più la sua ricerca Aydan approda nel corso degli anni ad una sperimentazione personalissima che ha dato forma ad una vivace e dettagliatissima rappresentazione della realtà delle cose e del mondo, trasformate dall’occhio spirituale della coscienza.
Nelle sue tele i colori ad olio vengono stesi con grande sapienza creando giochi surreali che essa stessa ha definito Nuovo Barocco Surreale, ovvero una interpretazione del mondo e delle sue meraviglie traboccanti, effimere, che creano quelle illusioni proprie della cultura barocca ma attualizzate e rivisitate dalla visione interna e personale della mente che tutto trasforma in una visione, appunto, surreale. Così appaiono sulla tela i miti della tradizione greca, alessandrina, egizia, anatolica e Antico Egeo diventa la fascinazione teatrale entro la quale l’artista colloca tali rappresentazioni mitologiche e arcaiche.
Compaiono Cibele, la grande Dea Madre che tutto origina, la Pizia e l’Oracolo di Delfi, Zeus, e ancora Sibille, Grifoni, arabe fenici e tutto quel repertorio omerico crepuscolare che ha ispirato tanta letteratura storico-artistica. I colori di AydanSabb sono viscerali, mescolati sino a creare una lenta ma organica fusione del tutto che è la somma delle sue parti e nelle pieghe, nelle fessure, nelle minuscole pennellate lamellari ella ritrae un microcosmo dettagliatissimo che rivela ad uno sguardo attento un universo popolato di fate, grifoni, volti, silouhette, ali, triremi, antiche basiliche e tutte insieme costituiscono una visione organica della sua realtà personale, trasformata da macro in micro visione.
Ad aiutarla in questa ricerca dell’antico attraverso il dettaglio è la geomatica, che ha pertanto i suoi fondamenti metodologici nelle discipline che storicamente si sono occupate di risolvere i problemi di posizionamento sulla superficie terrestre e nelle sue immediate vicinanze, afferenti alla geodesia, astronomia, matematica, statistica, che hanno permesso all’artista di trarre ovvio beneficio dallo sviluppo recente dell’informatica per quanto riguarda l’elaborazione, l’archiviazione e la divulgazione delle informazioni che ha poi trasformato in dato artistico analizzando così lo studio della superficie terrestre, lo studio della circolazione delle correnti marine che ha raffigurato in enormi dipinti assemblati poi insieme, fino ad approdare ad una ricerca hi tech che sconfina nella produzione tridimensionale che oggi ha il piacere di condividere con il suo pubblico.
Un fusione armonica tra passato e presente, tra mito e attualità che si rinnova continuamente, di creazione in creazione.
Elena GRADINI Roma 28 Novembe 2022