Architettura e storia di Palazzo Vidoni Caffarelli e la facciata attribuita a Raffaello.

di Francesco MONTUORI

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  1. Martini e F. Montuori

Palazzi  Romani

PALAZZO  CAFFARELLI  VIDONI

Il Palazzo Caffarelli Vidoni è stato realizzato in via del Sudario al numero 53 e presenta un fronte su corso Vittorio Emanuele; esso è uno dei più antichi palazzi rinascimentali di Roma.

Nel 1515 Bernardino Caffarelli incaricò Lorenzo Lotti, detto il Lorenzetto, per la costruzione del palazzo. Il Lotti era allievo di Raffaello Sanzio ed è attribuito a Raffaello il disegno del fronte del Palazzo su via del Sudario.

E’ il più pregevole e antico dei tre palazzi appartenuti ad Anna Caffarelli che costituiscono linsula Caffarelli. In un’acquaforte leggiamo questa didascalia: “Palazzo de SS. Caffarelli alla Valle, architettura del amirabile Rafael da Urbino fabricato l’anno MDXC”. Ci rimane dunque un disegno originario, l’unica prova sopravvissuta dell’intervento sul palazzo Caffarelli del  grande pittore e architetto romano.

1. Palazzo Caprini

L’edificio è riferibile non solo a Raffaello Sanzio ma sopratutto a Donato Bramante. Fu Bramante a sperimentare nello scomparso Palazzo Caprini, progettato fra il 1501 e il 1510, una nuova tipologia, quella del “palazzetto alla romana” (fig.1), destinata ai personaggi di minore importanza che gravitavano attorno alla famiglia papale. Raffaello lo acquistò e abitò nel Palazzo Caprini ove dimorò fino alla morte che sopravvenne nel 1520.

Possiamo conoscerne le caratteristiche da una incisione di Antonio Lafrery; Il palazzo era costituito da un piano terreno e da un ammezzato compresi entrambi nel basamento bugnato; da un piano nobile e da un sottotetto le cui finestrelle si aprivano nel fregio dorico della trabeazione. Palazzo Caprini aveva un fronte su due livelli con cinque campate trattate con un possente bugnato al piano terreno che fungeva da alto basamento su cui si ergeva l’ordine dorico. Al piano superiore è scandito da colonne binate sormontate da una trabeazione con architrave e fregio in metope e triglifi.

Il palazzo Caffarelli fu dunque costruito da un allievo di Raffaello: ne fu il proprietario, dal 1767, il cardinale Giovanni Francesco Stoppani che si avvalse, per completarlo, dell’architetto Nicola Giansimoni da Velletri. Nel 1886 il duca Carlo Giustiniani Bandini acquistò il Palazzo e chiamò l’architetto Settimj per sopraelevarlo e costruire un nuovo fronte su piazza Vidoni e il corso Vittorio Emanuele; in seguito lavori di restauro furono eseguiti dal cardinale Piero Vidoni. Il palazzo è in piena funzione ed attualmente è sede del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

L’insula Caffarelli è costituita da un complesso di palazzi, allineati tra via della Valle e via del Sudario. Nella pianta di Roma di Giovan Battista Nolli (fig.2) con il n. 779 è segnato l’isolato tra la chiesa di sant’Andrea della Valle e il vicolo dell’Abate Luigi;

2. Palazzo Vidoni Caffarelli in un disegno di Giovan Battista Nolli

con il n.776 il Palazzo dato in dote ad Anna Maria Caffarelli; con il n.777 il complesso degli altri Palazzi fra cui quello cinquecentesco di Bernardino Caffarelli.

Il più pregevole e antico dei tre palazzi appartenuti ad Anna Caffarelli è proprio quello donatale dal cardinale Prospero. Per la bellezza ed armonia la sua facciata è stata replicata nei successivi interventi sugli altri palazzi di via del Sudario.

Il palazzo è stato riprodotto in diverse stampe; la più antica è dovuta a Pietro Ferrerio e venne pubblicata nel 1655 nel volume Palazzi di Roma de più celebri architetti disegnati da Pietro Ferrerio pittore ed architetto. E’ di grande interesse il disegno originale di un’ acquaforte pubblicata nel volume; in inchiostro marrone essa reca i segni di una punta che è servita a ricalcarlo su una lastra, convenientemente preparata per essere incisa (fig.3); la didascalia recita: Palazzo de SS. Caffarelli alla Valle architettura del mirabile Rafael da Urbino fabricato l’anno MDXV.

3. Facciata di Palazzo Vidoni Caffarelli in un disegno attribuito a Raffaello.

Anche Matteo Gregorio de Rossi nel 1688 rappresentò il palazzo con lo sfondo del convento e della chiesa di sant’Andrea della Valle (fig.4).

4.Palazzo Vidoni Caffarelli nell’edizione di Matteo Gregorio De Rossi del 1688

I piani rialzati sono simili a quelli della stampa del disegno di Pietro Ferrerio del 1655. Un particolare del palazzo è stato studiato con grande attenzione da Alessandro Specchi (1668-1729), architetto romano allievo di Carlo Fontana (fig.5).

5. Palazzo Vidoni Caffarelli in un disegno di Giovan Battista Piranesi

La facciata cinquecentesca su via del Sudario presenta un basamento con bugne a cuscinetto in peperino, in cui si aprono finestre con timpano triangolare e mensole; esse sono alternate con porte di botteghe ad arco e bugne a raggiera e al piano nobile da diciassette finestre con balaustra intervallate da semicolonne doriche abbinate. (fig. 6)

6. Palazzo Vidoni Caffarelli in un disegno di Giovan Battista Piranesi,1720

Il secondo piano fu costruito successivamente e consta di un ammezzato posto su una vasta fascia marcapiano. Il cornicione è su mensole ed è ornato da rosoni; il portale, al centro, affiancato da due finestre rettangolari, è sovrastato da uno stemma e immette in un cortile cinquecentesco, con due ordini di arcate su pilastri e con finestre sull’ordine superiore.

7. Palazzo Vidoni in una Incisione di G.B.Cipriani

Al primo piano, all’interno, è una sala con dipinti di Anton Raphael Mengs raffiguranti la Pittura, la Scultura e l’Architettura.

Nella quinta sala, un affresco di un anonimo del cinquecento illustra, in quindici pannelli, le imprese di Carlo V.

Il Palazzo è legato alla figura dell’imperatore che qui abitò nel 1536, quando conobbe Paolo III Farnese, il cui nipote aveva sposato Margherita d’Austria, sua figlia naturale. Si incontrarono nelle belle sale del Vaticano: si narra che Carlo V, per esprimere la sua gratitudine, donasse ai Caffarelli un terreno sul Campidoglio. I Caffarelli su quel terreno costruirono una bellissima villa, oggi destinata all’esposizione museale.

Anche il fronte del palazzo Vidoni Caffarelli sul corso Vittorio Emanuele II ha una base bugnata su cui si aprono finestre con mensole e timpani ed altre ad arco. Il portone è decentrato, ha un balcone affiancato da colonne doriche. Il primo piano del palazzo presenta dodici finestre architravate alternate con doppie lesene doriche; al secondo piano si ripete il disegno ma utilizzando lesene ioniche.

8. Palazzo Vidoni Caffarelli.

Simili ai precedenti è il fronte su piazza Vidoni con la base a bugne in cui di aprono sette finestre, cinque arcuate e due con timpano triangolare e mensole sottostanti. Al primo piano presenta sette finestre fra doppie lesene ioniche e al secondo livello altrettante finestre rettangolari.

Palazzo Vidoni Caffarelli, in una fotografia attuale

Al palazzo Caffarelli-Vidoni è legato il ricordo della statua dell’abate Luigi che fu rinvenuta nelle fondamenta del palazzo Stoppani e collocata entro una nicchia sul fianco del palazzo stesso, in corrispondenza dell’ex vicolo chiamato dell’Abate Luigi. Poiché il popolo con qualche sassata ne sfigurava il volto, il duca Carlo Giustiniani Bandini mise la statua dentro il palazzo, ai piedi dello scalone. Fu in seguito restituita al popolo e posta in un angolo dell’odierna piazza Vidoni.

Francesco MONTUORI  Roma 10 Aprile 2022