“Effetto Michelangelo”, dipingere con il cervello. Quando l’Arte diviene terapia medica.

di Licia UGO RACOVAZ

Effetto Michelangelo, dipingere con il cervello. Le arti come terapia medica. L’arte cura l’ictus.

Uno studio della Fondazione Santa Lucia ha scoperto che la visione dei grandi capolavori dell’arte e la stimolazione con realtà virtuale porta al potenziamento della neuroriabilitazione.

L’immagine più potente ed efficace è risultata la “Creazione di Adamo” di Michelangelo.

Foto 1. Riabilitazione al Santa Lucia con realtà virtuale. Riabilitazione neurologica effetto Michelangelo con realtà virtuale copy Fondazione santa Lucia IRCCS

Affreschi, sculture, tele come terapia. L’arte usata per curare i pazienti con una lesione del sistema nervoso causato da ictus. Facendo vedere opere di Michelangelo e Botticelli, arrivando fino a Picasso e Van Gogh.  Ma di cosa si tratta? Cosa è l’effetto Michelangelo?

L’effetto Michelangelo in sostanza è una pratica riabilitativa applicata su pazienti con deficit neurologici motori da ricercatori dell’università la Sapienza di Roma e dalla IRRCS Santa Lucia.

Vincenza Ferrara 2

Sono state studiate le reazioni e le stimolazioni provocati dalla vista di affreschi, tele e sculture sul cervello umano danneggiato. L’arte diventa cura per i pazienti con una lesione del sistema nervoso. Studiosi di neuroscienze, medici e operatori presenti al convegno “Effetto Michelangelo” che si è tenuto meno di un mese fa a Roma hanno condotto uno studio complesso e multidisciplinare, insieme allaì Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, in collaborazione con ricercatori del Dipartimento di Psicologia e Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza e di Unitelma Sapienza (studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology). Questo studio che ha avuto l’intuizione geniale di collegare gli effetti del piacere e della stimolazione neurologica che la visione di capolavori dell’arte produce alla tecnologia della realtà virtuale per potenziare la strategia terapeutica nei casi di lesioni neurologiche gravi.

Foto 2. Paziente Nomentana Hospital. Riabilitazione neurologica effetto Michelangelo con realtà virtuale copy Fondazione Santa Lucia IRCCS

L’immagine più efficace, abbiamo detto, quella che ha stimolato maggiori reazioni nei pazienti è stata la “Creazione di Adamo” di Michelangelo nella Cappella Sistina. All’interno di un ambiente di realtà virtuale i paziente muovono un cursore, guardando la Creazione su una tela virtuale e utilizzando la mano del lato del corpo paralizzato a causa della lesione al cervello. I movimenti su tela scoprono l’immagine del capolavoro restituendo al termine, l’opera completa.

Con un casco e un joystick ogni paziente è stato invitato a ricreare, in sostanza a “ridipingere” uno dei capolavori della storia dell’arte nel corso della attività di riabilitazione. Una specie di velo ricopre l’opera e il paziente lo deve cancellare. Pittura virtuale che riesce a stimolare efficacemente il braccio che ha subito lesioni neuronali, migliorando la coordinazione motoria.

Le opere proposte sono svariate, si va da “La nascita di Venere” di Botticelli, alla “Creazione di Adamo” di Michelangelo, sino ai quadri di Van Gogh, Monet e Renoir.

Foto 3. Effetto Michelangelo. Riabilitazione neurologica Copy di Fondazione Santa Lucia IRCCS

La mente risulta più reattiva, migliora la coordinazione motoria, la precisione e il senso di fatica diminuisce. In questo modo, ricostruendo virtualmente la Creazione di Adamo di Michelangelo, venivano stimolati i neuroni specchio, (una rete di neuroni che ha la proprietà di permetterci di riprodurre schemi motori, comportamentali e stati emozionali osservati in altri soggetti, in modo significativo). E’ stato visto, monitorando all’interno dei musei le reazioni dei visitatori, che le “intenzioni motorie” anche nei soggetti sani si attivano davanti a diversi quadri, ad esempio guardando il quadro di Matisse “la Danza”, si attiva la voglia di ballare, davanti i tagli delle tele di Fontana, come “concetto spaziale, attese”, viene immaginato il gesto di tagliare.

Prendendo spunto dal nome di questa scoperta, che è poi divenuta Metodo Effetto Michelangelo, (Michelangelo diceva di sé “io non scolpisco, rimuovo i detriti”) la Rete “Cultura è Salute”, (culturaesalute.it) nell’ambito dell’Associazione Club Medici, in collaborazione con la ASL Roma ha organizzato nel gennaio scorso un convegno dal titolo Effetto Michelangelo. Due giorni di formazione, testimonianze e attività di laboratorio, che si è svolto alle Corsie Sistine, al complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia a Roma, un ospedale aderente alla associazione ospedali storici, che con la sua posizione, la storia pluricentenaria e la bellezza architettonica si presta magnificamente ad ospitare l’evento, incarnandone il senso più profondo: la bellezza.

Un incontro workshop con 110 fondazioni, associazioni, strutture sanitarie, museali e universitarie con professionisti che da anni studiano le relazioni tra cultura scienza medicina, sperimentando pratiche artistiche e culturali per le salute delle persone. Una serie di incontri, di musica, di laboratori di scrittura, fotografici. Cultura è Salute è una rete nazionale che mette in comunicazione diversi attori impegnati a diffondere il binomio cultura -salute, nelle tre dimensioni della formazione dei professionisti della salute, della difesa del loro benessere e della cura delle persone.

Foto 4 Riabilitazione neurologica virtuale Copy di Fondazione Santa Lucia IRCCS

Il dottor Marco Iosa, del dipartimento  di psicologia dell’università Sapienza di Roma e co-autore dello studio, ricercatore presso IRCCS Santa Lucia, ha aggiunto:

“Il risultato del nostro lavoro si inserisce in un filone di studi che, a partire dalle ricerche sui neuroni specchio hanno affrontato il tema della risposta all’arte del cervello. La nostra intenzione è stata quella di verificare se questi effetti positivi potessero essere sfruttati per aumentare il coinvolgimento del paziente nel percorso di riabilitazione neuronale”.
Foto convegno di Valentina D’Ippolito – Cultura è Salute
“Arte e scienza devono legittimarsi reciprocamente, senza imporre verità assolute o rappresentazioni univoche  del mondo in cui viviamo. Scienza, arte, storia e bellezza, mondi artificiosamente e catastroficamente separati  vanno integrati. Bisogna contaminare le competenze  tecnico -professionali e quelle umanistiche della professione medica: interpretare l’atto chirurgico come  un dialogo con il corpo del paziente ”,

ha detto Fabrizio Consorti (docente al Dipartimento di Scienze Chirurgiche  all’Università La Sapienza di Roma),  Presidente del  Comitato Scientifico  di “Cultura è Salute”.

Foto convegno di Valentina D’Ippolito – Cultura è Salute

Nelle due giornate di convegno sono state  ricordate le diverse terapie integrative. Benessere psicofisico? Bastano cinque minuti di poesia al giorno. Oppure mezz’ora di musica, canto o ballo (raccomandato per i disturbi dell’equilibrio). Visite a musei e siti archeologici per le patologie neurologiche degenerative, installazioni e arti visive per i pazienti in dialisi e per quelli sottoposti a trapianto.

Foto convegno di Valentina D’Ippolito – Cultura è Salute

Laboratori, performance, spettacoli, sessioni di canto collettivo e musica per dimostrare come l’arte possa contribuire al benessere psico fisico e alla pratica riabilitativa. Si tratta di  pratiche terapeutiche, corsi di canto, come quello presentato da Emiliano Begni pianista, che ha proposto una esperienziale in plenaria sulla sintonizzazione e armonia  nella relazione attraverso il canto corale.

Foto convegno di Valentina D’Ippolito – Cultura è Salute

E ancora, teatro e drammaterapia,  scultura e fotografia, diari e animazione sociale, veri e propri setting per i problemi oncologici. Inoltre, installazioni e arti visive per i pazienti sottoposti a dialisi, e per quelli sottoposti a trapianto, sketch comici per chi soffre della sindrome di Asperger, giardinaggio e cura del verde per i malati di Alzheimer.

“Questo convegno ha fra l’altro lo scopo di dare concretezza e unire esperienze che vengono portate avanti da anni. Cultura è Salute è un progetto reale che ogni giorno va avanti sulle gambe di tanti protagonisti in carne ed ossa”,

commenta Vincenzo Pezzuti presidente dell’Associazione Club Medici

Abbiamo parlato con Andrea Satta, che fa parte del Comitato Scientifico di “Cultura è Salute. Satta, medico e voce solista dei Tetes de Bois, ogni giorno porta avanti il suo lavoro di pediatra di base a Roma. Mille bambini o più, la metà di loro con un genitore non italiano, rappresentano una terra di incontri tra culture e Andrea Satta si impegna a dare valore alla “relazione”. La relazione, parola a vote abusata, modaiola, travisata, nel lavoro che Andrea Satta svolge quotidianamente nel suo ambulatorio ritrova l’autenticità di significato. Suono, parola, fisicità ed esperienza, e l’arte è la sintesi di tutto. Nel suo ambulatorio ci si può trovare davanti al disagio e all’incomunicabilità. Lingue diverse, culture diverse. Come superare i muri, come abbatterli? Attraverso l’Arte e la cultura si è in grado diportare in una dimensione attiva/ partecipativa persone che stanno ai margini.

Il dottor Satta dieci anni fa ha avviato nel suo laboratorio di periferia sulla Casilina un progetto che si chiama “Mamme narranti”.

“Nacque tutto quando una mamma nordafricana mi confessò piangendo di sentirsi molto sola. In quel momento ho messo un cartello nell’ambulatorio, in cui chiedevo a tutte le mamme di raccontare come si addormentavano da piccole. Con quali favole, parole, cantilene. Ho scoperto così che la maggior parte ascoltava favole”.
“La cosa bella di questa iniziativa è che le mamme diventano amiche in un ambulatorio pediatrico, non in circoli, associazioni. La grande ricchezza di questi incontri è la differenza di culture, presenti in ogni aspetto della vita. L’arte è efficace se trasforma in meglio quello che è stato pensato. Se suscita reazioni ulteriori e ape la mente”.

Il  progetto “DermArt” (la pelle tra scienza  e arte che ha presentato “l’arte sulla pelle e nel cuore di medici e pazienti”)  –  che Massimo Papi dermatologo e membro del Comitato scientifico  di Cultura è Salute organizza.  Massimo Papi ha trasformato in fotografie-quadro i nevi giganti di alcuni pazienti. Usando l’ epiluminescenza  li ha ingranditi e poi fotografati, rendendoli opere uniche, da esporre nelle Mostre.

Foto esposizioni Hallart 1

Gli esempi sono tanti ma occorre ricordare che le discipline culturali sono “mediatori di conoscenza”, in grado di far dialogare mondi apparentemente lontani, arte e scienza.

Il linguaggio dell’arte è attivatore di empatia ed emozionalità.

Foto convegno di Valentina D’Ippolito – Cultura è Salute

Nei musei si è proceduto ad un esperimento di misurazione le onde cerebrali davanti all’opera d’arte, calcolando l’emotività del soggetto davanti ad un’opera d’arte. Si è visto che si attivano molte aree del cervello, anche le aree motorie, il lobo parietale, l’insula (funzione di percezione, controllo motorio, l’auto consapevolezza) e i neuroni specchio.

Cosa c’è nella mente dell’artista, qual è il ponte fra Arte e Scienza? Di sicuro l’arte è uno specchio per guardarsi dentro, e l’eredità culturale del passato influenza il nostro presente.

Alla Galleria Borghese il gruppo de “Lo spiraglio” ha organizzato percorsi di salute mentale, costruendo un tragitto particolare in una sala soltanto, rendendo la visita al Museo un piacere, un enjoyment, dando benessere a livello neurologico. Mentre Co.no.sci, il coordinamento nazionale degli operatori per la salute nelle carceri ha presentato il progetto “l’istruzione come determinante per la salute globale delle persone detenute”.

Licia UGO RACOVAZ  Roma 18 Febbraio 2024