di Sante GUIDO & Giuseppe MANTELLA
Il progetto COLTIVA LA BELLEZZA: “ADOTTA UN QUADRO”, si pone come novità assoluta in questo periodo di pandemia e intende porsi come segno di una possibile rinascita che ha come basi l’arte e la scuola. L’iniziativa nata da un’idea del restauratore Giuseppe Mantella è stata abbracciata e quindi promossa dall’Istituto Comprensivo di Taverna, guidato dalla dirigente scolastica Susanna Mustari.
Più in dettaglio, gli studenti delle terze classi della scuola secondaria di primo grado dell’istituto Comprensivo di Taverna, vincitori nell’anno scolastico 2017-2018 del concorso nazionale indetto dalla Banca d’Italia “Inventa una banconota” utilizzeranno la cifra di diecimila euro ricevuta in premio per realizzare una serie di materiali didattici grazie ai quali si potrà porre l’attenzione sull’immenso patrimonio artistico di cui la cittadina di Taverna è custode da secoli.
Nasce così nell’a. s. 2020/21, il progetto “Adotta un quadro” attraverso il quale, con un’azione sinergica tra diverse istituzioni, si porrà l’attenzione sulle moltissime opere conservate a Taverna del celebre pittore barocco Mattia Preti, detto dal XVII secolo “Il cavaliere Calabrese”, con un focus specifico sulla monumentale pala d’altare della Chiesa di S. Barbara dal titolo Il Patrocinio di Santa Barbara.
Il dipinto (olio su tela di cm 460 X 305), vero capolavoro dell’arte tardo barocca dipinto a Malta nel 1688, rappresenta santa Barbara accolta in cielo dal Cristo seduto su nuvole. Due putti, dietro la santa inginocchiata, tengono in alto i sui attributi: la torre, luogo della sua prigionia e la spada con la quale fu decapitata. Nell’opera sono ancora più che evidenti i rimandi al capolavoro del Guercino La sepoltura di santa Petronilla, dipinto a Roma circa sessanta anni prima, ad attestare un debito compositivo e cromatico mai esaurito da parte del Preti nei confronti del Barbieri.
Bernardo De Dominici nella biografia dedicata a Preti, descrive Il Patrocinio di Santa Barbara citando la scena del martirio della santa nella parte inferiore del dipinto, in realtà sono rappresentati in basso quattro figure di santi con lo sguardo rivolto verso la visione celeste, identificati quali: Clemente, Eustorgio, Mercurio e Vicario; le cui reliquie di quest’ultimo furono donate nel 1655 alla chiesa di santa Barbara da monsignor Marcello Anania, religioso che tanta importanza ebbe per la carriera di Gregorio e Mattia Preti a Roma. Alfonso Frangipane pubblicò nei primi anni del XX secolo alcuni dei documenti in cui si indica che l’opera fu realizzata da Preti poco prima del dicembre del 1688 a Malta, isola ove il pittore si era trasferito nel 1661 e dove visse fino alla morte nel 1699.
Si tratta di un dipinto piuttosto delicato e dalla storia articolata che necessita di particolari approfondimenti per migliorarne la conservazione e la lettura della composizione. La tela infatti è stata oggetto di diversi interventi conservativi dei quali il primo, documentato, risalente al 1909. Durante l’ultimo restauro, promosso ed eseguito dalla Soprintendenza di Cosenza e ultimato nel 1993, sono stati svelati, come sapientemente evidenziato da John T. Spike, una serie di pentimenti nel cielo al di sopra della figura di Barbara che hanno riportato in evidenza un angelo – appena abbozzato – che sorregge una corona nell’atto di incoronare la santa; un dettaglio che lo stesso Preti aveva emendato nella versione finale.
Finalizzate alla conoscenza materica dell’opera, quali necessario specifico approfondimento per poter programmare un conseguentemente e delicato intervento conservativo in grado di restituire una corretta lettura dell’opera, saranno realizzate nell’ambito del progetto appena avviato a Taverna nuove indagini scientifiche che permetteranno di meglio indagare il dipinto, dando finalmente seguito a quanto proposto nel 1999 dal celebre studioso statunitense nel suo fondamentale volume “Mattia Preti. Catalogo ragionato dei dipinti”.
Il progetto COLTIVA LA BELLEZZA: “ADOTTA UN QUADRO” si articolerà quindi in due diversi momenti perfettamente integrati e complementari.
Nella prima fase gli alunni saranno protagonisti assoluti della prima parte dell’iniziativa, affiancati dalla referente del progetto Annalisa Ganci, dalla collaboratrice Marialuisa Pudia e dal restauratore Giuseppe Mantella, avranno il compito di raccontare la vita e le opere dell’artista con la realizzazione di una serie di pannelli esplicativi, video, filmati, con l’intento di creare una mostra itinerante al fine di far conoscere nelle scuole, inizialmente del comprensorio di Taverna e in seguito della intera Calabria, la figura le a produzione artistica di Mattia Preti.
La seconda fase del progetto, in accordo con la Curia dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, la “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Catanzaro e Crotone” vedrà impegnati Sante Guido e Giuseppe Mantella, restauratori e profondi conoscitori del genio del “cavaliere calabrese” come curatori e coordinatori del progetto scientifico, che avrà come fine la ricognizione degli studi fin ora eseguiti sul “Il Patrocinio di Santa Barbara” e la realizzazione di una campagna di indagini diagnostiche finalizzate ad una più profonda conoscenza dell’opera in relazione alla sua genesi e a conferma, o meno, di quanto affermato da De Dominici circa la scena del martirio nella Santa nella parte inferiore dell’opera. Occasione proficua per la verifica quindi di ulteriori pentimenti ma anche della estensione di numerose ridipinture, frutto di pregressi interventi conservativi.
Le indagini scientifiche, che saranno di supporto per la valutazione dell’attuale stato di conservazione del Il Patrocinio di Santa Barbara, rientrano nel pluriennale progetto di ricerca, iniziato nel 2007 – ad integrare quanto già avviato dal museo civico di Taverna in collaborazione con Opificio delle Pietre Dure per le opere pretiane ubicate nella cittadina calabrese – , su dipinti di Preti realizzati a Malta quali cinque delle nove tele degli anni Sessanta nella concattedrale di S. Giovanni a La Valletta in relazione ai dipinti realizzati dal “cavalier calabrese” a Napoli ed inviati a Malta nel 1658-59 (il San Francesco Saverio ed il Martirio di santa Caterina di Alessandria ( vedi Aboutartonline Cfr. https://www.aboutartonline.com/il-primo-tempo-di-mattia-preti-a-malta-lesperienza-e-le-novita-nel-ciclo-di-santa-caterina-a-la-valletta/ ) per proseguire con i sette dipinti del “ciclo della Peste”, della seconda metà degli anni 70, nella chiesa di Sarria alle porte di La Valletta (vedi Aboutartonline Cfr. https://www.aboutartonline.com/si-fabrichi-una-chiesola-per-conto-della-religione-mattia-preti-e-la-chiesa-dellimmacolata-concezione-di-sarria-a-malta/ ), accanto ai tre dipinti nell’abside della cattedrale di Mdina, deli anni Ottanta del XVII secolo.
Gli interventi programmati sul Patrocinio di Santa Barbara andranno a completare quanto recentemente indagato, su iniziativa della Soprintendenza di Cosenza, sugli altri quattro dipinti di Mattia Preti conservati nella stessa chiesa di Taverna oltre la tela raffigurante La SS. Trinità, santa Barbara e santi martiri, della quale si è da pochi giorni concluso il restauro.
Si tratta di un progetto di ricerca promosso da Giuseppe Mantella e Sante Guido, per mezzo di un protocollo sottoscritto con alcune prestigiose università, che ha quale scopo l’indagine delle opere autografe dell’artista (escludendo quindi i lavori a lui attribuiti) presenti sul territorio maltese e calabrese per poi prendere in considerazioni, con un migliore bagaglio di dati e approfondimenti, le opere presenti nel territorio italiano sempre in relazione alla produzione degli anni maltesi. Il fine ultimo è di contribuire alla creazione di una banca dati circa gli aspetti tecnici dell’artista del periodo maltese al fine completare la comprensione del novero delle opere presenti in moltissimi musei in Italia e oltre confine. Progetto che ha, ad esempio, grazie a nuove indagini e alla rilettura dei documenti, permesso di datare in via definitiva la bella pala d’altare della Cappella di Aragona in S. Giovanni a La Valletta raffigurante San Giorgio ed il drago – da sempre considerata opera prodotta a Napoli – all’estate del 1659 durante il primo viaggio di pochi mesi di Preti a Malta.
La seconda fase del progetto vede partecipazione attiva di Mauro Francesco La Russa della Università della Calabria, Associate Professor in Applied Petrography to Cultural Heritage e Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra (DiBEST). Presidente dell’Associazione Italiana di Archeometria (AIAr) e Valentina Venuti, Professore Ordinario di Fisica Applicata ai Beni culturali, ambientali, biologia e medicina, Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra, dell’Università degli Studi di Messina.
Il gruppo di ricerca beni culturali del Dipartimento DiBEST dell’UNICAL da anni è impegnato in diversi aspetti legati sia alla diagnostica che conservazione del patrimonio culturale, nel presente progetto si occuperà della caratterizzazione dei pigmenti usati dal pittore, dello stato di conservazione e dell’identificazione delle diverse forme di alterazione e degrado presenti sul dipinto grazie alla diversa strumentazione, sia mobile che fissa, presente all’interno dei laboratori UNICAL.
Le tecniche di indagine utilizzate per “Il Patrocinio di Santa Barbara” saranno la spettroscopia di fluorescenza a raggi X (XRF) e la spettroscopia Raman. Si tratta di tecniche di analisi su scala spaziale, rispettivamente, elementare e molecolare. Grazie alla loro non distruttività e non invasività, unitamente alla possibilità di effettuare analisi in situ tramite l’utilizzo di strumentazione portatile. L’impiego congiunto delle suddette tecniche permette l’identificazione dei pigmenti utilizzati nella realizzazione di un’opera, a partire dai quali è possibile risalire alla tavolozza dell’artista.
Sebastiano D’Amico ed Emanuele Colica del Department of Geosciences – University of Malta che da alcuni anni stanno investigando, con tecnologie e metodologie scientifiche all’avanguardia, alcune opere di Preti durante le fasi del restauro fornendo agli operatori una più precisa e dettagliata chiave di lettura. Dati che forniscono un valido aiuto alla interpretazione dei dipinti grazie alla loro ricostruzione digitale con l’ausilio della “geomatica”, la disciplina che si occupa di acquisire, interpretare, archiviare e divulgare informazioni georeferenziate, ovvero informazioni caratterizzate da una posizione in un prescelto sistema di riferimento. Per far ciò vengono utilizzati diversi strumenti al fine di ricostruire un modello digitale dell’opera esatto a decime di millimetro. Questi modelli sono inoltre utilizzabili per la fruizione virtuale delle opere d’arte indagate.
Una volta realizzate le indagini diagnostiche ed approfondito lo studio del Il Patrocinio di Santa Barbara, questo sarà sottoposto all’analisi di un Comitato internazionale di esperti della produzione di Mattia Preti, al fine di supportare le scelte metodologiche di competenza della Soprintendenza di Cosenza per cercare di risolvere il problema della svelatura del “grande pentimento” presente sul dipinto che non permette la corretta lettura del dipinto.
Tutte le operazioni del progetto COLTIVA LA BELLEZZA: “ADOTTA UN QUADRO saranno eseguite in un cantiere appositamente allestito nella chiesa di S. Barbara, dove gli studenti ancora una volta saranno protagonisti attraverso la loro presenza durante l’esecuzione di molte indagini. Un modo nuovo, per certi versi rivoluzionario, per far innamorare i giovani del proprio territorio e al grande patrimonio ivi conservato.
Sante GUIDO & Giuseppe MANTELLA Malta 9 maggio 2021