redazione
Nel cuore del quartiere Trastevere, a pochi metri oltre la porta Settimiana, percorrendo via della Lungara, la via Sancta per i pellegrini in cammino verso la tomba di Pietro, si giunge alla Chiesa di San Giacomo alla Lungara.
Per quasi otto secoli l’intero complesso ha subito i danni del Tevere, che in alcuni periodi dell’anno, senza alcun argine inondava l’intera via della Lungara. Per far fronte ai continui allagamenti il Card. Francesco Barberini, fratello di Urbano VIII, provvide a rialzare di circa un metro e mezzo il livello del pavimento della navata centrale, edificando la Chiesa così come appare oggi. L’intero complesso conventuale che sorgeva intorno alla Chiesa raggiunse in quel periodo il suo massimo sviluppo con l’aggiunta di un secondo grande chiostro accanto alla vicina Villa Farnesina, nota ancora oggi per i mirabili affreschi di Raffaello.
Per oltre due secoli, dal 1248 al 1434, i padri Silvestrini, si occuparono del convento, innalzando il campanile che si può ammirare tutt’oggi. Costruzione di grande rilevanza artistica, più volte risparmiato da barbare demolizioni, è l’unico esemplare di campanile romanico monoforo esistente a Roma.
È molto probabile che la scelta di dedicare la chiesa a San Giacomo, venne fatta in virtù della scoperta della tomba dell’apostolo in Galizia, e intorno alla quale stava iniziando in quel periodo il fenomeno del pellegrinaggio di massa verso il santuario di Campostela da parte dei cristiani di tutta Europa.
L’opera raffigurante San Giacomo, posta nell’interno oggi a navata unica sull’altare maggiore, venne commissionata al pittore viterbese Giovanni Francesco Romanelli (1610-1662) detto Raffaellino. Formatosi a Roma, con Pietro da Cortona negli anni, fu principe della prestigiosa Accademia di San Luca nonché protetto dal Bernini e dal Cardinal Francesco Barberini.
La tela, presenta oggi i segni inesorabili del tempo che ne offuscano la naturale e originaria bellezza. L’attuale stato di conservazione non permette di apprezzarne in pieno la qualità dell’immagine e la profondità dei colori e delle sfumature cromatiche.
Pertanto su iniziativa dell’associazione non profit Verderame progetto cultura è stato presentato un progetto di restauro al responsabile della chiesa, padre Renzo Degni. Dopo l’approvazione da parte della soprintendenza e del Vicariato, oggi è possibile celebrare l’inizio del restauro. Il progetto -presentato lo scorso gennaio con una lexio magistralis dei professori Claudio Strinati e Marcello Fagiolo- si prevede possa iniziare i primi di marzo.
Il restauro durerà circa 6 mesi e vedrà il coinvolgimento degli studenti della John Cabot University e anche del carcere di Regina Coeli essendo la chiesa punto di riferimento dei volontari della Vo.re.co. (Volontari Regina Coeli). La realizzazione del restauro avrà luogo presso il limitrofo laboratorio di Verderame. Il restauro sarà finanziato grazie ad una serie di iniziative di raccolte fondi che Verderame metterà in atto tra cui una collaborazione con una società di tickets la Do It Yourself aprendo un nuovo canale di vendita.
Verderame progetto cultura è una non profit ed è stata fondata nel 2012 da un gruppo di professionisti che donano parte del loro tempo a promuovere gli obbiettivi di questa associazione.
Verderame intende riportare la bellezza dell’arte nella vita quotidiana di ciascuno promuovendo la partecipazione, la fruizione e la condivisione dei Beni Culturali con ogni tipo di pubblico, senza distinzioni socio-culturali. Si pone come anello di collegamento tra i privati che vogliono investire nella salvaguardia e nella conoscenza del nostro patrimonio e i “beni comuni” bisognosi di supporto. Per fare questo Verderame si adopera per essere un facilitatore di rapporti. Crea progetti o accoglie progetti nella filiera dei beni culturali e li realizza grazie alle donazioni dei sostenitori, prendendosi cura di tutte le fase di realizzazione, dalla progettazione, ai rapporti con gli enti proprietari, con le Istituzioni e con chi ne ha la tutela, per l’ottenimento di tutte le necessarie autorizzazioni e nel pieno rispetto delle norme vigenti. Per ogni progetto crea il team adatto in accordo e con la collaborazione delle autorità istituzionali preposte.
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