di Claudio LISTANTI
Tra le numerose pubblicazioni discografiche della Da Vinci Classics spicca un recente Cd affidato al Trio Orelon e interamente dedicato a due compositrici vissute tra la seconda metà dell’800 e il primo quarto del ‘900.
Si tratta della svedese Amanda Röntgen-Maier (1853-1894) e della croata Dora Pejačević (1885-1923) delle quali il Cd propone, rispettivamente, il Trio per pianoforte in mi bemolle maggiore e il Trio per pianoforte op. 29.
Queste due compositrici hanno molte cose in comune. A partire dai periodi delle loro vite che si sono svolte, come già anticipato tra XIX e XX secolo; ognuna fu strumentista virtuosa ed entrambe appartenenti a culture musicali all’epoca poco valorizzate come potevano essere quella croata, che in quegli anni era parte integrante dell’Impero austroungarico, e quella svedese. Entrambe conclusero la vita terrena ancora giovani ed inoltre, per il fatto di essere compositrici donne, tutte e due poco considerate dalla mentalità maschilista dell’epoca ma, come dimostra l’ascolto del Cd, autrici di bellissime musiche, strutturalmente aderenti alle poetiche musicali dei loro tempi. La pubblicazione discografica della Da Vinci rende loro giustizia e ci permette di approfondire la poetica musicale di ognuna di esse.
Dora Pejačević, ad oggi, è la più famosa tra le due, molto considerata all’interno della sua nazione di origine. Iniziò a studiare musica in giovanissima età con l’organista ungherese Karoly Noszeda. Già a 12 anni il suo talento musicale emerse con forza ed i genitori presero la decisione di inviarla all’estero per completare la specializzazione nel campo musicale. Frequentò le scuole di Monaco di Baviera e, subito dopo, quelle di Dresda dove, come narrano alcune cronache, partecipò alla prima assoluta di Der Rosenkavalier di Richard Strauss.
Di origini aristocratiche, la Pejačević era figlia di Theodor, uomo politico che ricoprì la carica istituzionale croata di governatore e della contessa ungherese Lilla Vay de Vaya. Come riportato nelle note di accompagnamento al Cd redatte da Chiara Bertoglio, una sua canzone su testo di Kraus fu mostrata ad Arnold Schoenberg, che la lodò incondizionatamente, pur rimanendo perplesso, a causa del maschilismo imperante, per il successo di una compositrice donna.
Fu molto legata al suo paese in occasione della prima guerra mondiale quando scelse di diventare infermiera volontaria per assistere i feriti di guerra che arrivavano a Našice. Proprio in quel periodo maturò in lei una avversione alla nobiltà della quale faceva parte soprattutto per quei privilegi dei quali godevano gli aristocratici. Proprio nel periodo della Prima Guerra Mondiale, nonostante la grande tragedia che sconvolse l’intera Europa, la Pejačević ottenne un notevole successo anche a livello internazionale molto apprezzata sia a Vienna che a Dresda.
Sul finire del 1921 la compositrice croata sposò Ottomar von Lumbe, fratello della sua amica Rosa Lumbe, e si trasferì a Monaco di Baviera. Nel capoluogo bavarese giunse la fine dei suoi giorni terreni quando, a soli 37 anni, il 5 marzo 1923, morì per un’insufficienza renale conseguente al parto del suo unico figlio.
Il catalogo delle opere di Dora Pejačević non è particolarmente esteso anche in considerazione della sua prematura scomparsa. Nonostante ciò ha prodotto diverse interessanti composizioni. Al di là del Trio per pianoforte op. 29 contenuto nel Cd c’è da considerare la Sinfonia op. 41 e l’Ouverture op 49, il Concerto per pianoforte op. 33 e la Fantasia concertante per pianoforte op. 48. Accanto a queste opere orchestrali diverse composizioni cameristiche come il Quintetto con pianoforte op. 40, il Quartetto con pianoforte op. 25 e tre Quartetti per archi op, 25, 31 e 58 oltre a diverse composizioni per pianoforte solo.
Il Trio per pianoforte op. 29 che si può ascoltare nel cd, risalente al 1912, risulta essere una composizione molto solida nell’insieme soprattutto per il bilanciamento sonoro tra i tre strumenti impegnanti in partitura, violino, violoncello e pianoforte, che portano avanti un discorso musicale unitario e deciso, scevro da ogni timore reverenziale causato da quello scetticismo che per secoli ha accompagnato le compositrici donne. I quattro tempi proposti dal Trio propongono un discorso musicale che parte alla grande con un tradizionale Allegro di Sonata che conduce con forza ad uno dei punti di forza di questo Trio, il vivace Scherzo che riesce mirabilmente a bilanciare le comuni ispirazioni derivate da classicismo e romanticismo, una dicotomia che a fine ‘800 aveva dato spesso grandi frutti che qui si ripropongono con una certa incisività. Nel terzo movimento impera un granitico ‘Lento’ con il suo incedere che pervade l’ascoltatore e lo prepara allo spumeggiante Allegro Risoluto finale che propone intensità e tensione, due elementi che catturano idealmente l’ascoltatore.
Amanda Röntgen-Maier, violinista e compositrice, ha una biografia che per certi versi si può accostare a quella Dora Pejačević. Nata a Landskrona, nella contea di Scania, nel sud della Svezia il 20 febbraio 1853 anch’essa scomparsa prematuramente a soli 41 anni, il 15 luglio 1891. Come la sua collega croata ricevette la sua prima educazione musicale in casa ma grazie ad una famiglia molto musicale. A 16 anni era una musicista così brava che fu ammessa con successo all’Accademia Reale di Musica di Stoccolma, diplomandosi tre anni dopo come insegnante di musica e dopo un ulteriore anno come “direttore di musica”. Anche per la Röntgen-Maier fu importante la scuola tedesca per il procedere dei suoi studi musicali. Intraprese molte tournée in Europa e in Russia con discreto successo fino a quando si sposò con Julius Röntgen, figlio di Engelbert, uno dei suoi insegnati di violino. Il matrimonio la portò ad allontanarsi dalla musica per dedicare maggiori attenzioni alla famiglia e ai suoi due figli. Morì per le conseguenze della tubercolosi e, purtroppo, molte sue opere non sono più reperibili.
Il suoTrio per pianoforte in mi bemolle maggiore inserito in questo nuovo Cd, dimostra anch’esso di essere composizione molto solida e di contenere una sorta di sintesi tra la poetica classica e quella romantica anche se nel complesso emergono con più forza i caratteri squisitamente tardo ottocenteschi. Anche qui piuttosto serrato è il dialogo tra i tre strumenti che si articola nei tradizionali quattro movimenti introdotti dal consueto Allegro con una cura particolare per la parte più squisitamente melodica. Dopo due ‘delicati’ movimenti centrali lo Scherzo e l’incisivo Andante il tutto sfocia in un brillante e sfarzosamente ritmico Allegro con Fuoco finale che sugella con classe una composizione che mostra anch’essa con forza caratteri felicemente unitari.
Ad impreziosire i caratteri storico-musicologi di questo cd contribuisce l’esecuzione del Trio Orelon formato da Judith Stapf violino, Arnau Rovira Bascompte violoncello e Marco Sanna pianoforte, una formazione che riesce a dare il giusto spessore interpretativo per valorizzare la qualità e l’intrinseco valore dei brani eseguiti.
Fondato nel 2018, il Trio Orelon è composto interamente da giovani interpreti e considerato un ensemble tra i più promettenti di Germania. Significativo è il nome del complesso, Orelon, che in esperanto ha il significato di ‘orecchio’ e possiede un senso evocativo in quanto vuole simboleggiare i molteplici aspetti che caratterizzano l’ascolto della musica. La loro è una interpretazione del tutto lineare e ben orientata verso il rispetto dello stile compositivo delle due musiciste per metterne in risalto tutte le potenzialità dei due brani presentati.
Un disco certamente di notevole valenza artistica che può arricchire tutte le discoteche personali degli appassionati anche le più sofisticate.
Trio Orelon
Dora Pejačević & Amanda Maier
Piano Trios
Da Vinci Classics
C00926
Claudio LISTANTI Roma 22 Dicembre 2024