di Silvana LAZZARINO
L’UNIVERSO TRA SOGNO E POESIA DEL GRANDE ARTISTA RUSSO MARC CHAGALL nel percorso della mostra “Chagall. Sogno e Magia” in corso a Palazzo Albergati Bologna fino al 1 marzo 2020
A dare forma alle proprie fantasie, ai sogni attraverso rappresentazioni legate ora ad un vissuto intenso in cui non sono mancati dolori, ora ad un mondo simbolico, fiabesco e malinconico, fatto di situazioni e personaggi sempre più disparati, capace di superare l’apparenza è Marc Chagall (Vitebsk 1887-Saint-Paul-de-Vence 1985) tra i più rappresentativi artisti del Novecento che ha saputo raccontare con pacata ironia e attenta introspezione vicende ed emozioni a lui vicine.
Chagall ha attraversato quasi tutto il XX secolo diventando testimone di importanti fatti ed avvenimenti a partire dalla Rivoluzione d’Ottobre nella sua Russia per arrivare ai conflitti Mondiali e all’esperienza dell’esilio negli Stati Uniti a causa dell’occupazione nazista. Dopo i primi studi improntati ad un gusto realista presso Vitebsk, sua città natale, e Pietroburgo, Chagall giunge in Francia dove viene a contatto con il pensiero cubista e l’immaginario creativo futurista; rientrato in Russia nel 1914 prende parte al rinnovamento culturale incoraggiato dalla rivoluzione, ed infine agli inizi degli anni Venti si stabilisce in Francia dove trascorre il resto della sua vita esclusa la parentesi dell’esilio negli Stati Uniti.
Il senso espressivo del colore proprio dei Fauves, il modo illogico di scomporre e ricomporre la realtà secondo canoni geometrici ora simmetrici, ora asimmetrici propri dei Cubisti e di certi stilemi futuristi, sono rielaborati in modo assolutamente personale attraverso la purezza e la bellezza del sogno e dell’immaginazione da lui imprigionate sulle tele per raccontare del soprannaturale e dell’ineffabile tra fiaba e poesia, affetti e religione.
Ad alimentare la sua espressione poetica sono le tre culture che lui ha assorbito e sintetizzato: quella ebraica per la tradizione visiva dei manoscritti ornati, quella russa con le immagini popolari degli luboki e religiose delle icone, e quella occidentale con riferimenti ai grandi pittori della tradizione quali Rembrandt e delle avanguardie da lui frequentati.
A riproporre i momenti più significativi delle sue esperienze personali e i temi centrali della sua poetica attraverso rappresentazioni fiabesche, simboliche e nostalgiche sospese tra presenza e assenza, materia e spirito, guardando proprio alle culture ebraica, russa e occidentale, è la suggestiva mostra in corso a Bologna presso Palazzo Albergati aperta fino al 1 marzo 2020.
Patrocinata dal Comune di Bologna, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia. l’esposizione “Chagall. Sogno e Magia” attraverso circa 160 opere tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni, distribuite lungo cinque sezioni provenienti da collezioni private di difficile accesso per il pubblico, racconta la nostalgia per la sua nativa Vitebsk, il forte legame con la moglie Bella Rosenfeld, sua musa ispiratrice, il tema della religione e la Bibbia, il rapporto tra i letterati e i poeti, il mondo delle Fiabe e il sogno, e poi il tema dell’esodo e del viaggio, e l’interesse per gli animali e la natura, sottolineando così lo stretto legame tra la vita dell’artista ed i suoi lavori.
Durante i suoi viaggi e spostamenti Marc Chagall, pur venendo a contatto con la cultura europea, specie francese, non ha mai abbandonato il legame con la sua patria espresso nei richiami al folklore russo e con la tradizione ebraica cui è sempre rimasto profondamente legato. Questi aspetti emergono nella sua prolifera produzione dove pur non dimenticando l’aspetto figurativo (talora obsoleto, a volte kitsch) si fondono i piani della realtà e dell’immaginazione ribaltando le abituali regole prospettiche.
Le immagini delle opere presenti nella mostra curata da Dolores Duràn Ucar, che procedono da atmosfere giovanili legate e ai ricordi d’infanzia, fino alle illustrazioni per le fiabe, percorrendo la traiettoria artistica del pittore dal 1825 fino alla morte, rimandano alla vita e al sentimento dell’artista, al suo amore per la letteratura, al suo profondo credo religioso e al concetto di tradizione.
Da una parte i temi della cultura ebraica con i suoi simboli legati ad alcuni animali come la capra e l’asino, i motivi presi a prestito dalle avanguardie francesi e rielaborati secondo una propria visione emotiva e poetica e dall’altra il sentimento dell’amore espresso nelle figure degli innamorati e della moglie Bella. L’amore e la nostalgia per il passato si riferiscono non solo all’amore per la moglie Bella visto come amore carnale e poi ideale, ma anche all’amore per la vita, per la patria e per la sua religione. L’immaginario onirico in cui è difficile distinguere tra realtà e sogno, è restituito in queste opere dai colori vivaci e dalle intense sfumature, suddivise in cinque sezioni: “Infanzia e tradizione russa”; “Sogni e fiabe”; “Il mondo sacro, la Bibbia”; “Un pittore con le ali da poeta”; “L’amore sfida la forza di gravità”.
Le sezioni della mostra
Nella prima sezione “Un pittore con le ali da poeta” in cui si evince un forte legame tra la sua arte e la sua passione per la letteratura confermata dalle numerose illustrazioni da lui realizzate per testi letterari, e l’amicizia stretta con di scrittori e poeti tra cui Jean Girardoux, Andrè Salmon e Max Jacob, si ripercorre una fase di rinascita della sua pittura dopo la perdita dell’amata moglie Bella e il ritorno in Francia in seguito alla fuga negli Stati Uniti dove era stato costretto a ripararsi per via della minaccia dell’invasione nazista.
E’ in Francia dove appunto torna nel 1948 con la nuova compagna Virginia MCNeil, che Chagall scopre un nuova luce sedotto dai paesaggi di Vence. La sua pittura riacquista vitalità come in “Mazzo di fiori su sfondo rosso” e “Grande bouquet rosso”, vere e proprie esplosioni di colori.
Sono di questi anni anche i temi biblici e quelli legati al circo con clown e acrobati: “Il pittore e l’acrobata” e “Le clown” (Il pagliaccio) in cui sono raffigurati diversi animali e personaggi tra cui spicca un pagliaccio figura che suscitava una tenerezza particolare in Chagall per il ruolo comico che interpretava a dispetto di quella che l’artista immaginava fosse una vita tragica. Nella citata opera il clown è rappresentato con un mazzo di fiori ad indicare il suo innamoramento. Così Chagall parlava del circo:” Per me il circo è uno spettacolo magico che passa e scompare come un mondo”.
La natura e la luce sono protagonisti delle opere realizzate dopo il 1922 quando l’artista per la seconda volta ritorna a Parigi e a Montchauvet riscopre il paesaggi e la luminosità della campagna francese. Questi lavori dove campeggiano mazzi di fiori colorati e in cui si rincorrono sogni sono parte della seconda sezione “Sogni e fiabe” dove troviamo opere riferite alle illustrazioni per le Fiabe di La Fontaine testo considerate un capolavoro della letteratura francese, commissionategli da Ambroise Vollard mercante d’arte ed editore, soddisfatto della precedente opera grafica dedicata alle “Anime morte” di Gogol. Vollard aveva intuito nell’artista molti aspetti in comune con lo scrittore La Fontaine legati alla riflessione sul comportamento umano o al gusto per le tradizioni popolari. Mucche, maiali, rane, volpi, galli, formiche: un immaginario incantato all’altezza dei testi dello scrittore francese dalla fervida immaginazione in linea sempre con il pensiero di Chagall.
E’ poi la volta della sezione “Il mondo sacro, la Bibbia” dedicata alle incisioni in cui emergono sentimenti di fede e fratellanza attraverso raffigurazioni che riferite alla Bibbia mettono Chagall in contatto con le sue radici più profonde proprie dell’infanzia trascorsa nella comunità ebraica di Vitebsk. Nella sua infanzia e adolescenza grande impatto ebbe il viaggio in Terra Santa con la famiglia ed è entro questo contesto con la visita ai luoghi della storia del popolo ebraico che sente propria la figura di eterno esiliato, l’ebreo errante riscoprendo le proprie radici, la sua terra di origine.
Così le incisioni della Bibbia suddivise in due parti pubblicate in due volumi a Parigi nel 1956, riflettono la sua fede e la luce intensa della Palestina, come la forza spirituale trasmessagli dal viaggio. Accanto ad una serie di incisioni colorate a mano sono due gouaches “En route, l’âne rouge” (In cammino, l’asino rosso) e “David et Goliath” (Davide e Golia) realizzati tra gli anni 70 e 80. In “La Storia dell’Esodo” realizzata nel 1966 per l’editore León Amiel, l’artista restituisce con ventiquattro scene la fuga dalla schiavitù in Egitto del popolo ebraico guidato da Mosè verso la terra promessa.
L’infanzia dell’artista tra ricordi legati ai primi giorni di scuola, le estati trascorse a Lëzna e le visite settimanali alla sinagoga durante le quali sognava di diventare un violinista, sono ripercorsi nella quarta sezione “Infanzia e tradizione russa” attraverso diverse tele tra cui “Villaggio Russo” realizzato in Francia nel 1929 in cui è rappresentata la cittadina di Vitebsk, dove spesso torna con il pensiero e presente in diverse altre opere.
La tela rivela in primo piano due tipiche costruzioni in legno una rossa e l’altra azzurra separate da una strada che procede in salita ricoperta di neve che scende sui tetti. sullo sfondo le torri della cattedrale dell’Assunzione, mentre una slitta trainata da un vitello sorvola le case. Tutto sembra avvolto da un’atmosfera misteriosa accentuata da un cielo plumbeo.
All’amore, alle sensazione che provano gli innamorati, con riferimento al suo amore per Bella sono dedicate le opere riunite nell’ultima sezione: “L’amore sfida la forza di gravità” dove viene evocata l’esperienza emotiva dell’innamoramento: accanto a “Le Rêve” (Il sogno) dove in una calda giornata di sole due innamorati si baciano dolcemente all’ombra di un rigoglioso mazzo di fiori è “Les amoureux à l’âne bleu” (Gli innamorati con l’asino blu) in cui una coppia di amanti si accarezza al chiaro di luna, protetti dall’asino blu, e poi “Le Coq violet” (Il gallo viola) dove sotto lo sguardo attento di un gallo viola, la sposa galoppa su un agile destriero verde intorno alla pista mentre arlecchino le offre dei fiori. Il matrimonio quale frutto dell’amore, unione spirituale di due anime è espresso in “Les mariés et l’ange” (Gli sposi e l’angelo),
Ad arricchire il percorso è la proiezione oleografica per restituire una visione immersiva del percorso creativo dell’artista. Ideata da Display Expert ed applicata con Arthemisia in ambito espositivo, tale tecnica restituisce un’esperienza artistica originale ed immersiva cercando di simulare l’idea multidimensionale dell’artista durante la creazione. Le immagini ad altissima definizione realizzate con questa tecnica che esce dagli schemi della rappresentazione bidimensionale, consentono di visualizzare soggetti e oggetti in 3D fluttuanti nello spazio circostante entro una dimensione tridimensionale.
L’iniziativa è sostenuta da Generali Italia attraverso Valore Cultura il programma che promuove l’arte e la cultura sull’intero territorio nazionale per avvicinare al mondo dell’arte un pubblico vasto e trasversale (famiglie, giovani, clienti e dipendenti) con ingressi agevolati a mostre, spettacoli teatrali, eventi e attività di divulgazione artistico-culturali per creare valore condiviso.
Silvana LAZZARINO 5 gennaio 2020
“Chagall. Sogno e Magia”
a cura di Dolores Duràn Ucar
Palazzo Albergati, Bologna. Fino al 1 marzo 2020. Orario apertura Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima). Informazioni e prenotazioni Tel, 051 030141 http://www.palazzoalbergati.com