di Cesare LAMPRONTI
Quando il Direttore della Reggia di Caserta, dott. Mauro Felicori, mi ha chiarito che intentendeva fare il ritratto di un antiquario, proponendo di esporre la mia collezione di dipinti in uno scenario così solenne come la Reggia, mi sono sentito natruralmente gratificato, non tanto in prima persona, ma come antiquario.
Questo riconoscimento così importante nel contesto della cultura del nostro paese lenisce certe inquietudini che antiquari e collezionisti avvertono da anni.
Chi è, cosa è un antiquario?
L’antiquario è colui che per primo entra in contatto con un’opera d’arte, selezionando il bello dal mediocre, intervenendo per riportare l’opera nel suo contesto originale. Quindi -certo anche nel proprio interesse- cercherà di valorizzare l’opera collocandola nella giusta sfera di attribuzione. Poi interverrano storici dell’arte, direttori di musei che completeranno il percorso.
Antiquario è chi è disposto a sacrificare la propria sfera privata per acquisire o difendere un’opera di cui è innamorato.
Sono antiquario di terza generazione, iniziata nel 1914 da mio nonno Cesare e proseguita da mio padre Giulio nella Galleria di via del Babuino 67. Nato nel 1942, in un momento così drammatico non solo per la guerra in corso, ma soprattutto per le leggi razziali che di fatto hanno annientato il patrimonio della mia famiglia, minando l’esistenza di mio padre scomparso nel 1953, gli inzi sono stati molto complicati. Ho avvertito però, fin dal 1961, anno in cui ho cominciato ad occuparmi della Galleria di via del Babuino, una forte tensione per l’arte da parte non solo della categoria più facoltosa, ma anche della buona borghesia italiana.
Ho cominciato, quindi, frequentando le aste internazionali di Londra, Parigi, New York, ad avere un mio ruolo riportando nel nostro paese opere disperse durante il periodo bellico e prima.
E’ motivo di orgoglio per me aver recuperato dall’estero in Italia circa 12 mila dipinti.
Dopo cinquant’anni di intensa attività, nel 2012, deluso da un clima di ostracismo e difffidenza nei confronti del nostro lavoro, ho spostato la mia Galleria storica da Roma al centro di Londra, decisione sofferta e vissuta con molta amarezza.
Ho seguitato a concentrare il mio interesse sulla pittura italiana: mi piace considerare la mia galleria attuale come una finestra di cultura della nostra arte nel mondo internazionale.
Questa mostra alla Reggia di Caserta, che ha assorbito le mie energie degli ultimi due anni, confido possa essere l’inizio di un percorso che i miei colleghi antiquari e collezionisti sapranno interpretare con lo stesso impegno e probabilmente con maggiore successo.
Cesare LAMPRONTI Roma settembre 2019