redazione
Archeologia: un libro raccoglie i saggi di Antonio Giuliano. Presentato in streaming dallo Spazio Tritone il libro ‘’Antonio Giuliano, mondi a confronto” in ricordo del grande archeologo
La Fondazione Sorgente Group, su desiderio del Presidente Valter Mainetti e sua moglie Paola, Vicepresidente, rende omaggio al Prof. Antonio Giuliano (Roma 1930-2018), archeologo, storico dell’arte e accademico dei Lincei, esponente di spicco della cultura italiana ed europea, presentando in streaming il volume «ANTONIO GIULIANO» mondi a confronto (pp. 704, De Luca Editori d’Arte) dallo Spazio Espositivo Tritone con interventi di Claudio Strinati, Direttore scientifico della Fondazione Sorgente Group e di Elena Ghisellini, docente di Archeologia Classica presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Il volume raccoglie oltre sessanta saggi, redatti tra il 1951 e il 2010: una selezione attenta dei contributi dell’amplissima produzione scientifica, che Antonio Giuliano ha elaborato, frutto di viaggi, studi, ricerche, sempre nella volontà indagatrice di compiere nuove scoperte scientifiche e di poterle divulgare. Le sezioni tematiche riguardano la ritrattistica greca e romana, le sculture e i rilievi di epoca classica, la fortuna dell’antico e Restaurazione.
Accanto agli scritti numerose foto originali provenienti dall’archivio dell’Autore, in molti casi da lui stesso eseguite nel corso dei suoi numerosi viaggi in Italia, in Grecia, nel resto d’Europa, nel Vicino Oriente, in Asia, in Africa settentrionale.
Così lo ricorda la Prof.ssa Elena Ghisellini:
«Antonio Giuliano apparteneva alla “stirpe”, ormai estinta, dei grandi Maestri e per la sua inesauribile curiosità intellettuale, la poliedricità di interessi, l’immensa cultura, l’acutissima sensibilità formale, può costituire un modello di riferimento per le generazioni future».
Il volume comprende lo studio e il riconoscimento iconografico del volto del giovane Marcello, principe Giulio Claudio, designato da Augusto quale suo successore. L’opera appartiene alla collezione Archeologica della Fondazione Sorgente Group ed è stata giudicata da Giuliano tra i maggiori capolavori della prima età augustea.
Il grande archeologo è stato infatti sempre al fianco della Fondazione Sorgente Group fin dai primi anni di attività culturali, studiando e identificando numerose opere, come per la statua, unica nel suo genere, della Provincia inginocchiata, lo studio di una Protome di leone, utilizzata nel medio evo per le donazioni di grano in Campidoglio, il riconoscimento della scultura femminile panneggiata di Athena Nike con una statua greca di V secolo a.C., infine i numerosi confronti e studi sulla glittica antica.
Per questo Valter Mainetti, Presidente della Fondazione Sorgente Group, ha deciso di partecipare al sostegno per la realizzazione del volume e vuole, così, ricordare il lavoro dello studioso:
“Antonio Giuliano ha supportato all’inizio l’attività culturale della Fondazione Sorgente Group sempre con grande volontà ed entusiasmo. Il suo desiderio di conoscenza e scoperta lo portava ad approfondire e ricercare con grande profondità e passione non solo per l’Archeologia”.
Roma 28 febbraio 2021
Alcuni argomenti tratti dal volume “Antonio Giuliano. Mondi a confronto”
Rilievi della serie Grimani da Palestina
L’eccezionale scoperta e intuizione di Antonio Giuliano, che riuscì a identificare i due rilievi conservati al Kunsthistorisches Museum, già collezione Grimani, che raffigurano una leonessa e una pecora, quali elementi di un complesso più ampio, grazie all’osservazione di un terzo rilievo scoperto a Palestrina con invece raffigurata una cinghialessa. Nessuno studioso prima li aveva messi in collegamento. Ora finalmente si è dimostrato che tutti e tre appartenevano ad un unico progetto monumentale, che in antico sarebbe stato composto da 12 esemplari con diversi animali al centro di ciascun rilievo (forse uno per ogni mese), immersi in un contesto naturale. Giuliano li datò, collocandoli in piena età augustea e inserendoli nel programma iconografico augusteo che esalta il trionfo degli animali e delle piante grazie alla pax augustea.
Un volto d’avorio
Grande emozione suscitò poi agli occhi di Antonio Giuliano l’incredibile recupero archeologico realizzato dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, riguardante un volto in avorio di dimensioni più grandi del vero. Un reperto rarissimo che testimonia l’uso da parte degli antichi di realizzare opere crisoelefantine dove l’avorio ricorda l’incarnato del volto delle divinità in statue di culto, che indossano vesti dorate. Abbiamo tantissime testimonianze scritte, ma rarissimi esemplari conservati per la preziosità del materiale che nel tempo venne depredato. Come molti altri studiosi, Giuliano si mostrò subito entusiasta della scoperta e subito si immerse nel desiderio di voler scoprire e indagare sul volto di avorio. Dopo una lunga ricerca ritenne opportuno considerarlo un originale greco di metà IV secolo attribuibile ad Eufranore o a Leocare per “la freschezza creativa del modellato”. Anche in questo caso la sua sensibilità ed esperienza lo ha guidato nell’inquadramento del contesto cronologico e artistico.
Ritratto di Marcello
Il ritratto di giovane principe in marmo pario, acquistato dalla Fondazione Sorgente Group, fu identificato immediatamente da Antonio Giuliano come volto di Marco Claudio Marcello, il giovane figlio di Ottavia, sorella di Augusto, che era stato designato alla successione imperiale. La bellezza dell’incarnato e le caratteristiche fisiognomiche come le labbra carnose e soprattutto i capelli pettinati a “visiera”, che si aprono con doppia elica sulla nuca, caratteristica unica, sono stati elementi determinanti per il riconoscimento. Antonio Giuliano confrontò questo ritratto con gli altri due esemplari conservati di Marcello, custoditi uno presso i Musei Capitolini e l’altro nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, determinandone con certezza il riconoscimento e collocandolo tra i tra i maggiori capolavori della prima età augustea: in esso si fondono i canoni della ritrattistica tardo-repubblicana con quelli classicisti.
Mantegna e l’antico
Antonio Giuliano fu studioso dai molteplici interessi e il suo spirito indagatore e critico non investì solo la storia dell’arte greca e romana, ma anche l’arte e la letteratura dal Medioevo fino al periodo della Restaurazione e alla poetica di Giacomo Leopardi. In un ampio capitolo affronta la vita e l’arte pittorica complessa e ricca del Mantegna. Ne descrive le vicende pubbliche e private così come le inquietudini pittoriche e soprattutto il suo speciale modo di guardare all’antico. Un mondo antico che conosceva e ammirava soprattutto attraverso i disegni e alle incisioni, che lo guidavano a comporre le sue opere “all’antica”, ma, come dice Giuliano, questo “suo antico è creato a tavolino”. Ma la Roma che aveva conosciuto attraverso i codici del suo amico Marcanova, lo deluse profondamente quando fu chiamato a Roma da papa Innocenzo VIII, per lo stato di abbandono dei monumenti, che lui tanto ammirava, e per l’ignoranza e la grettezza dei cittadini. Il suo animo fu rapito dalla potenza dei rilievi figurati, in modo particolare dei sarcofagi, che Giuliano mette in luce ed evidenzia nei disegni del Mantegna.
Documenti federiciani: i clipei marmorei
Notevole risulta anche l’approfondimento di Antonio Giuliano sull’arte federiciana, quindi sulla sua vicinanza e ripresa dell’arte romana sia dal punto di vista estetico e iconografico, sia come messaggio politico di esaltazione e imposizione del potere di Federico II in Italia nella metà del XVIII secolo. Interessante il confronto degli splendidi clipei marmorei con rilievi di ritratti maschili di profilo: sono i funzionari preposti alla Justitia o protagonisti della corte imperiale. Presente è anche lo stesso Imperatore Federico II, assimilato in modo evidente ai canoni della ritrattistica imperiale augustea.
Ilaria Fasano, Responsabile Comunicazione Fondazione Sorgente Group, i.fasano@sorgentegroup.com
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Beatrice Forti, Ufficio Stampa Fondazione Sorgente Group, b.forti@sorgentegroup.com
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Roma 27 febbraio 2021