Chiude la 33^ Biennale dell’Antiquariato di Firenze; il bilancio dei galleristi.

di Gabriele PANDOLFELLI

Voci dalla Biennale Internazionale dell’Antiquariato 2024 a Firenze

Tempo di bilanci, valutazioni e prospettive al volgere della XXXIII edizione della BIAF a Palazzo Corsini. Quale modo migliore di restituire le impressioni a caldo sulla riuscita della manifestazione, terminata domenica 6 ottobre, se non quello di dare voce ad alcuni dei protagonisti di questa Biennale: Maurizio Canesso (Galerie Canesso, Parigi – Milano), Damiano Lapiccirella (Antonacci Lapiccirella Fine Art, Roma), Gianluca Berardi (Galleria Berardi, Roma) e Tiziana Sassoli (Galleria Fondantico, Bologna).

Se le domande sono state le medesime per ciascuno dei quattro galleristi intervistati, le risposte hanno aperto scenari a tratti diversi e concordanti. Gli interrogativi rivolti hanno riguardato specialmente l’andamento di questa edizione, gli oggetti e i periodi più apprezzati e infine lo stato di salute e le tendenze in prospettiva del mercato dell’arte. Per cominciare, quello che appare come sentimento condiviso tra i galleristi è il grande successo della manifestazione di quest’anno, sotto ogni profilo: pubblicitario, economico e partecipativo.

Maurizio Canesso, nel rimarcare la positività di questa esperienza, ha riferito di un flusso eccezionale e continuativo di visitatori in tutte le giornate della BIAF, riscontrando un aumento di alcune categorie di avventori quali: stranieri, giovani, clienti e appassionati. È lui stesso ad affermare ciò che anche altri confermeranno, ossia il ritorno del quadro e della pittura tradizionale al centro degli interessi del pubblico. In particolare, per la Galleria Canesso, che nel proprio stand ha esposto, tra le altre, opere come “Madonna col Bambino” del Bronzino e il “Lamento di Aminta” di Bartolomeo Cavarozzi, tutto questo si è tradotto nel rinnovato apprezzamento della pittura del Seicento. In poche parole: la qualità oltre le mode.

Bartolomeo Cavarozzi, Lamento di Aminta

Damiano Lapiccirella ha restituito una testimonianza alquanto entusiastica, ricordando un generale aumento di oltre il 30% delle compravendite rispetto alle precedenti biennali e ribadendo come questa sia stata la migliore edizione di sempre. È stato rilevato anche da Lapiccirella, che ha offerto una selezione di opere da “Ritratto del miniaturista August Grahl” (1828 ca.) di Vincenzo Camuccini a “Ritratto di giovane” (1905 ca.) di Umberto Boccioni, un certo ritorno al classico, all’antico, al piacere di possedere opere d’arte, nonché mobili antichi e sculture che hanno destato la curiosità dei molti collezionisti stranieri.

Vincenzo Camuccini, Ritratto del miniaturista August Grahl
Umberto Boccioni, Ritratto di Giovane

Proprio la presenza di diversi tipi di collezionisti, italiani e stranieri, è stata una qualità sottolineata da Gianluca Berardi, il quale ha delineato l’interessante fenomeno di una positiva propagazione del prestigio culturale che verticalmente dalla città di Firenze scende su Palazzo Corsini per irrorare la Biennale conferendole autorevolezza. Nello stand della Galleria Berardi hanno trovato posto sculture e dipinti dall’Ottocento al Novecento, come vedute di Ippolito Caffi o “Cariatide” (1925 ca.) di Attilio Selva, tutte opere che grazie alla sensibilità delle scelte del gallerista dal passato parlano al pubblico contemporaneo.

Attilio Selva Cariatide

Inoltre, va evidenziata l’alacre e meritevole attività di pubblicazioni portata avanti dalla Galleria Berardi che mostra di riconoscere il valore della ricerca scientifica nel campo della Storia dell’arte.

Tiziana Sassoli ha definito l’ambiente della Biennale come “realmente vivace”, animato anche da storici dell’arte o direttori di musei che talvolta, data l’altissima qualità delle proposte, cercano opere da acquistare per le loro istituzioni. La gallerista bolognese ha notato la generale crescita dell’interesse per la pittura del Novecento e per gli oggetti preziosi in grado di tesaurizzare ricchezza. La Galleria Fondantico specializzata in pittura emiliana tra Cinquecento e Settecento ha presentato dipinti di alto profilo come “Venere dormiente con Cupido e un amorino” (1618 – 1620 ca.) di Giovanni Lanfranco che sarà esposta alla futura mostra “Guercino e i Ludovisi a Roma” alle Scuderie del Quirinale a Roma.

Giovanni Lanfranco, Venere dormiente con Cupido e un amorino

Sassoli rivendica l’importanza del lavoro di mercanti e galleristi che riportano arte italiana in Italia come esemplificato dall’acquisto della “Danza campestre” (1601 – 1602 ca.) di Guido Reni da parte della Galleria Borghese promosso dalla stessa gallerista. Infine, è stata rilevata l’attenzione da parte dei ricchi acquirenti per le opere d’arte storicizzate e maggiormente conosciute, con un retroterra di studi e approfondimenti che costituiscano parte imprescindibile della garanzia di valore.

In conclusione, il mercato sembra godere di ottima salute ma aldilà delle dinamiche di compravendita che pertengono a una fascia di avventori estremamente facoltosi, la BIAF rappresenta anche un’opportunità di conoscenza, di relazioni e di confronti tra opere e tra persone difficilmente replicabile, che ha visto, in questa edizione, il grande ritorno da protagonista dell’oggetto-quadro.

Gabriele PANDOLFELLI  Firenze 6 Ottobre 2024