Architettura a Madrid, il “Palacio de Cibeles” nella storia della trasformazione urbanistica della città

di Francesco MONTUORI

Migranti sull’About

di M. Martini e F. Montuori 

LETTERA DA MADRID. 3

Il neoclassicismo a Madrid: il Palacio de Cibeles

I quartieri alto-borghesi madrileni limitrofi alla calle de Alcalà, alla Gran Via, al Paseo del Prado sono caratterizzati da alcune delle espressioni più ridondanti del tardo classicismo architettonico di gusto francese. Fra queste il Palacio de Cibeles, completato nel 1907 su progetto di Antonio Palacios e Joaquin Otemandi, alto edificio funzionalista, si segnala come un esempio fra i maggiori dell’architettura neoclassica spagnola (fig.1)

fig. 1 Palacio de Cibeles

L’edificio-torre è situato sulla omonima Plaza de Cibeles, alla confluenza del calle de Alcalà con i viali alberati del paseo della Castellana e del Prado, più precisamente sui terreni allora appartenenti al Parco del Buen Ritiro, i giardini dove i reali di Spagna amavano passeggiare e che definivano all’inizio del ‘900 il confine orientale della città.

Nel 1857 era stato approvato un progetto preliminare di sviluppo della Capitale predisposto dall’ing. Carlos Maria Castro che rappresenterà un momento chiave nella storia della città e l’inizio dell’era moderna. L’area orientale della città, già in trasformazione per importanti interventi di rinnovamento urbano, ebbe un ulteriore impulso al rinnovamento.

fig. 2 Il Piano di Castro del 1857

Francesca Bruni e Giovanni Zucchi in Madrid Città ed Architettura tratteggiano con chiarezza le trasformazioni urbane che ne scaturirono. Lo sviluppo ipotizzato da Castro per favorire la crescita urbana puntava sull’asse stradale est-ovest che dalla stazione di Atocha si raccordava al Paseo del Prado ed alle arterie stradali di Rocoletos e della Castellana che, in forma sinuosa raggiungevano i nuovi quartieri previsti “a scacchiera” a nord della città. L’arteria staccandosi dalla piazza della stazione di Atocha, attraversava la piazza de Cibeles, e di qui il complesso politico e culturale dei Nuevos Ministerios, per congiungersi alla Porta settentrionale della città (fig. 2).

Il Paseo deve il suo nome al Prado de los Jeronimos, prati e giardini appartenuti al monastero omonimo che definivano questo limite periferico della città; una prima sistemazione urbana del  Prado Viejo ebbe luogo nel 1570 su sollecitazione del re Felipe II. Furono piantate alberature a filari longitudinali nel Prado de los Recoletos e in quello de Los Jeronimos a marcare la separazione fra la città e i recinti dei monasteri che erano stati insediati nel quadrante ovest della città. All’inizio del XVIII secolo vennero costruiti il Monastero di San Jeronimo e il Palazzo del Buen Retiro, all’interno degli omonimi giardini. Nel 1763 fu avviato il progetto  cosidetto Salòn del Prado: furono moltiplicate le alberature, costruite le fontane, allestiti i giardini. Il grande architetto spagnolo Juan de Villanueva progettò il Museo del Prado, il Giardino Botanico, l’Osservatorio Astronomico:

Ancor oggi il Paseo del Prado, che unisce la glorieta di Atocha fino alla confluenza con Plaza de Cibeles, rappresenta il boulevard più importante della città, per l’ ampiezza e per gli edifici e i giardini che su di esso gravitano (fig.3):

fig 3. Il Paseo del Prado con i suoi Monumenti
fig. 4 Un viale del Paseo del Prado

il giardino Botanico; i complessi scultorei delle fontane di Nettuno, di Apollo, di Cibele; il Museo del Prado, Thyssen Bornemisza, il Centro d’Arte Reina Sofia, il Caixa Forum (fig.4).

La Plaza de Cibeles

E’ qui che i tifosi del Real Madrid festeggiano le vittorie della loro squadra (fig.5).

fig. 5 5. La piazza de Cibeles dopo una vittoria del Real Madrid

Al centro della piazza è la fontana di Cibeles, la dea greca sposa del titano Crono e madre di Attis che, su un carro tirato da leoni, simboleggia la fertilità e l’agricoltura. La fontana, installata nel 1782 di fronte alla fontana di Nettuno nella vicina Plaza de Cànovas del Castillo fu progettata da Ventura Rodriguez.

La piazza ha una conformazione pressoché circolare contornata da importanti edifici realizzati fra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XX: il Palacio Buenavista, completato nel 1777, sede del Quartier Generale dell’Esercito;  il Palacio de Linares detto anche Casa de America, completato in stile rinascimentale nel 1900, il palazzo del Banco de Espana, anch’esso in forme rinascimentali con decori tardo barocchi, recentemente modificato da un intervento di Rafael Moneo nel 2006; infine il Palacio de Cibeles, costruito sui terreni originariamente parte del Parco del Buen Retiro, completato nel 1907, che fu sede degli uffici delle Poste e Comunicazioni.

L’eclettismo

Madrid come Vienna, Londra, Stoccolma, costruisce la sua forma urbana negli anni a cavallo fra ottocento e novecento, gli anni in cui lo storicismo, la ripresa di forme tratte dagli stili architettonici del passato, combinati fra loro in modi più o meno originali, si impone anche grazie all’esempio francese ed alle scuole Beaux-Arts. L’architettura accademica o eclettica si manifesta, nella seconda metà dell’ottocento, come una continuazione del classicismo romantico nella fase del tardo barocco e del cosidetto rococò. Essa divenne l’architettura ufficiale, in quanto rappresentazione di una classe egemone in molte capitali europee e non solo. Negli stessi Stati Uniti possiamo rilevare la sua influenza nei caratteri di molti grattacieli di New York.

Gli edifici che definiscono la Plaza de Cibeles, così come i caratteri architettonici del Palazzo Reale, iniziato da Filippo Juvara, e dell’Ospedale de Maudes, cui lavorarono gli stessi architetti Palacios ed Otemandi (fig.6),

fig. 6 Ospedale de Maudes

si basano su forme tratte da stili del passato fra loro combinati: il neo-greco, il neo gotico, il rinascimentale, il neo barocco. Tutti gli stili del passato appaiono a disposizione per essere utilizzati e combinati in modi più o meno credibili. Si stabilì un nesso fra funzione ed eclettismo: il neo-gotico, che ebbe il suo teorico nell’architetto Viollet-le-Duc, era utilizzato particolarmente per le chiese o, indifferentemente, per i grattacieli; il neo-greco venne adottato per i musei, come vediamo nell’Alte Museum di Berlino (fig.7)

fig. 7 Berlino. Alte Museum

progettato da Schinkel; il rinascimentale di maniera fiorentina era invece lo stile preferito per i palazzi del potere.

fig. 8 . Madrid. La Cattedrale di Nostro Signora di Almudene

I riferimenti stilistici potevano essere molteplici in uno stesso edificio. La cattedrale di Nostra Signora di Almudena fu realizzata nel 1883 da Giovan Battista Sacchetti in collaborazione con Francisco de Cubas; i due architetti si ispirarono per l’interno della chiesa al neo-gotico; la cripta fu realizzata in stile neoromanico, mentre per la facciata esterna si decise di utilizzare lo stile neoclassico. Cosi nel fronte principale si può oggi ammirare un portico con ordine dorico  e  sovrastante loggia in ordine ionico (fig.8).

Il Palacio de Cibeles completato nel 1907 si segnala come uno dei primi esempi madrileni di architettura modernista in stile “tradizionale”. Ospita oggi il municipio di Madrid e svolge le funzioni di Centro Culturale con il nome di CentroCentro. Di recente l’architetto italiano Matteo Mariotti è stato autore di un’installazione dal titolo “un plan Sencillo – Come allagare il Palacio de Cibeles di Madrid senza bagnarsi i piedi.” (fig.9)

fig. 9 La performance di Matteo Mariotti
fig. 10 New York. Il Westerm Union Building

Il palazzo, nella sua monumentalità vuole imitare i modelli architettonici statunitensi quali la Western Union Building di New York (fig.10); svetta con la torre del Mirador da dove si può godere una grande vista sulla città. Il palazzo è risultato di più stili ed influenze: gli elementi decorativi rimandano agli esempi dell’architettura del gotico regionale spagnolo di Rodrigo Gil de Hountanon; tuttavia il complesso edilizio evidenzia una grande perizia strutturale e una chiara sincerità nell’uso dei materiali e dei particolari progettati fin nei minimi dettagli. Mentre la facciata è articolata su due livelli, con grande arco trionfale di ingresso, l’interno, assai suggestivo, si apre in un grande vano a tutta altezza coperto da un lucernario e arricchito da passerelle perimetrali. Con accesso dall’esterno, nel vasto cortile dell’edificio dove venivano parcheggiati i mezzi per la distribuzione della posta, è ospitata la Galeria de Cristal, coperta da un’imponente cupola di cristallo realizzata in pannelli di vetro triangolari e orientati in modo da diffondere la luce in modo omogeneo.

E’ doveroso tuttavia precisare le differenze che si manifestarono nell’utilizzo di forme del passato. Il riferimento ad una permanenza storica in quanto forma del passato che sperimentiamo ancora, rappresenta un valore che sarà in seguito trasmesso agli architetti post-moderni più attenti, del XXI secolo; al contrario occorre chiaramente respingere la permanenza come elemento patologico, come aberrante semplificazione dei problemi urbani, laddove l’ambiente urbano viene concepito come una permanenza anacronistica rispetto all’evoluzione della città; sono spesso i casi in cui prevalgono i motivi di rappresentazione e di comunicazione ideologica del potere politico. Un esempio italiano è rappresentato dall’opera di Marcello Piacentini autore del nuovo e controverso quartiere romano dell’E’42 (a questo riguardo cfr https://www.aboutartonline.com/e-nacque-leur-tradizione-vs-modernita-quando-piacentini-sconfisse-i-giovani-razionalisti/).

E’ interessante sottolineare come le prime opere dei fondatori del Movimento Moderno in architettura appaiono influenzate dal classicismo tradizionale. “L’ornamento, affermava Ruskin, è la principale parte dell’architettura. Ed è in questa parte che imprime in un edificio caratteri venerabili e belli, ma altrimenti non necessari”. Ricorda Pevsner nel suo I pionieri dell’architettura moderna che lo storico dell’architettura sir George Gilbert Scott amplificò questa sorprendente dichiarazione quando raccomandò agli architetti di impiegare lo stile gotico perché il suo “grande principio è decorare la costruzione”.

Tuttavia già intorno al 1890 H.P. Berlage, realizzando la Borsa di Amsterdam (fig.11),

fig. 11 Berlage. La Borsa di Amsterdam

presentò un atto di accusa contro l’architettura classica ufficiale in quanto architettura “di apparenza e di imitazione”. Egli affermò “La menzogna è la regola, la verità è l’eccezione”. Anche gli scandinavi Asplund e Saarinen, abbandonato l’atteggiamento classico-romantico, si convertirono allo stile internazionale. Paladino dell’arte moderna, Henri van der Velde affermerà nel 1890 “Le forme reali degli oggetti erano mascherate”. Tutto quello che era disponibile sul libero mercato era soffocato dalla mensonge des formes. La sua casa sull’Avenue van der Raye in Uccle, vicino a Bruxelles,(fig.12) era di una sincerità dichiarata per l’accentuato contrasto con le facciate in stile classico-romantico.

fig. 12 Henri van de Velde. Casa ad Uccle (Bruxelles)

Egli contribuì, unendo le sue proposte di rinnovamento a quelle di Berlage, Saarinen ed Asplund che operarono a cavallo fra ottocento e novecento, ad aprire la prospettiva in cui si inseriranno Le Corbusier, Gropius e Mies van der Rohe, i fondatori del Movimento Moderno in architettura del XX secolo.

Francsco MONTUORI    Roma 2 novembre 2019