di Eleonora PERSICHETTI
Gaetano Pesce e il suo “Tempo multidisciplinare”
in mostra a Padova al Palazzo della Ragione fino al 23 settembre 2018
In quarant’anni di carriera Gaetano Pesce, architetto, artista e designer, ha realizzato progetti pubblici e privati negli Stati Uniti, in Europa, in America Latina ed in Asia nel campo dell’architettura, dell’urbanistica, della progettazione di interni, del design industriale e delle mostre, guidato da una tensione costante verso l’innovazione e la sperimentazione.
Eclettico, ardito sperimentatore: la città di Padova lo celebra come uno dei massimi esponenti della creatività contemporanea nel mondo, con una grande retrospettiva ospitata fino al 23 settembre 2018 nel maestoso Palazzo della Ragione, che proprio quest’anno festeggia gli ottocento anni. La mostra è promossa e prodotta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova. L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il contributo di Morellato e dello sponsor tecnico Saviola.
“Il tempo multidisciplinare” è il titolo scelto da Gaetano Pesce per la mostra. E questo titolo simboleggia proprio l’approccio che ha caratterizzato tutta la sua produzione artistica, la multidisciplinarità. E perché Padova? Perché qui si è formato e ha mosso i primi passi come scultore nel “Gruppo N”.
Pesce è infatti un creatore senza etichette, un ideatore eclettico in moto perpetuo in grado di spaziare dall’architettura al design, dalla musica, con la sua “Canzone dello Yeti” (prodotta dalla Rca nel 1959) alla moda, con le scarpe Melissa, calzature in plastica altamente personalizzabili per uno stile diverso per ogni donna. La cifra artistica della multidisciplinarità -come egli stesso ha più volte sottolineato- è un’idea che viene da lontano, che Pesce ha appreso dalla ricchezza progettuale rinascimentale. Certamente con le dovute differenze di linguaggio, ma mosso dalla stessa curiosità di esplorare il pensiero creativo, abbandonando le barriere di separazione tra le varie discipline. Ed è proprio la curiosità, come stimolo intellettuale, come motore all’innovazione, come sperimentazione di nuovi materiali e forme e come riflessione sui valori della contemporaneità e su quelli incarnati da un luogo, il filo conduttore di tutta la mostra.
L’esposizione propone un ricco corpus di opere, oltre 200, che attraversano 60 anni di carriera, in un peculiare percorso, pensato per un’esperienza personalizzata e priva di vincoli temporali nel territorio della curiosità: “Questa, il cui simbolo è il punto di domanda, indaga lo sconosciuto (e non il contrario perché esso è già rivelato)”, spiega il designer. Ogni angolo della mostra è stato ideato da Pesce per invitare lo spettatore a esplorare attivamente il suo mondo multidisciplinare, passeggiando tra le pedane di diverse altezze e dimensioni dove sono alloggiate le opere, distribuite di proposito senza ordine cronologico, lasciate alla mercé della sua curiosità. I diversi cammini sono un’occasione per illustrare i temi che caratterizzano il pensiero creativo di Gaetano Pesce, il cui lavoro è un costante inno alla contaminazione. Ogni pedana non solo serve da piedistallo per un’opera, ma ha una sezione “interna” che può essere aperta per scoprire le altre opere che custodisce.
L’allestimento è studiato per rendere unica l’esperienza della visita: ciascuno può scegliere il proprio (personalissimo) percorso tra opere storiche, icone del secolo scorso, progetti architettonici originali, modellini di sedie ospitate nei più importanti musei del mondo e modelli-esperimenti mai divenuti prodotti finiti. Ma anche disegni, prove di materiali innovativi, lampade con messaggi sociali, poltrone che commentano la realtà del nostro tempo e armadi che raccontano una storia. Tutto questo è il mondo di Gaetano Pesce, che mette la curiosità anche al centro di due progetti architettonico-urbanistici di grande originalità e spessore dedicati a Padova: Passeggiata per Padova, 2015 e Padova onora Galileo, 2015, che viene presentato per la prima volta al pubblico in occasione della mostra.
Non mancano le opere più celebri del designer, come la poltrona fuori scala UP 5&6 (4 metri di altezza), vestita di abiti femminili provenienti da diverse epoche e luoghi e attorniata da sei colonne sulle quali figurano le teste di sei belve feroci. Una seduta di quasi mezzo secolo fa, ma dal significato attualissimo, che denuncia un fenomeno ancora molto diffuso: le paure dell’uomo che si trasformano in violenza sulle donne.
E ancora un progetto inedito, mytime, nato nel 1974, ai tempi della mostra “Le Futur est peut-etre passe”, quando Pesce rifletteva sul tempo come fattore irripetibile e proponeva un grande ingranaggio con una sola lancetta che con un giro completo segnava il tempo ideale della vita (80 anni). Grazie alla natura innovatrice e all’apertura alla sperimentazione dell’imprenditore Massimo Carraro, questo progetto è stato ripreso da Pesce con la creazione di mytime, un orologio che riconosce al tempo il suo vero essere, la sua qualità personale.
All’esterno del Palazzo della Ragione, come continuum del dialogo dell’artista con la città amata, svettano due delle sue opere più imponenti: la Maestà Tradita, una scultura che ricorda ancora la sofferenza della donna “martire”, e la celebre Italia in Croce, del 1978, un lavoro che rappresenta la sofferenza del nostro Paese a fine anni ’70, a causa della negatività e del pessimismo di molti dei suoi cittadini e dirigenti e di una classe politica insoddisfacente.
Eleonora PERSICHETTI Padova giugno 2018