di Silvana LAZZARINO
Quello che non si può vedere in questo momento dove ancora tutto è chiuso per fronteggiare la Pandemia. A parlare dell’arte attraverso i canali del Web sono giornalisti, curatori, direttori, artisti e critici, per non fermare la cultura, alimentare il confronto culturale, esplorare nuovi modi di comunicare
E’ in momenti come questi che la cultura e l’arte diventano strumento per rimanere uniti e superare insieme una situazione molto difficile, direi quasi surreale dove l’umanità si chiede cosa sarà del proprio futuro. Diversi musei, gallerie d’Italia da ormai quasi due mesi, costretti alla chiusura, si sono però attivati per far in modo che l’arte potesse entrare nelle case degli italiani attraverso percorsi interattivi appositamente studiati per intrattenere un pubblico sempre più vasto.
Così grazie ai canali social musei e gallerie, stanno continuando a far veicolare il messaggio universale dell’arte proponendo visite on line, percorsi guidati su un dato argomento e video in pillole realizzati da direttori di musei, curatori e storici dell’arte riferiti ad una specifica mostra o riguardo un determinato artista e sua opera. La cultura non si ferma e si prepara ad esplorare nuovi modi di comunicare come dimostra questo progetto “Telescope” Racconti da lontano dove a guidare il visitatore del web sono le parole di giornalisti, curatori, direttori, artisti e critici per raccontare quello che per un po’ non sarà possibile ammirare di persona. Un modo diverso, innovativo per comunicare i percorsi dell’arte con i suoi protagonisti anche in tempo reale.
Come ha fin dall’inizio spiegato nell’editoriale il Team Lara Facco, ufficio stampa e comunicazione legato all’arte e al suo mondo di progetti, mostre sul territorio e non solo:
“Un piccolo contributo alla circolazione di cultura in un momento in cui poco altro si può spostare, il nostro modo di alimentare la curiosità, dare visibilità a progetti di valore nati dall’impegno di istituzioni, artisti e studiosi, e sperimentare strade nuove ora che le vecchie sono impraticabili”.
Questa Pandemia va affrontata e vista così, trasformandola in occasione di rinascita e riscoperta di una parte di sé magari non sempre visibile, quella parte più autentica in cui è necessario riconoscersi.
Il progetto di Telescope prevede un appuntamento settimanale in cui vengono raccontati progetti culturali seguiti dallo staff LaraFacco dando voce alle parole dei protagonisti tra direttori di musei e galleristi con le ragioni delle proposte di cui sono promotori; curatori e artisti per soffermarsi sui significati e suggestioni da cui nascono le opere di una mostra; e giornalisti e critici d’arte volti a offrire riflessioni, critiche, analisi, ricordi.
“Tante voci per comporre un mosaico complesso che, senza la presunzione di sostituirsi a una visita dal vivo, restituisca ’da lontanò, almeno in parte, l’emozione della fruizione culturale”.
L’edizione 6 del progetto propone nella sezione Racconti, Barbara Meneghel – critica e curatrice indipendente, contributor tra gli altri di FlashArt, Exibart, Abitare – che prova a immaginare la mostra Domus Aurea di prossima apertura al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, frutto del lavoro di Francesco Vezzoli e Martino Gamper (sotto la direzione di Cristiana Perrella) sulle ceramiche realizzate da Gio Ponti nel decennio 1923-33 per l’azienda Richard-Ginori.
Si potranno presto vedere
“opere totalmente nuove, composte dalle realizzazioni di tre interpreti diversi della scena culturale recente e contemporanea. Si tratterà di una serie di circa dieci installazioni in cui un grande mobile di Martino Gamper (già celebre per i suoi interventi reinterpretativi sui mobili del fondatore di Domus) fungerà da supporto per un dialogo tra una ceramica di Ponti e una scultura di Vezzoili.”
Emerge l’aspetto performativo della mostra che si potrà apprezzare al momento quando saranno riaperti musei, galleria e fondazioni. Sempre in questa sezione Pietro Marino, firma storica della cultura per La “Gazzetta del Mezzogiorno”, ricorda un “appuntamento” con “il Grande Vetro” di Marcel Duchamp a New York il cui titolo cita “La Sposa messa a nudo dai suoi Scapoli, anche”.
Un’opera complessa, in cui sono presenti elementi usati dall’artista in opere precedenti composta da due lastre di vetro disposte l’una sull’altra su cui sono rappresentati diversi elementi e figure che nell’insieme raffigurano un amore impossibile fra una sposa e il suo corteggiatore. In alto è raffigurata la Sposa, l’oggetto del desiderio, in basso i suoi corteggiatori, delusi nell’impossibilità di unire i due piani. L’incontro tra la Sposa e gli scapoli non si verifica, seppur presenti alcuni elementi utili per quell’unione, a sottolineare come l’amore sia un sentimento complesso e non facile da raggiungere. Ma i significati di questo lavoro, rimasto incompiuto, possono variare a seconda di cosa vi legga lo spettatore.
E’ poi la volta sempre in questa prima sezione, dell’artista, designer e ingegnere robotico Salvatore Iaconesi – tra i protagonisti del progetto digitale “The Power of Art” della Fondazione Alberto Peruzzo che spiega come arte e design possano aiutare a comprendere il ruolo della tecnologia nella società. Egli infatti attraverso un video descrive il ruolo dei dati e della computazione nella società attraverso tre sue opere d’arte atte con i dati, sul tema del posizionamento dei dati nella nostra società, a capire meglio alcuni stati di malessere come quello in cui ci troviamo.
La prima opera: “Constrained Cities’” (città vincolata, bloccata) indossabile come la seconda, permette attraverso le intelligenze artificiali raccogliendo tanti dati sul modo di vivere degli uomini, di dare un suggerimento su quale possa essere la città più adatta in cui vivere per una persona, .‘Baotaz’ sorta di elmetto da porre sulla testa, mira a creare un senso aumentato collegato a enormi quantità di dati. Aiuta a capire come poter portare nel dominio della nostra sensibilità questi dati per meglio comprendere il mondo in cui si vive. La terza opera “Stakhanov” dal nome del minatore russo, rappresenta una sorta di oracolo poiché portata su un posto raccoglie moltissimi dati presenti in quel luogo per poi iniziare ad emettere previsioni stampate su rotoli di carta. Uno spaccato di cocente attualità in cui l’arte, la pandemia e un evento personale difficile vissuto dallo stesso artista e ingegnere Salvatore Iaconesi, permettono di riflettere sul nostro presente tecnologico, sempre più legato ad algoritmi e intelligenze artificiali.
Nella sezione Video è presente la mostra “Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni” del grande fotografo Sebastião Salgado alla Fondazione Pistoia Musei, dove 180 fotografie restituiscono la situazione drammatica di questi anni in cui i profughi sono sempre condannati allo stesso destino e il video messaggio di Walter Guadagnini, Direttore Artistico del Festival Fotografia Europea di Reggio Emilia, insieme a quelli dei fotografi Joan Fontcuberta, Alex Majoli, Vittorio Mortarotti con Anush Hamzehia e Luis Cobelo. Si tratta di video messaggi, sul sito e sui canali Social del festival, in cui essi raccontano loro progetti dando un consiglio fotografico: un libro da leggere, fotografi da approfondire, musei da visitare on line, corsi, podcast. Questo per mantenere desta l’attenzione e l’interesse nei riguardi di un’importante manifestazione culturale quale quella del Festival Fotografia Europea di Reggio Emilia, alimentando anche la curiosità per la fotografia e dare un segnale di speranza in questo periodo difficile che tutto il mondo sta attraversando.
Nella sezione Extra, si possono trovare oltre a “Io ti vedo tu mi senti?” il nuovo programma di Sky Arte condotto da Nicolas Ballario che nella puntata dello scorso 21 aprile ha ospitato un’intervista a Massimiliano Gioni su “Viaggi da Camera”, progetto digitale della Fondazione Nicola Trussardi; la nuova edizione delle Visite al Telefono di WAAM, che venerdì 24 aprile ha guidato alla scoperta di Gianni Colombo per la futura mostra alla Fondazione Marconi. Infine Pav Bullettin, il progetto digitale del PAV – Parco Arte Vivente di Torino, per affrontare la pandemia con la bussola dell’Arte.
Le edizioni di TELESCOPE compresa questa 6 edizione, sono su www.larafacco.com
Silvana LAZZARINO Roma 26 aprile 2020
Telescope Racconti da lontano #6
L’archivio completo di TELESCOPE consultabile sul sito www.larafacco.com
Lara Facco
Viale Papiniano 42 · 20123 Milano
+39.02.36 565 133 press@larafacco.com