di Sabrina RIBOLDI
Un giornata particolarmente soleggiata con temperature quasi estive: un’occasione perfetta per godersi qualche ora di relax nella bella Milano.
Ed anche l’occasione migliore per visitare la mostra di Arte Contemporanea “Mediterraneo. Lo Specchio dell’Altro”. Si tratta dell’ “Altro” fuori e dentro di noi. L’Altro “fuori di noi” è rappresentato dai popoli del Sud Mediterraneo e dell’Africa che “osservano” l’Europa, vedendo nelle sue nazioni un partner indispensabile per costruire il loro futuro. L'”Altro dentro di noi” racchiude le Comunità diasporiche di origine Mediterraneo/Africana, i rifugiati, gli immigrati e i loro figli, che spesso sono cittadini italiani.
L'”Altro”, visto nel senso più ampio del termine, sono tutti gli esseri umani approdati in Europa, e nello specifico in Italia, provenienti dalla realtà Nord-Africana nei quali noi ci riflettiamo a specchio, a fine di comprendere la nostra identità quotidiana in costante trasformazione.
Il progetto presentato dalla mostra in oggetto era tutto incentrato sul ruolo sulle diaspore Mediterraneo/Africane nell’accoglienza ed inclusione dei rifugiati ed immigrati, e sulla possibile ed auspicabile promozione di Progetti di Co-Sviluppo con i loro Paesi d’origine. Stiamo assistendo ad una concreta rivoluzione radicale nell’affrontare il delicato tema.
Si stima che nel nostro paese vi siano circa sei milioni di persone appartenenti alle Comunità italiane di origine straniera, un milione delle quali siano diventati cittadini italiani a pieno titolo. Le nuove generazioni sono pienamente inserite nel processo produttivo della società, elemento fondamentale della popolazione di tutto il territorio italiano.
Ciò a cui si mira con tanto impegno e sacrificio è evitare il rischio che queste sempre più estese Comunità diventino luoghi di chiusura ed emarginazione (il che porterebbe a controproducenti frustrazioni e radicalizzazioni) ma che, al contrario, diventino un terreno florido di aperture e “contaminazioni” culturali, sociali, religiose, educative e di volontariato. I giovani: è necessario puntare su questa generazione per realizzare i progetti sui quali si crede fermamente. Grazie a loro le teorie diventano azioni che si concretizzano nel network “lo Specchio dell’Altro”: studenti di alcuni Istituti Superiori si interrelazionano con studenti del Sud Mediterraneo (turchi, marocchini, tunisini, palestinesi ed israeliani), impegnandosi reciprocamente a conoscere l’”Altro” per poi imparare a conoscere meglio anche se stessi.
E’ su questo importante e profondo cammino evolutivo che CIPMO – Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente (fondato nel 1989) ha voluto promuovere la mostra-progetto in oggetto. Janiki Cingoli (Presidente del CIPMO), Arturo Schwarz (storico dell’arte, saggista, docente, scrittore e poeta italiano) ed Ermanno Tedeschi (gallerista e “sarto” di opere d’arte) sono i curatori che con convinzione si dichiarano fieri ed orgogliosi di aver seguito e “cullato” (per il secondo anno consecutivo) la mostra.
Una mostra che ha avuto vita due soli giorni, ma per un motivo ben preciso: tutti gli artisti, collezionisti e galleristi partecipanti hanno donato le proprie opere mettendole all’Asta, battuta lo scorso maggio da Filippo Lotti di Sothesby’s Italia. L’intero ricavato è stato devoluto a favore del CIPMO. Con piacere sottolineo anche l’intervento tenuto prima dell’apertura dell’Asta da Enrico Mentana, importante testimone e relatore dei fatti che stanno accadendo nei giorni nostri in tutto il mondo.
Personalmente ho apprezzato l’evento nella sua totalità.
Il mio percorso ha avuto inizio con la visita alla mostra. La passerella del primo piano dell’Unicredit Pavilion è stata “decorata” da 62 opere realizzate da artisti di culture, religioni e nazionalità differenti, ma accomunati dal fatto di considerare l’Arte come un valoroso simbolo-ambasciatore di pace, volto a superare i pregiudizi e propenso a far conoscere e condividere realtà troppo spesso sconosciute o ignorate. I principali temi trattati sono la natura (“Proliferazioni” di Caterina Voltolini, 2011; “Uovomondo” di Riccardo Gusmaroli, 2017), l’evoluzione umana (“News @ 03” di Enrico Tommaso De Paris, 2000), la memoria (“Orme” di Barbara Nejrotti, 2017), i personaggi fiabeschi interpretati ironicamente (“Happy” di Sam Havadtoy, 2016) e la gioiosità rappresentata da particolari accostamenti di tonalità di colore (“Marilyn frozen” di Omar Ronda, 2015).
Al termine della visita alla mostra è stato offerto un aperitivo a tutti coloro i quali avrebbero partecipato agli interventi da parte curatori dell’evento e di Enrico Mentana. A seguito della breve conferenza, basata prevalentemente sulla presentazione della CIPMO e dei relativi progetti, ha avuto luogo l'”Asta di Arte Contemporanea” precedentemente menzionata dove, attribuendo valori piuttosto simbolici (permettendo così ad un pubblico più esteso di partecipare alla raccolta delle “offerte” a favore del CIPMO), è stata aggiudicata una buona parte delle opere ai nuovi acquirenti, giungendo così alla chiusura della serata.
Ritengo che questa sia stata un’esperienza positiva dove arte,un profondo impegno culturale e beneficenza sono proiettati a favore del consolidamento del dialogo israelo-palestinese-arabo e della cooperazione euro-mediterranea (obiettivi primi del CIPMO).
Sabrina RIBOLDI Milano, maggio 2017