di Claudio LISTANTI
Due apprezzabili iniziative editoriali della Da Vinci Classic dedicate al Brahms cameristico.
L’integrale delle sonate per violino e pianoforte con la violinista Yulia Berinskaya e la pianista Alessandra Ammara e brani per pianoforte solo con la giovane pianista lucana Lucia Paradiso.
Le opere musicali di Johannes Brahms sono tra le più apprezzate dagli appassionati di musica di tutto il mondo, fatto che rende il musicista tedesco tra i più conosciuti, studiati ed eseguiti nell’ambito del vasto panorama musicale internazionale.
Nato ad Amburgo nel 1833, la sua attività di musicista iniziò ai primi degli anni ’50 dell’800 per procedere intensamente fino al sorgere degli anni ’90 dello stesso secolo, prima della scomparsa avvenuta nel 1897. Una attività molto intensa che lo vide primeggiare non solo come compositore ma anche come pianista e direttore d’orchestra. Dagli studiosi e dalla critica è considerato artista fondamentale per quell’epoca e collocato come illustre rappresentante di quel tardo romanticismo derivato dall’irresistibile e travolgente ‘romanticismo’ della prima metà dell’800 e rivolto ad una sorta di rinnovamento di questo ‘spirito’ artistico da molti critici considerato, tra questi l’austriaco Eduard Hanslick a lui contemporaneo, una sorta di ‘opposto’ alla cosiddetta ‘musica dell’avvenire’, all’epoca, magistralmente rappresentata dell’esponente di spicco Richard Wagner.
Questo aspetto, però, non deve indurre a considerare Brahms come artista lontano dalla modernità e dalla innovazione perché il musicista tedesco era ben conscio di trovarsi in un momento di transizione verso il nuovo e il suo apporto alla poetica tardo-romantica è da considerarsi certamente innovazione e la sua opera musicale è essenziale per comprendere tale impegno.
Tutto ciò è dimostrato dall’ampio e sostanzioso catalogo delle opere di Johannes Brahms che contiene non solo un cospicuo e significativo numero di composizioni sinfoniche, come le Quattro Sinfonie, i Concerti per piano e orchestra, violino e orchestra, violino violoncello e orchestra, serenate, danze e ouverture ma, anche, una notevole produzione di Musica da Camera.
Il suo contributo a questo genere di musica è a largo spettro. Si parte da produzioni liederistiche e vocali per transitare nel quartetto per archi, cartina di tornasole per capire l’abilità e la valenza di un compositore per giungere poi al pianoforte, strumento a lui congeniale per il quale produsse opere per pianoforte solo, a quattro mani ma anche per piano e strumento solista (violino, violoncello, clarinetto), numerosi trii, quartetti e quintetti per pianoforte e archi.
Considerando questo rilevante ‘corpus’ analizzato anche in funzione estetico-musicale, avere diverse interpretazioni di questi capolavori arricchisce senza dubbio lo spirito critico dell’ascoltatore. In questa ottica occorre apprezzare le due pubblicazioni discografiche della Da Vinci Classics, comparse sul mercato nel 2023 da poco concluso, in quanto aiutano ad approfondire la personalità artistica di Brahms arricchendone la conoscenza e la partecipazione emotiva.
La prima delle due pubblicazioni è dedicata alle Sonate per violino e pianoforte. Nel catalogo delle opere di Brahms questo genere di composizione è presente in tre volte anche se è noto che Brahms ne scrisse altre tre, due da lui stesso distrutte e la terza, risalente al 1850, smarrita da Brahms a Weimar durante una visita a Liszt nel giugno del 1853.
Quelle ad oggi conosciute risalgono alla piena maturità dell’autore. Nello specifico sono la Sonata n.1 in sol maggiore op .78 composta nel periodo compreso tra il 1878 e il 1879 ed eseguita per la prima volta a Berlino l’8 novembre dello stesso anno seguita dalla Sonata n. 2 in la maggiore per violino e pianoforte op. 100 del 1886 eseguita per la prima volta il 2 dicembre dello stesso anno sempre a Berlino. L’ultima risale al 1888 ed è la Sonata n. 3 in re minore per violino e pianoforte op. 108 eseguita per la prima volta il 22 dicembre dello stesso anno ma a Budapest.
Le prime due sonate sono considerate dagli storici e dai musicologi due composizioni ‘gemelle’ in quanto basate sulla dolcezza, sulla cantabilità e sullo spirito del lied. Tanto è vero che la prima, op. 78, è nominata anche Regenlied (Canzone della pioggia) perché costruita sul tema di un lied per tenore che domina il movimento finale, il delizioso Allegro molto moderato. La Sonata successiva, op. 100, è considerata legata alla precedente op. 78 da uno stretto vincolo di parentela che ne accomuna l’estetica musicale di base. Scritta sul lago di Thun è denominata dai tedeschi ‘Thuner Sonate’ anch’essa è pervasa da estrema dolcezza e cantabilità evocanti nell’intimo un sentimento di malinconia e di pace che emerge con forza all’ascolto pur nella sua straordinaria brevità. Stati d’animo che si esaltano senza sosta a partire dal magico Allegro amabile iniziale con sensazioni che si articolano durante tutto il brano fino all’Allegretto grazioso finale.
La Sonata n. 3 in re minore per violino e pianoforte op. 108 si discosta dalle prime due soprattutto per il più spiccato virtuosismo della parte del violino solista, in questa occasione di gran lunga più impegnativa rispetto alle precedenti, due sonate delle quali, a giudizio di molti, il compositore non riesce a riproporre l’afflato sentimentale e la naturale cantabilità in quanto la parte più spiccatamente virtuosistica non riesce a bilanciare. Nell’insieme, però, la Sonata op. 108 possiede una solidità di base di enorme valenza che deriva innanzitutto dagli inusuali quattro movimenti che la compongono. Un discorso serrato che parte dall’Allegro iniziale per transitare con semplicità nel denso Adagio e nel successivo terzo movimento (Un poco presto e con sentimento) la cui espressività ci proietta nel gran finale, il travolgente Presto agitato da molti giudicato fin troppo ‘rumoroso’ ma che all’ascolto non può che rimandale l’ascoltatore alle grandi pagine sinfoniche brahmsiane, soprattutto a quell’ Allegro energico e passionato che chiude la Quarta Sinfonia.
Comunque la si pensi, però, tutti gli studiosi sono unanimi nel considerare queste tre straordinarie creature musicali, opere strettamente legate tra loro, quasi un ‘corpus’ unico che le rende tappe fondamentali della Storia della Musica.
L’interpretazione della violinista Yulia Berinskaya, strumentista molto apprezzata per le sue spiccate doti di interprete e di virtuosa, elementi ben presenti anche nell’arte della pianista Alessandra Ammara, tutte caratteristiche che si evidenziano con facilità in questo nuovo Cd. Una collaborazione che risulta ideale per mettere bene in risalto le peculiarità di questi tre capolavori musicali grazie ad una più che soddisfacente amalgama tra i due strumenti per una interpretazione di spiccato carattere ‘cameristico’ che mantiene fisso lo sguardo verso la cantabilità e l’espressività delle melodie per evidenziare un’esecuzione rivolta a trasmettere all’ascoltatore la grande e trascinante poetica musicale di Johannes Brahms.
La seconda pubblicazione della Da Vinci Classics, Johannes Brahms Piano Works è dedicata a opere pianistiche di Johannes Brahms nell’esecuzione della giovane pianista lucana Lucia Paradiso.
Nello specifico si tratta di tre raccolte pianistiche, Otto Klavierstücke (Pezzi per pianoforte) op. 76, Tre Intermezzi per pianoforte op. 117 e Sei pezzi (Klavierstücke) per pianoforte op. 118.
Johannes Brahms era valente pianista e il pianoforte, come strumento solista, entra nel suo catalogo in maniera, in un certo senso, singolare. Il genere ‘Sonata’ è da lui praticato solamente nella produzione giovanile. Solo tre sono le sonate che fanno pare del suo catalogo, l’op. 1, l’op. 2 e l’op. 5 che occupano un periodo compreso tra il 1852 e il 1853. Sono praticamente il frutto del Brahms ventenne il cui pensiero con ogni probabilità era rivolto alla ricerca di nuove forme di espressione che superassero le regole formali di un genere come quello della Sonata per giungere a composizioni caratterizzare da una più spiccata libertà di espressione. Si rivolse a composizioni che, in un certo senso, potevano garantire questo sconfinamento verso forme meno rigide. Orientò quindi lo sguardo verso le Variazioni forma nella quale poteva liberare la sua fantasia per rivolgersi poi ad altre forme ancor meno formali come Ballate, Rapsodie, Fantasie Capricci e Intermezzi. Chiari esempi sono le Quattro Ballate op. 10 del 1854, le Due rapsodie op. 79 del 1879, le Sette Fantasie op. 116 del 1891, i Quattro Pezzi per pianoforte op. 119 del 1893 e, appunto, le tre opere oggetto del Cd da poco pubblicato, l’op 117 del 1892 e l’op. 118 del 1893.
Come si potrà notare la quasi totalità di queste opere fanno parte del periodo della maturità del compositore tedesco alle quali profuse tutta la sua abilità di compositore e di creatore di sensazioni, atmosfere, ritmi e colori. La scelta del contenuto di questo cd, quindi, può essere considerato come ideale ‘abbinamento’ al precedente dedicato alle Sonate per violino e pianoforte per formare entrambi, quasi, un unico ‘corpus’.
Infatti le Otto Klavierstücke (Pezzi per pianoforte) op. 76 risalgono al 1878, praticamente coetanee della Sonata n.1 per violino e piano, da molti critici considerate come momento di svolta dell’iter compositivo di Brahms che si esplicita in 4 Capricci e 4 Intermezzi. L’Intermezzo come forma musicale è preponderante nell’op. 117 che risale al 1892 e sono tre brani nei quali è preponderante la cantabilità espressa con tre tipi di Andante diverso, nell’ordine moderato, non troppo e con molta espressione, con moto, quasi a sottolineare una progressiva e coinvolgente evoluzione di questo genere di composizioni. Questo suo percorso di carattere intimista si rafforza con la successiva esperienza pianistica Sei pezzi (Klavierstücke) per pianoforte. op. 118 penultima opera per questo strumento prodotta nello stesso 1892 che rappresenta ideale continuazione della poetica dell’op. 117. Anche qui l’Intermezzo svolge un ruolo predominante ed al quale si abbina una Ballata, un inteso Allegro energico e una Romanza con un delizioso Andante. Due momenti di stampo quasi clavicembalistico per un ricordo e un omaggio al mondo musicale degli inizi del romanticismo in musica.
A questo disco di carattere monografico la pianista Lucia Paradiso dedica una interpretazione felicemente intensa molto aderente a quelle peculiarità estetiche da noi poco prima evidenziate. Tutto ciò, a nostro giudizio, è frutto della sua esperienza nelle esecuzioni di musica cameristica che la impegnano con continuità nel repertorio per pianoforte solo come all’interno di formazioni da camera, tutte esperienze fondamentali per raggiungere interpretazioni che risultano possedere vigore ed energia, elementi utili per mettere in risalto la poetica di queste tre significative opere pianistiche.
Claudio LISTANTI Roma 28 Gennaio 2024
Johannes Brahms – Complete Violin Sonatas
Yulia Berinskaya violino – Alessandra Ammara pianoforte
CD Da Vinci Classics C00757
Brahms: Piano Works
8 Piano Pieces op. 76, 3 Intermezzi op. 117, 6 Piano Pieces op. 118
Lucia Paradiso pianoforte
CD Da Vinci Classics C00779