Claudio Strinati su Giustizia e Amicizia: “Sono d’accordo con Guido Cornini; sono opera di Raffaello”

redazione

Claudio STRINATI

D:La prima domanda che ti vorrei rivolgere –a proposito delle due figure Giustizia ed Amicizia ora attribuite senz’altro a Raffaello nel Salone di Costantino- è se sei d’accordo in toto con l’attribuzione e perché.

Sono totalmente d’ accordo con le argomentazioni pubblicate in proposito da Guido Cornini nel saggio Il maestro e la bottega. Gli affreschi nella Sala di Costantino alla luce dell’ ultimo restauro, pubblicato nel catalogo della mostra alle Scuderie del Quirinale Raffaello 1520-1483, Skira editore 2020, p.269 sgg. Un saggio, tra l’altro, che considero un vero modello di correttezza scientifica, acume critico e onesta esposizione del pensiero. Cornini in sostanza dice che l’attribuzione a Raffaello in persona delle due figure della Comitas e della Iustitia, (eseguita la pulitura e compiuto l’ esame delle murature) appare plausibile, sia per il procedimento tecnico sia per l’ intrinseca qualità delle opere. Cornini è esplicito. Plausibilissima dunque l’ attribuzione in parte fondata su testimonianze delle fonti, ma in linea con la tesi a  suo tempo espressa da Shearman. Io sono delle stessa idea. L’attribuzione a Raffaello in persona delle due figure è plausibile. Nondimeno non aggiungono moltissimo alla nostra conoscenza del Raffaello tardo e inoltre vanno analizzate partitamente. La Iustitia  a mio avviso è più bella, mentre la Comitas sembra attestare un certo indebolimento della mano sia nel disegno generale sia nel volto che per me è un po’ fiacco. Che Raffaello abbia dipinto quella figura proprio negli ultimi giorni della sua vita quando un improvviso malanno se l’ è portato via? Ai miei occhi è verosimile, ma ovviamente ribadiamo il principio che ciò che è verosimile non necessariamente è vero.

Raffaello, Iustitia
Raffaello, Comitas

D:Le due immagini appaiono dipinte su uno strato resinoso composto a quanto pare da pece greca e cera su cui Raffaello ha steso poi un leggero strato di intonaco come se volesse lavorare su una sorta di tavola. I restauratori affermano di aver trovato un gran numero di chiodi con cui questo agglomerato era stato attaccato al muro. Vorrei sapere che ne pensi, sarebbe una novità nella tecnica esecutiva dell’urbinate.

Si lo è, e debbo ancora una volta fare riferimento, oltre alla testimonianza di quel grande restauratore e conoscitore di Raffaello che è Paolo Violini ( ho avuto l’ onore di poterlo brevemente sentire sul tema), al saggio di Cornini che dice tutto quello che allo stato odierno della ricerca è lecito dire.

D:Sempre a proposito di tecnica; ti chiedo se hai avuto modo di vedere le due figura dal vero e se hai potuto notare una qualche mutazione stilistica nel modus operandi di Raffaello, cioè se il cambiamento della tecnica abbia comportato anche un qualche scarto di stile.

Ho visto la Sala di Costantino soltanto prima dei restauri. Malgrado gli inviti premurosi e solleciti della Direzione dei Musei vaticani, circostanze varie non mi hanno permesso di partecipare alle visite sul cantiere di tempo in tempo organizzate dalla Direzione per esperti e tecnici. In ogni caso non mi sembra di aver notato rispetto alle figure della Comitas e Iustitia mutazioni stilistiche significative in Raffaello rispetto alla Trasfigurazione.

D:Le due figure com’è noto appaiono rispettivamente la Giustizia alla dx della Battaglia di Ponte Milvio e la Amicizia a dx dell’ Adlocutio costantiniana; ti chiedo: per quali motivi a tuo avviso Raffaello ebbe a situarle proprio lì ? perché doveva rispondere alle richieste del pontefice o per scelta sua personale ?; e non si può immaginare che ne avesse progettate altre da inserire negli altri due grandi muri del Salone?

E’ evidente dalla testimonianza vasariana che Raffaello aveva progettato, nella Stanza di Costantinouna facciata di mistura per lavorarvi sopra a olio”. Quindi questa è l’ unica testimonianza certa. Le testimonianze successive sono contraddittorie e ancora una volta è Cornini a riportarle con precisione. Non credo si possano fare ipotesi ulteriori sulle intenzioni di Raffaello. Quindi non sono in grado di rispondere con fondamento alla tua domanda.

P d L  Roma 24 maggio 2020

PS:La Direzione  dei Musei Vaticani informa che a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria in corso ha ritenuto opportuno posticipare le date del convegno previsto nel prossimo mese di aprile. Pertanto il convegno “Raffaello in Vaticano” si terrà nei giorni  19, 20 e 21 ottobre 2020, sempre presso i Musei Vaticani. Seguiranno ulteriori comunicazioni nelle prossime settimane. Augurandoci di poter contare ancora sulla Vostra partecipazione, con i migliori auguri.