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Al Rijksmuseum Twenthe di Enschede la Diana cacciatrice del Guercino e il San Pietro penitente di Guido Reni, arricchiscono la retrospettiva dedicata alla grande pittrice barocca.
Il Rijksmuseum Twenthe di Enschede, nei Paesi Bassi, ha inaugurato da poco una spettacolare mostra sulla vita e le opere della pittrice barocca Artemisia Gentileschi, considerata una delle più importanti rappresentanti della pittura italiana del Seicento, che resterà aperta fino al 23 gennaio p.v.
Il progetto espositivo “Artemisia. Donna & Potere” rientra nella recente riscoperta dell’artista e vuole mettere in evidenza “la donna” che ha lavorato in un mondo di uomini, senza conformarsi alle convenzioni, diventando un’icona e un simbolo della lotta contro il patriarcato. Figlia d’arte, ritrattista e pittrice eccezionale, Artemisia ha vissuto una vita singolare, anche nelle sue vicende personali, che hanno creato in lei bisogno di riscatto e rivalsa, ben evidente nei suoi dipinti, specie nella scelta dei soggetti rappresentati – su tutti, l’eroina biblica Giuditta. Fondamentale fu anche il confronto con gli artisti che ebbe modo di trovare a Roma, nel periodo della sua formazione.
A dimostrazione di ciò sono presenti alla Mostra “Artemisia. Donne & Potere” due dipinti di pregio: la celebre Diana cacciatrice del Guercino, ‘’prestata’’ dalla Fondazione Sorgente Group, fondata da Valter e Paola Mainetti e il San Pietro penitente di Guido Reni, appartenente alla Collezione d’Arte Mainetti, raccolta privata di capolavori di archeologia e pittura del ‘600, nata intorno al 1930.
Oltre al Caravaggio, di cui il padre era un degno seguace (e di conseguenza anche lei), Artemisia fu sicuramente influenzata dal vibrante naturalismo del Guercino, suo coetaneo e anch’egli a Roma verso la fine del secondo decennio del Seicento.
Tanto che la pittura fluida e leggera della Diana cacciatrice di Fondazione Sorgente Group, si ritrova in diverse opere della pittrice romana.
In un periodo più maturo, Artemisia svilupperà invece un linguaggio chiaroscurale più marcato, derivato dalla matrice caravaggesca trasmessagli dal padre Orazio, enfatizzando la componente patetica del soggetto, esattamente come nel San Pietro penitente di Guido Reni della collezione Mainetti, esposto in mostra accanto all’imponente Giuditta e Oloferne del Museo di Capodimonte, dove queste assonanze sono molto evidenti.
Così si è espresso Valter Mainetti, Presidente della Fondazione Sorgente Group
“Per noi è un onore arricchire la Mostra su Artemisia Gentileschi con due preziose opere delle nostre Collezioni, contribuendo alla narrazione di una grande artista del Seicento nel progetto espositivo del Rijksmuseum Twenthe, che ci conduce alla riscoperta di un’icona femminile”.
Redazione Roma 5 ottobre 2021
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