di Silvana LAZZARINO
Benedikt Hipp presenta nuovi corpi per suggerire nuove possibilità con cui osservare la realtà, La mostra inaugurata il 5 maggio, resterà aperta fino al 4 giugno 2022
Tra semplicità e complessità nell’osservare come si evolve l’uomo attraverso gesti, azioni, pensieri e scoperte, l’artista Benedikt Hipp mette al centro della sua indagine artistica il corpo umano che diventa occasione per sondare come la corporeità sia un aspetto con cui ci si possa identificare fino ad un certo punto, considerando l’aspetto emozionale e ideologico una caratteristica personale che induce a trovare nuove strategie con cui proiettarsi verso la propria realizzazione.
Nato a Monaco di Baviera nel 1977 da una famiglia di antichi artigiani locali, produttori di ex voto (immagini di parti del corpo umano, animali o case, dati in dono a una divinità come pratica volta a ricevere la grazia) fin da bambino Benedikt Hipp venuto a contatto con questi oggetti, li ha utilizzati come fossero giocattoli. È in questi anni della sua infanzia che inizia a maturare la sua ricerca artistica volta poi nel tempo ad esplorare il nesso tra uomo e società interrogandosi su quale sia il confine tra un essere ed un altro essere e dove arrivi il punto di separazione tra l’individuo e la società.
Alla sua opera centrata sul discorso della corporeità non solo umana, ma anche di altri esseri organici e inorganici, è dedicata la mostra “Songs from the Cave” inaugurata il 5 maggio 2022 presso gli spazi della Galleria Poggiali a Milano sita in Via Foro Bonaparte. 52, dove resterà aperta fino al 4 giugno 2022.
La mostra che rappresenta la prima collaborazione della Galleria con l’artista tedesco attivo a Finning, in Germania dove vive e lavora, invita alla scoperta di una nuova logica della corporeità nel ridefinire cosa sia veramente un corpo e quale sia la differenza – qualora ci fosse- tra quello umano e quelli di altri esseri organici o inorganici, con cui ipotizzare nuovi modelli di mondo. A partire dalla rappresentazione di nuovi modelli di corpi Benedikt Hipp indaga diverse realtà e aspetti riferiti all’identità e all’individualità, ponendo attenzione alle trasformazioni che lo stesso corpo o corpi attraversano nel tempo.
Accanto al corpo umano, alle sue parti come occhi, braccia e piedi, sono le forme organiche, elementi isolati o sovrapposti l’uno sull’altro e, perfettamente combinati con l’ambiente che occupano. Nel lavoro di Hipp il corpo umano diviene materiale flessibile in grado di formarsi e deformarsi, di cambiare e adattarsi di volta in volta a seconda dei luoghi e degli spazi da esso abitati.
Nella sua ultima produzione di lavori per “Songs from the Cave” dove utilizza diversi canali di rappresentazione quali la scultura e la pittura, l’artista si sofferma su uno spazio sacro per eccellenza quale quello della grotta (cave) di cui indaga l’iconografia, i rapporti con le credenze e i rituali. Nel trovarsi di fronte nel 2017 alle rovine della prima cultura neolitica che ha abitato l’isola di Maiorca, egli rimase impressionato dagli enormi blocchi di pietra che componevano il sito, tanto da decidere di fondere la materia ed entrare in contatto con le forze vulcaniche del nostro pianeta. Da qui prendono forma le sculture in argilla plasmate attraverso tecniche di cottura ad alta temperatura di ispirazione giapponese. Questa antica tecnica risulta affascinante per il fatto che attraverso essa è possibile influenzare e regolare il fuoco, mentre il risultato finale su ogni oggetto non lo si può prevedere. Un processo affascinante e anacronistico rispetto all’idea di tecnologia odierna in cui è possibile prevedere e controllare ogni risultato.
Le rappresentazioni di Benedikt Hipp dove più elementi si combinano tra loro, spesso appartenenti ad esseri più disparati, sono corpi post-umani in grado di trascendere la natura antropica limitante e trovare altre e diverse espressioni di esistenza. Oltre ai concetti di individualità e identità, l’artista si sofferma sul motivo del cambiamento e sul significato del corpo quale luogo di azione architettonica, sociale e di culto. Il dare forma a modelli di corpi nuovi proietta il pensiero verso modelli diversi di mondo, differenti da quello in cui si è convinti di vivere e in cui l’artista trova una sorta di complicità con la natura, il tempo e il sistema ecologico.
Guest teacher presso la Zürcher Hochschule der Künste nel 2017-2019, Benedikt Hipp ha realizzato diverse mostre personali e collettive sia a livello nazionale sia internazionale. Tra le mostre personali ricordiamo: Atlas ohne Vermerk, Bielefelder Kunstverein, DE (2010); Ich habe meinen Augen nicht getraut, auch meinen Ohren nicht, Wilhelm Hack Museum, Ludwigshafen, DE. The educated monkey, Monitor Gallery, Rome, IT (2015); Benedikt Hipp, Museum Villa Rot, DE. Abisso Calipso, Monitor Gallery, Rome, IT. Body Upgrades, Galerie Kadel Willborn, Düsseldorf, DE (2018); Water from the Source, Galerie Kadel Willborn, Düsseldorf, DE (2022). Tra le esposizioni collettive più recenti presso importanti istituzioni vanno citate: Made in Germany zwei, Kunstverein Hannover, Sprengel Museum, Kestnergesellschaft, Hannover, DE (2012); SpielRaum Bühnen-Szenarien-Requisitzen, Städtische Galerie Nordhorn, DE (2015); KULT! Legenden, Stars und Bildikonen, Zeppelin Museum, Friedrichshafen, DE (2017); Blind Faith: Between the Visceral and the Cognitive in Contemporary Art, Haus der Kunst, Munich, DE (2017); Trost im jüngsten Tag, Galerie der Künstler, Munich, DE. KÜNSTE, Accademia Tedesca Villa Massimo Roma, IT (2020); Villa Massimo in Cittá, Rome, IT. Conversation Piece VII, Fondazione Memmo, Rome, IT (2021); Staatliche Kunstsammlung Dresden, DE. see me- touch me, Kunstraum Hase29, Osnarbrück, DE (2022). A Roma è stato invitato come residente presso l’Accademia Tedesca di Villa Massimo nel 2020/2021.
Silvana LAZZARINO Roma 22 Maggio 2022
Benedikt Hipp
Songs from the Cave
Galleria Poggiali a Milano. Via Foro Bonaparte. 52- 20121 Milano
dal 5 maggio al 4 giugno 2022
Inaugurazione giovedì 5 maggio .2022 dalle 18:30 alle 21:00