Eccezionale ritrovamento archeologico a Tuscolo: la statua femminile con la pelle di cerbiatto.

di Nica FIORI

Nel Parco archeologico culturale di Tuscolo è attualmente in corso il progetto “Tuscolo Eterna Bellezz@”, finalizzato alla più ampia fruizione da parte dei visitatori dell’area del parco, che appartiene alla Comunità montana dei Castelli Romani e Prenestini, ma è sotto la tutela dello Stato, cui, per legge, spettano tutti i ritrovamenti archeologici.

L’ultima campagna di scavo, affidata alla Escuela Española de Historia y Arquelogía en Roma, è iniziata nell’ottobre 2022 e ha permesso la scoperta di nuovi ambienti pertinenti all’impianto termale di epoca adrianea, cui si era sovrapposta una chiesa medievale. Quando un venerdì dello scorso giugno 2023 è stata individuata in uno degli ambienti scavati una statua di marmo, giacente tra i crolli di murature, non ci si aspettava che fosse di qualità così elevata, come poi è emerso via via che si è proceduto con lo scavo che, come ha dichiarato nel corso della presentazione alla stampa Gabriella Serio, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, è stato fatto d’urgenza con il suo immediato intervento, per evitare che il reperto giacesse incustodito per tutto il weekend.

Locandina

Mai come in questo caso il nome del progetto coincide con la sensazione di avere veramente a che fare con l’eternità di una bellezza antica, che, pur maltrattata dal tempo e dall’uomo, ci riporta a quella rinascita del mondo pagano, che tanto aveva affascinato gli artisti dal Rinascimento in poi. La statua, attualmente ospitata nel Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini di Frascati, dopo una prima esposizione al pubblico nei giorni 29 e 30 settembre, sarà sottoposta a un restauro “work in progress”, che potrà essere osservato dai visitatori del museo.

Stupore e ammirazione è ciò che ha provocato tra i giornalisti che hanno avuto il privilegio di vederla in anteprima, perché salta subito agli occhi che si tratta di un reperto degno dei musei più importanti del mondo.

1 Statua femminile in marmo
2 Statua femminile in marmo

Raffigura una giovane donna, priva della testa e di parte degli arti superiori, che presenta una flessione della gamba sinistra, mentre la destra è leggermente avanzata. Indossa un leggero chitone che aderisce con un effetto di bagnato nella parte superiore del corpo e su un fianco, lasciando scoperto un seno; la veste è allacciata sul braccio sinistro con una elaborata abbottonatura ed è ricca di eleganti panneggi nella parte inferiore che copre le gambe e parte dei piedi, resi con molta raffinatezza. Completa l’abbigliamento un mantello appoggiato sulla spalla sinistra, mentre sulla spalla destra è allacciata con un nodo una striscia di pelle di cerbiatto (nebride) che si apre a triangolo sul petto e si divide in fasce terminanti sul lato anteriore e posteriore con le zampette dell’animale: un attributo questo che rimanda a un contesto dionisiaco, perché la nebride era indossata dai seguaci di Dioniso.

3 Statua femminile in marmo, dettaglio
4 Statua femminile in marmo, dettaglio

Potrebbe, pertanto, trattarsi di una Menade, anche se le Menadi sono per lo più raffigurate in movimento, nell’ebbrezza della danza orgiastica, mentre questa è di impostazione classica, come ha dichiarato Antonio Pizzo, direttore della Scuola Spagnola. Potrebbe forse essere una Musa, ma le Muse non scoprono mai il seno, o anche una Ninfa, che oltretutto starebbe bene in un contesto termale. I dettagli stilistici rimandano a un periodo compreso tra la metà del I secolo a.C. e la metà del I secolo d.C., ma è ancora presto per dare dei dati che soltanto uno studio accurato potrà fornire.

5 Presentazione di Antonio Pizzo

La statua sembra rifarsi a un modello greco di dea armata (400 a.C.), dedicato dagli Spartani dopo la battaglia di Egospotami (405 a.C.), che pose fine alla guerra del Peloponneso. Si conoscono soltanto cinque copie della stessa tipologia dell’originale: la c.d. Afrodite di Epidauro, conservate ad Atene (Museo Nazionale), Monaco (Glyptothek), Genova (Palazzo Reale), Firenze (Palazzo Pitti) e Roma (collezione privata). Secondo quanto ha detto Pizzo, finora quella più vicina all’originale era considerata quella conservata ad Atene, che è armata, ma, dopo questo ritrovamento, bisogna ricalibrare il tutto.

6 Ritrovamento (Archivio Comunità Montana)

La statua di Tuscolo è certamente simile all’Afrodite conservata ad Atene per la posizione del corpo, ma ha la nebride al posto di una bandoliera che doveva sostenere un’arma; somiglia maggiormente all’esemplare conservato a Genova. La statua, realizzata in un blocco unico di marmo pregiato, forse pario, ha una frattura antica che ha fatto saltare la testa (probabilmente è stata fatta saltare apposta con due-tre scalpellate ben assestate), testa che non è stata ritrovata. È comunque un miracolo che una scultura di tale eccezionale bellezza sia sopravvissuta in uno spazio pubblico come quello termale, caratterizzato da una storia complessa e stratificata, con interventi umani di devastazione, compresi gli scavi massicci realizzati nell’Ottocento. La statua, ritrovata su un crollo di strati di epoca medievale in un ambiente lastricato in marmo, che è invece di epoca romana, è un documento archeologico importantissimo, in quanto è possibile risalire al contesto di appartenenza e fare delle ipotesi sulla decorazione delle terme.

7 Ritrovamento (Archivio Comunità Montana)

Nell’area del rinvenimento la Scuola Spagnola era intervenuta per la prima volta nel 2015, dopo aver individuato con una serie di indagini non invasive (aerofotogrammetria e geofisica) un allineamento murario di ben 29 metri, al di sotto dei resti di una chiesa medievale con abside e campanile. Tra il 2015 e il 2018 sono state trovate, a un metro e mezzo sotto il livello di calpestio della chiesa, le terme della città di Tuscolo, databili a epoca adrianea (117-138), ma gli scavi sono stati poi sospesi in attesa di un finanziamento, che si è avuto grazie al progetto “Tuscolo Eterna Bellezz@”, finanziato con fondi del Ministero della Cultura. In quest’ultimo scavo si è capita la disposizione degli ambienti dell’edificio termale, tra cui quelli riscaldati, come il calidarium e il tepidarium (con mosaico pavimentale e impronte delle suspensurae), una latrina, un ambiente pavimentato con laterizi (probabilmente un vestibolo) e l’ambiente pavimentato con lastre di marmo (opus sectile), dove è stata rinvenuta la statua.

8 Mosaico dei tepidarium (EEHAR, Archivio progetto Tusculum)
9 Ambiente con pavimentazione in opus sectile, visto da Nord (EEHAR, Archivio progetto Tusculum)

Il ritrovamento porta alla ribalta un luogo dal fascino straordinario, il cui Parco archeologico culturale è visitabile tutte le domeniche (e tra marzo e settembre anche i sabati). La sua visita permette di scoprire i resti della città latina, e poi romana, che si estendeva sul limite esterno dell’anello craterico del Vulcano Laziale. Sulla sommità, dove è piantata una croce, sorgeva l’acropoli, mentre l’abitato, protetto da una doppia cinta muraria, era nella parte più bassa. La città sarebbe stata fondata secondo la tradizione da Telegono, il figlio di Ulisse e della maga Circe. A questa origine mitica alcuni autori contrappongono un’altra fondazione, legata al re di Albalonga Latino Silvio, e c’è pure chi ipotizza un’origine etrusca, perché Tusculum potrebbe derivare da Tuscus. Del resto la città doveva avere buoni rapporti con l’urbe al tempo dei Tarquini, i sovrani etruschi di Roma, tanto che Tarquinio il Superbo, quando venne cacciato da Roma (509 a.C.), trovò rifugio a Tuscolo presso suo genero Ottavio Mamilio, dittatore della città. Nella battaglia dei Latini contro i Romani presso il lago Regillo (495 a.C.), capitanata dallo stesso Mamilio, Roma ebbe la meglio, ma stipulò comunque un trattato con i vinti che prevedeva aiuti reciproci in caso di necessità.

Dopo varie vicende Tusculum divenne un municipium romano ed ebbe un lungo periodo di prosperità. La sua particolare dolcezza climatica piaceva particolarmente agli aristocratici romani (tra cui Cicerone, Lucullo, Tiberio), che vi edificarono le cosiddette ville tuscolane, tradizione ripresa tra il Cinquecento e il Seicento con la creazione di splendide dimore caratterizzate da scenografici giardini e ninfei (ricordiamo lo spettacolare ninfeo Aldobrandini nell’omonima villa a Frascati).

Dopo l’oblio medievale la città ebbe nuovamente importanza a partire dal IX secolo, con la potente famiglia dei Conti di Tuscolo, interferendo anche nella vita politica di Roma, tanto da riuscire a far eleggere alcuni papi. Durante il pontificato di Alessandro III i tuscolani, appoggiati da Federico Barbarossa, sconfissero i romani nella battaglia di Prata Porci (1167), ovvero di Monte Porzio. Ma nonostante questa vittoria il destino di Tuscolo era ormai segnato. La sua distruzione fu posta come condizione per l’incoronazione di Enrico VI di Svevia e la città venne quindi completamente rasa al suolo il 17 aprile 1191.

Fu Luciano Bonaparte (fratello di Napoleone) a fare i primi scavi durante il suo soggiorno alla Villa Rufinella di Frascati (1804-1820). Egli trovò diversi reperti che mandò a Parigi, mentre gli scavi che portarono alla luce il monumento più celebre di Tuscolo, ovvero il teatro, si devono alla volontà di Maria Cristina di Savoia, moglie di Carlo Felice, re di Sardegna.

Il percorso di visita degli scavi si snoda attraverso i resti dell’area pubblica della città, lungo la via basolata che conduce al foro e quindi al teatro. Il primo edificio che incontriamo sulla destra, all’altezza di un incrocio di antiche strade di collegamento con il territorio latino (la via Latina e la via Labicana), è il sacello di Mercurio, divinità legata ai commerci e quindi quanto mai adatta a un’area di mercato.

10 Area archeologica di Tuscolo, via basolata

Sulla sinistra della via troviamo invece i tempietti sacri. Proseguendo sulla destra notiamo un basamento arcaico, la basilica, un edificio su un podio e quindi arriviamo al teatro.

Questo è addossato alla collina nella parte inferiore, mentre quella superiore, che poggiava su arcate artificiali, è andata distrutta. I gradini inferiori sono monolitici. Il monumento, datato tra il 70 e il 60 a.C., ma ampliato sotto Tiberio, doveva contenere 1500-2000 spettatori ed era attraversato sotto la cavea da una via tecta (cioè via coperta), che conduceva all’acropoli.

11 Teatro romano di Tuscolo (Archivio Comunità Montana)

Sempre sulla sinistra, vicino all’ingresso degli edifici dell’area nord-orientale del foro è la fontana arcaica, cosiddetta perché risalente al VI-V secolo a.C. I resti dell’edificio termale e della chiesa dell’XI secolo sono per ora chiusi al pubblico e saranno visibili a restauri ultimati.

12 Scavo delle Terme adrianee (estate 2023. Archivio Comunità Montana)

Nica FIORI   Roma 1 Ottobre 2023

Parco Archeologico Culturale di Tuscolo – SP. 73b, Monte Porzio Catone

Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini – P.zza Marconi 6, Frascati

www.tuscolo.org

www.cmcastelli.it