di Franco LUCCICHENTI
Barocco ed Astronomia. Una misteriosa alchimia
Il 19 aprile ho assistito all’incontro di studi tenuto alla Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma su L’Atlante dell’Universo Barocco per iniziativa del Centro Studi sulla Cultura e l’ Immagine di Roma diretto da Marcello Fagiolo.
Rivedere sullo schermo della sala le straordinarie declinazioni formali dell’ UNIVERSO barocco e il loro dispiegarsi nel tempo e nello spazio mi ha fatto riflettere sulla coincidenza temporale tra le conquiste dell’astronomia nell’UNIVERSO celeste e quelle dell’arte nell’universo delle forme. Non so se l’argomento sia stato molto approfondito. Trovo comunque utile una breve riflessione. Keplero studiando l’orbita di Marte scoprì che era ellittica e così quella degli altri pianeti. Scoprì che i pianeti acceleravano avvicinandosi ai fuochi geometrici delle ellissi. Galileo con l’osservazione diretta confermò queste scoperte.
Tutte le parti del sistema si muovono e obbediscono a un principio dinamico modellato dalla materia e dall sua capacità di CURVARE lo spazio-tempo (Einstein). Lo spazio non è assoluto ma può restringersi o espandersi disegnando col movimento dei corpi celesti ellittiche complessità.
E’ fuori dubbio che l’universo formale del barocco tendeva a configurarsi, in contemporanea con le scoperte astronomiche, secondo quanto stava emergendo dalla ricerca scientifica sulla struttura del mondo. La geometria rinascimentale si frattura per liberare forze che modellano, sopratutto nelle parti sommitali delle chiese piccoli universi in espansione. La dinamica complessità delle volte e degli affreschi sembra sul punto di aprirsi verso il cielo infinito confermando la vocazione dell’arte barocca a dilatare lo spazio e il tempo.
L’idea di infinito teorizzata nel 1584 da Giordano Bruno nel De l’infinito universo et mondi dove esponeva la tesi dell’infinità dei mondi avrebbe poco dopo abitato la forma delle chiese barocche cominciando a minare le aristoteliche, geometriche certezze della Chiesa .
Franco Luccichenti aprile 2018.