di Silvana LAZZARINO
Da non perdere il libro di Franco Campegiani “Dentro l’uragano” edito da Pegasus Edition. Un invito a ripensare al senso della vita ricontattando quella parte più autentica e incontaminata verso un risveglio individuale e collettivo
Ogni cambiamento importante nella vita e nella storia è stato preceduto da una fase di incertezza, pericolo, spesso caratterizzata da dolore e devastazione. Questo perché quando in un sistema viene meno quell’ equilibrio che tiene insieme ogni sua parte, è necessario a volte l’intervento di un fattore scatenante a restituire quella corrispondenza tra flussi di energia che riguardano anche l’umanità quale parte di un universo strutturato per la vita e l’intelligenza dove tutto ab origine era in linea con l’armonia dei contrari. Armonia degli opposti espressa in ogni manifestazione del creato proprio come per l’incontro dello yin e dello yang energia femminile e maschile dalla cui interazione emerge quella scintilla di vita che contiene le componenti per lo sviluppo dell’individuo dove sono presenti il corpo fisico, la mente e l’anima.
Nel corso dei secoli l’umanità si è allontanata progressivamente da questa percezione dell’equilibrio tra gli opposti in cui la parte razionale e quella più istintiva erano in perfetta armonia, poiché si è preferito seguire la strada della logica di una mente portata a sposare l’idea del risultato, del successo, e quindi del potere. Così l’aspetto più legato all’intuizione e all’immaginazione è stato smarrito per via del materialismo dominante sostenuto da convinzioni limitanti e dalla sfiducia nei propri sensi psichici, facendo perdere di vista la propria essenza.
Di armonia dei contrari e di un nuovo punto di vista con cui guardare il proprio percorso di vita, tratta il saggio filosofico “Ribaltamenti” di Franco Campegiani affermato poeta, ma anche saggista, filosofo, critico d’arte e letterario, dove si parla di un ritorno alle leggi di equilibrio delle origini per una rinascita quale occasione per vincere la superficialità. Il saggio filosofico (edito per la prima volta da David and Matthaus nel 2017 e poi nel dicembre del 2019 in una versione aggiornata da DeLuxe editore) è perfettamente in linea con quanto stiamo vivendo poiché dichiara come per giungere ad un perfetto equilibrio sia necessaria l’armonia dei contrari in ogni ambito unitamente al fatto che per superare la superficialità di oggi sia importante il risveglio del pensiero prelogico proprio dello sciamano, del bambino che agisce con naturalezza, cosi da staccarsi da una visione auto-centrica.
A questo saggio filosofico di grande successo Franco Campegiani affianca altre importanti pubblicazioni in campo poetico tra le quali citiamo: “L’ala e la gruccia” (1975) per le collane di Mario dell’Arco, “Selvaggio pallido 1956 (Carte Segrete, Rossi & Spera) con prefazione di Vito Riviello e disegni di Umberto Mastroianni, “Cielo amico” 1959 (Ibiskos) in una collana inaugurata da Domenico Rea e “Canti tellurici”2000 (Sovera Multimedia). In molte liriche presenti in questi testi poetici si fa strada la sua riflessione sul rapporto tra l’uomo e la natura, il bisogno dell’uomo di infinito che si cela nella stessa natura e ancora la ricchezza della terra dono dato all’umanità da proteggere e rispettare.
La sua recente raccolta poetica “Dentro l’uragano” classificatasi al primo posto per gli inediti al Concorso letterario Pegasus Golden Selection edizione del 2021, organizzato dall’Associazione Culturale Pegasus Cattolica, già sta conquistando critica e pubblico per la capacità di restituire un messaggio forte dove si viene invitati a fare leva, nei momenti difficili, su quell’amore dimenticato per sé e gli altri da cui trovare la forza per riemergere. Dai momenti oscuri e bui che possono accadere nella vita si può risalire ristabilendo un vero e autentico ascolto di sé, confrontandosi con le proprie fragilità. Lo stare in una situazione di rischio e incertezza, nel turbine di drammi e conflitti che spesso sfuggono di mano, conduce alla fine l’uomo verso la vera realizzazione di sé.
È attraverso la tempesta che l’individuo ritrova sé stesso e un atteggiamento diverso, rinnovato nei confronti della vita. Nella poesia di Franco Campegiani, come in particolare in questa raccolta, vi è un’aspirazione a ritrovare quella semplicità e autenticità delle origini che manca nella società attuale, per guardare ad un risveglio individuale che è di richiamo universale. La poesia presente in queste pagine “è animata dal fantasma di una nuova e inedita civiltà della terra, dal risveglio di una condizione elementare del vivere nel cuore degli odierni mali megalopolitani”.
Tornare alle origini però non è facile dovendo ricontattare quella parte più autentica e incontaminata sempre più messa a tacere da condizionamenti, abitudini e falsi miti. Parlando di purezza violata, di distacco dall’originario spirito di armonia, il poeta Franco Campegiani sottolinea come questo smarrimento abbia portato attriti, contrasti, dispersione da cui si può risalire ritrovando la capacità di lasciarsi condurre dal quel sentire autentico che è stato celato per via dell’eccessivo rumore, per via dell’orgoglio.
Nella lirica “Stazione metro” il poeta allude ad una sorta di profezia come se la scossa per uscire dal torpore potesse derivare da un accadimento sconvolgente
“E s’aprirà di nuovo il cuore/allo scrosciare dei cieli/al tuono fragoroso/dei concerti universali”.
A subire questo oltraggio dettato da una dimenticata fiducia nell’ascolto di una sub-coscienza innata da parte dell’uomo, è la Madre Terra e ogni presenza che in essa si manifesta, anche se la Natura/Madre Terra trova poi sempre il modo per ricucire le ferite, lei che già esisteva prima della venuta dell’uomo. In questa ottica di speranza conduce la lirica “Tutto tornerà al suo posto” in particolare quando il poeta Franco Campegiani sottolinea:
“Ma non si sfalda quest’atomo pianeta,/anche se la terra trema/e i mari imputridiscono/e si snervano i cieli/ai lampi nucleari./Tutto tornerà al suo posto, vedrai./Non può distruggere l’uomo,/né costruire, altri che se stesso/”.
E ancora quando parla della Natura come “tempo ritrovato” in “Le colonne e il mare” dove scrive:
“Quanta memoria nelle macerie,/nel terriccio informe e nella storia/tempo che fugge, tempo che crolla,/ma la natura è tempo ritrovato,/tempo che di morte vive/e sempre si rinnova. /Il costruito si dissolve, /perenne è ciò che è dato…/E sullo sfondo immacolato il mare”.
Quel sentire autentico lo si può anche ritrovare in sé a partire dalla riscoperta di un nuovo modo di guardare l’orizzonte dove si apre il giorno e cala la notte quali parti di un tutto di una ciclicità con il suo mistero.
Come scrive Aldo Onorati nella prefazione
“il vertice di tutte le espressioni della vita è uno, indivisibile, comprendente il cielo e la terra, il bene e il male, per cui noi potremmo risorgere dalla bufera cosmica e rinascere dal cuore di un lapillo”.
E’ partendo da questo riscoprire l’armonia dei contrari con il rinnovato incontro con gli infiniti e misteriosi volti della natura, che l’uomo può risorgere e come scrive sempre Aldo Onorati: “riscoprirsi come un tutto, come il principio e la conclusione”. E ancora “quando odio e amore troveranno dentro all’individuo-uno un modus vivendi” il conflitto con il proprio sé e tra il sé e egli altri sarà abbandonato lasciando nuovo spazio a quell’autenticità con cui essere parte di uno stesso respiro universale. È nel superamento del dualismo che si può accedere alla vera essenza di sé. Ancora Aldo Onorati:
“il dualismo corpo-anima ci ha fermati nel supremo gelo della falsità cancellando il sacro delirio del molteplice, del contraddittorio, del sostanzialmente impossibile perché reale e visionario a un tempo”.
L’uragano travolge e sconvolge la quotidianità, ma importante è uscire da questa tempesta, rinnovati e guariti e ritrovare l’autenticità nell’essere e nell’agire, in armonia con gli altri e l’universo. È il ritrovare “il Sé nascosto dell’uomo che viaggia in sintonia con l’Essere universale” come afferma Franco Campegiani riguardo questa raccolta poetica e prosegue
“Guarire la mente ed il cuore per superare il declino e tornare ab origine nei nuovi e perenni equilibri del Creato”.
L’uomo nella sua individualità è parte dell’universo e questi equilibri non dovrebbero mai spezzarsi a causa di una visione egocentrica e materialista. il fisico Margenau afferma che
“il senso della nostra universalità̀ è indebolito dalle limitazioni fisiche del corpo, a partire dalle costrizioni organiche del cervello…”.
Franco Campegiani inoltre ha affermato
“C’è bisogno di forti scosse per abbandonare la rotta del razionalismo imperante, che tutto divide, e tornare a navigare nelle acque arcigne e vivide dell’armonia dei contrari. Occorre dar corpo a una reinvenzione possente del senso della vita”.
Silvana LAZZARINO Roma 5 settembre 2021
“Dentro l’uragano” (Pegasus Edition 2021)
di Franco Campegiani