“Attorno a Van Gogh”. Otto pittori italiani reinterpretano l’opera di Van Gogh

di Silvana LAZZARINO

La collettiva “Attorno a Van Gogh. Otto pittori e i colori della vita” accompagna la mostra “Van Gogh. I colori della vita” allestita presso il Centro Altinate San Gaetano a Padova, prorogata al 6 giugno 2021

Fino a questo momento non era mai stata realizzata in Italia una mostra di così ampio respiro dedicata a Van Gogh, come quella allestita a Padova presso il Centro Altinate San Gaetano, prorogata fino a domenica 6 giugno 2021 e da questa settimana nuovamente visibile in presenza al pubblico.

Promossa dal Comune di Padova e da Linea d’Ombra la mostra “Van Gogh. I colori della vita” riunisce un centinaio di opere dell’artista olandese, con prestiti di assoluta eccezione da decine di musei ed in particolar modo dal Van Gogh Museum di Amsterdam e dal Kröller-Müller Museum di Otterlo, considerati i templi del culto di Van Gogh; ed inoltre rappresenta il traguardo dei 25 anni di attività di Linea d’ombra e del suo fondatore Marco Goldin.

Il percorso espositivo suddiviso in cinque sezioni attraverso i capolavori dell’artista olandese restituisce il racconto della sua vita e della sua opera comprese alcune trame poco trattate, la scoperta di colori nuovissimi e la relazione con alcuni artisti che per Van Gogh hanno contato in modo particolare.

Attilio Forgioli Il sole 2019

Prodotta da Linea d’ombra, con il Gruppo Baccini in qualità di main sponsor, l’esposizione, presenta 125 opere in totale, di cui oltre 80 del solo Van Gogh tra dipinti e disegni e una quarantina di altre opere degli autori che hanno intrecciato il suo cammino, a volte indirettamente (come Delacroix, Courbet, Millet o i giapponesi da Hiroshige a Kunisada), a volte direttamente (come Seurat, Pissarro, Signac, Guillaumin, Bernard) prima dell’incontro fatale con Paul Gauguin, rappresentato in mostra da alcuni capolavori.

Le opere scelte per questa mostra diventano riferimenti essenziali con cui ricostruire il cammino di un eroe che parte per il suo viaggio dove sfidare la vita e sé stesso, le proprie ombre e dubbi, un viaggio fuori e dentro i suoi pensieri talora di angoscia e insoddisfazione, di aspirazione all’infinito e desiderio di guardare fuori da quei labirinti notturni dei suoi incubi. Un viaggio dove la possibilità di conoscersi e riconoscersi sembra non finire mai.

Cetty Previtera Con Vincent. Gioco di sole e luna, 2020

I difficili rapporti famigliari, gli impossibili legami con donne dalle quali non è mai stato capito fino in fondo, il suo eterno conflitto con una società dalla quale si è sentito escluso, lo hanno portato ad interrogarsi sul significato dell’esistenza e del proprio essere nel mondo.

Spirito libero e inquieto, prima commerciante d’arte, poi predicatore come missionario fra i minatori del Burinage, a trent’anni finalmente trova la sua strada nella pittura, che diventa strumento per dar voce alle sue inquietudini.

Giuseppe Puglisi, Cielo d estate, 2019

Dal 1880 al 1890 anno della sua morte prematura Van Gogh lavora intensamente realizzando un elevatissimo numero di opere mostrando una personalità ed uno stile libero di esprimersi secondo i ritmi dei diversi stati d’animo. Così dalla visione trasfigurata della realtà emerge un agitato e complesso mondo interiore quale espressione dell’angoscia esistenziale. Un modo soggettivo di percepire la realtà di cui esprime non tanto fatti e situazioni, quanto il significato umano e le emozioni. Sono, infatti gli uomini, specie gli umili ad interessarlo coi loro problemi e le angosce di ogni giorno. Ed è da qui che inizia la sua indagine esistenziale.

Laura Barbarini, Diario delle luci, 2020

Nel periodo olandese Van Gogh sulla scia di Dammier e Millet guarda al problema sociale: al centro dei suoi quadri è la disperazione dei contadini con il loro duro lavoro le loro fatiche, descritte attraverso toni cupi e contrasti di luci e ombre. Successivamente nell’interludio parigino dove resta colpito dagli impressionisti ed entra in contatto con alcuni fra gli artisti d’avanguardia quali: Tolouse Lautrec, abbandona i temi sociali e scopre la bellezza dei colori che acquistano toni più violenti e vibranti. Il bisogno di evadere alla ricerca di nuovi ambienti e spazi non lo porta molto lontano: è infatti in Provenza ad Arles che trova il suo oriente dai colori brillanti e accesi.

 Se la prima sezione “Il pittore come eroe” si apre con Il dipinto di Francis Bacon in omaggio all’artista olandese delineato “come un eroe, colui che annuncia il futuro pur nell’apparente fallimento. E si carica il mondo sulle spalle”, la seconda sezione “Dalla miniera di Marcasse all’Aia” è dedicata alla prima formazione di Van Gogh dall’estate del 1880 all’estate del 1883 procedendo dagli anni della miniera belga nel Borinage fino a Bruxelles e da lì poi a Etten nella regione del Brabante e all’Aia in cui il disegno diventa specchio della parola, dell’emozione a cadenzare un nuovo processo interiore e di educazione all’arte, Si stratta di disegni di esplorazione del mondo e degli ambienti per poter poi accostarsi alla vera e propria pittura.

Matteo Massagrande, Frutteto in fiore, 2020

All’Alia si sofferma sugli ambienti e sulle figure e il loro movimento, realizzando anche una serie di litografie con temi legati al rapporto tra l’uomo e la terra. Il legame tra l’uomo e la terra è centrale anche nei lavori a Nuenen, dove si dedica al grande tema del contadino tra il 1884 e il 1885.

Centrale del percorso è la terza sezione “Da Nuenen a Parigi. Un colore che cambia” dove viene evidenziato quel sentire che lo avrebbe portato verso una nuova definizione del colore a evidenziare quelli che stavano a rappresentare le cromie della sua vita. Sono di questo periodo sia temi legai ai contadini, sia quello dei tessitori, unitamente a una serie di rappresentazioni di volti in primissimo piano su tele di piccolo formato resi attraverso una pennellata fluida dal colore intenso, ed in questo vi è un richiamo alla pittura olandese del XVII secolo.

Gli anni trascorsi a Parigi sono decisivi per Van Gogh in particolare per il rapporto che instaura con le opere degli impressionisti e dei post-impressionisti come Seurat e Signac, che ha modo di vedere durante le esposizioni che si susseguono. Sono di questi anni una tra le versioni più note tra i suoi quasi quaranta autoritratti presente in questa sezione unitamente a dipinti di autori quali Seurat, Signac fino a Pissarro per lui particolarmente significativi.

Alla tappa di Arles fa riferimento la quarta sezione “Un anno decisivo. 1888” si tratta dell’anno 1888 in cui realizza quasi 200 quadri.

Piero Zuccaro,Tra terra e cielo, 2020

E’ questo un anno fondamentale in cui maturano molte riflessioni iniziate nei due anni parigini come l’approfondimento dell’opera di Millet rivisitata alla luce del Sud e l’interesse per l’arte giapponese. E’ in questo anno infatti che Van Gogh ha realizzato celebri dipinti tra cui i campi di grano nella pianura della Crau, con la figura del seminatore oppure con quella di un uomo e una donna vicini “in mezzo a quel giallo” ed altri di grande respiro in cui emerge il senso della vastità e dell’infinito restituito dalle distese delle pianure che lo riporta alla memoria dei campi dipinti dai grandi olandesi del XVII secolo.

Il colore vibrante e acceso carico di un sentimento che avvolge l’umanità, restituisce il legame tra l’anima del pittore e quella della natura. Questo nuovo sentire lo esprime nella lettera a Émile Bernard del 18 giugno, prima delle piogge sottolineando la sua condizione:

“Quanto a me, mi sento molto meglio qui di quanto non mi sentivo nel Nord. Lavoro anche nel mezzo del giorno, sotto un sole cocente, senza alcuna ombra, nei campi di grano e godo di tutto questo come una cicala”,

specificando poi tutti i toni e i mezzi toni del giallo che riesce a rendere nella pittura, mostrando un’esaltazione per quel colore che forgerà la sua opera da quel momento in poi.

Vincent van Gogh, Paesaggio con covoni e luna nascente

Nella quinta sezione “Di lune e nuvole. Van Gogh e la fine del suo viaggio” che chiude il percorso vi è l’esaltazione del colore generato dalla luce con la sua forza che avvolge l’esistenza: “il pittore sente così il mondo con altri occhi, gli occhi del primo uomo che ha camminato sulla terra. E quel sentire è il vedere, attraverso la luce e i colori, i luoghi dell’origine, così da percepire il senso anche mitico di spazi che sono dalla forma del principio”. Non gli bastava però cogliere il senso del mondo attraverso la luce, il suo vedere è onnivoro, complice e partecipe il suo sguardo nel restituire ogni singola parte di un mondo da cui è avvolto e imprigionato.

Attraverso il visibile dei colori accesi della natura egli mirava a cogliere l’anima invisibile del mondo in una possibile definizione del senso di questa vita che si interseca con le infinite possibilità di un viaggio in cui inizio e fine coincidono.

Nel suo percorso Van Gogh porta avanti una tecnica tutta personale in grado di dare forma e corpo al proprio orizzonte immaginario dove la realtà è trasfigurata in funzione delle proprie percezioni interiori con cui restituisce i colori e le ombre della vita.

Ad accompagnare questa splendida mostra è la collettiva “Attorno a Van Gogh. Otto pittori e i colori della vita” da un progetto di Marco Goldin, che vede protagonisti alcuni tra i migliori esponenti della pittura italiana contemporanea, farsi interpreti di temi cari al grande artista olandese.

Laura Barbarini, Franco Dugo, Attilio Forgioli, Matteo Massagrande, Cetty Previtera, Giuseppe Puglisi, Laura Villani e Piero Zuccaro espongono nell’agorà e al primo piano del San Gaetano opere che richiamano gli spazi e i colori della natura e a loro si aggiungono due artisti Piero Vignozzi e Andrea Martinelli ai quali Goldin aveva affidato il potente “prologo” del progetto e le cui opere hanno accompagnato la prima parte della mostra su Van Gogh. Ciascun artista con la propria sensibilità ha interpretato luoghi, vedute e sensazioni impresse nei colori e nelle intense pennellate di Van Gogh attraverso visioni e tagli del tutto personali spaziando dal figurativo all’astratto con grande forza espressiva.

Queste le parole di Goldin riguardo la genesi del progetto:

Ho isolato alcuni temi all’interno dell’opera di Van Gogh, e sopra essi il pittore olandese aveva indugiato a lungo. Mi sono guardato intorno, ho rivisto pittori con i quali già avevo lavorato in un tempo passato, altri con i quali invece la consuetudine non c’era quasi mai stata. Li ho scelti perché sentivo in loro una vicinanza a quei tempi, a quei canti di parole smozzicate e colori che ti arrivano ancora fin dentro gli occhi. E poi c’è solo l’anima”.

E aggiunge che questi artisti

sono stati capaci di uscire dal giogo dell’imitazione, anzi non ne hanno mai provato la necessità, presi piuttosto dal restituire quel fiato di vento che hanno sentito scendere dalle montagne del destino. O vibrare in mezzo ai campi di grano, magari sotto un cielo stellato. Hanno sentito che si può fare ancora pittura come dichiarazione d’esistenza e d’amore”.

Il sindaco Sergio Giordani e l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio così si sono espressi su questa collettiva

un lungo viaggio dello spirito di un genio, riattualizzato in questa stagione del XXI secolo, per farci capire come la pittura sia effettivamente un linguaggio universale senza tempo”.

Silvana LAZZARINO    Roma 2 maggio 2021

Van Gogh. I colori della vita”

affiancata dalla collettiva

“Attorno a Van Gogh. Otto pittori e i colori della vita”

Centro Altinate San Gaetano.  Via Altinate, 71, 35121 – Padova Orari per entrambe le mostre, da lunedì a mercoledì e domenica: ore 10,00 – 13,00 / 14,00 – 20,00;  da giovedì a sabato: ore 10,00 – 13,00 / 14,00 – 21,00

fino al 6 giugno 2021

E’ consigliata la prenotazione per visite nei giorni infrasettimanali e obbligatoria per il sabato, la domenica e i giorni festivi. Per le prenotazioni: biglietto www.lineadombra.it Oppure contattare e il numero 0422 429999 e anche il call center.